Afghanistan: storia di una strage di guerra
La denuncia di Emergency dà però corpo alla realtà che vede circa 10 di vittime anche tra i civili e tanti feriti gravi tra cui Marco Garatti, chirurgo d’urgenza, attualmente coordinatore medico del Centro chirurgico di Emergency a Kabul.
Cordoglio alle famiglie dei soldati italiani morti per la democrazia e per la pace nel mondo. La guerra Afghana continua a falciare vittime e dare dolore all’Italia. Siamo in guerra o partecipiamo ad una missione di Pace? Questo non lo possiamo ancora ammettere,la certezza è data dal fatto che partecipiamo e muoriamo sul campo assieme ad altre forze di pace internazionali che operano sotto l’Egidia dell’ONU per raggiungere un bene comune mondiale “LA PACE”.
Nella cronaca dell’ennesimo attentato avvenuto il 17 settembre ed alle ore 12 locali e le 9.30 italiane, nei pressi della rotonda Massud, vicino alla sede del comando Isaf e dell’aeroporto della capitale. Un automezzo (Toyota Bianca ) con a bordo i due kamikaze e con un notevole carico di esplosivo riesce ad incunearsi tra i due automezzi blindati “Lince” del contingente italiano “Italfor ” in servizio di scorta, la deflagrazione provoca la morte di sei soldati italiani ed il ferimento di quattro oltre che decine di feriti tra la popolazione civile.
La denuncia di Emergency dà però corpo alla realtà che vede circa 10 di vittime anche tra i civili e tanti feriti gravi tra cui Marco Garatti, chirurgo d’urgenza, attualmente coordinatore medico del Centro chirurgico di Emergency a Kabul che ha rilasciato questa dichiarazione a Peacereporter che riportiamo integralmente:«Ai rappresentanti dello stesso ministero della Sanità afgano è stato impedito oggi di entrare nell’Ospedale militare di Kabul e, quindi, solo il ministero della Difesa ha potuto render conto del numero delle vittime civili.
Dopo il tragico attentato di oggi, oltre a piangere la morte di alcuni ragazzi italiani, dovremmo piangere la morte e il pessimo trattamento ricevuto da alcune decine di pazienti afgani che sono stati forzatamente trasferiti ed ammassati nella struttura sanitaria dell’esercito, che solo in occasioni come questa si ricorda che può trattare anche civili. Se la motivazione fosse la possibilità di garantire un trattamento migliore, lo si potrebbe comprendere: purtroppo la motivazione vera e non troppo nascosta è che così i pazienti possono essere "interrogati meglio".
Nell’Afghanistan democratico, non è tanto importante quanto sei ferito ma quanto sei utile alle indagini. Il Centro chirurgico di Emergency a Kabul riceve quotidianamente decine di feriti che vengono da tutte le province vicine, ma quando una bomba esplode a 500 metri dall’ospedale, ai pazienti viene reso impossibile esercitare il proprio diritto ad essere curati: per motivi che chi fa attività sanitaria, come me, trova difficile comprendere».
Tutti i militari morti fanno parte del 186 esimo Reggimento Paracadutisti Folgore. Gli eroi morti per la patria sono il Tenente Antonio Fortunato,nato a Lagonegro (PZ), classe 1974; il sergente Maggiore Roberto Valente, nato a Napoli, classe 1972; il 1^ Caporal Maggiore Matteo Mureddu, nato a Oristano, classe 1983; il 1^ Caporal Maggiore Giandomenico Pistonami, nato a Orvieto (PG), classe 1983; il1^ Caporal Maggiore Massimiliano Randino, nato a Pagani (SA), classe 1977; il 1^ Caporal Maggiore Davide Ricchiuto, nato a Glarus (Svizzera), classe 1983. La nostra presenza in Afghanistan ad oggi ha provocato 21 vittime.
I quattro militari feriti sono: il primo maresciallo dell’Aeronautica Felice Calandriello, 58 anni, di Sassano (Salerno), che ha riportato un forte stato di choc, e tre primi caporalmaggiori della Folgore: Rocco Leo, 26 anni, originario di Francavilla Fontana (Brindisi) ed effettivo al 186/o reggimento paracadutisti, che ha riportato un forte stato di choc; Sergio Agostinelli, 32 anni, originario della Svizzera ed in servizio al 186/o reggimento, al quale sono stati diagnosticati un trauma da scoppio all’orecchio destro e contusioni varie e Ferdinando Buono, 30 anni, di Napoli, in servizio al 187/o, che ha avuto una lieve ferita alla mano sinistra ed un trauma da scoppio all’orecchio sinistro.
L’attentato è stato rivendicato dal portavoce dei talebani, Zabiullah Mujahid. nel messaggio sms il portavoce ha riferito che un uomo di nome Hayutullah si è fatto esplodere contro il convoglio militare dell’Isaf, nel centro della capitale. Una storia di Guerra che termina con il rientro delle salme e con i funerali di stato che si svolgeranno a Roma. Per il futuro invece guardiamo ancora ai Talebani giustizieri che in nome del Corano riescono a fare tali ingiustizie ed attraverso il Mullah Omar dichiarano "Abbiamo combattuto contro gli invasori inglesi per 80 anni 1839-1919 e, infine, li abbiamo sconfitti ottenendo l’indipendenza dalla Gran Bretagna, siamo pronti ad una lunga guerra che ci porterà a buttare fuori gli invasori dalla nostra terra".
Aggiungiamo che gli stessi Talebani sono i discendenti di coloro che hanno inflitto clamorose sconfitte alle maggiori potenze militari che hanno modificato l’assetto geopolitico del mondo dai tempi di Gengis Khan fino ad oggi, l’ultima a cadere l’Armata Rossa. Forse ora tocca a noi?
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