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La parola che uccide: I Siciliani, di Pina La Villa | [1] | [2] | [3] | [4] | [5] | [6] | [7] | [8] | [9] | [10] | Addamo | Orioles | [Bibliografia]

 

[8] Il laboratorio Siciliani

Con la sconfitta alle amministrative catanesi del 1993 gli imprenditori ritirano il loro appoggio; il ritiro non avviene in maniera netta, ma i rapporti vengono progressivamente lasciati cadere. Claudio Fava lascia Catania, Michele Gambino torna ad "Avvenimenti", gran parte degli aderenti alla Rete defluisce.
All'interno de "I Siciliani" resta quello che potrebbe chiamarsi il momento di "laboratorio".
Il "laboratorio" Siciliani nasce dalla impossibilità a procedere nel "progetto quotidiano", che però non viene accantonato. Del resto la stessa latitanza dei finanziatori, che non negano esplicitamente l'impegno, mantiene il gruppo di redattori nell'equivoco.
Il laboratorio è inserito all'interno della prospettiva quotidiano, tutte le scelte sono finalizzate a porre tasselli che potranno servire per la struttura quotidiano e possono essere così schematizzate [36]:

a) Continua l'apertura agli studenti medi come mezzo di reclutamento primario degli attivisti / collaboratori. "I Siciliani" offrono alle attività dei movimenti studenteschi cittadini - siamo in un periodo di lotta e occupazioni - supporto tecnico e materiale, dall'uso delle fotocopiatrici e fax, al tentativo di un giornale studentesco sulla falsariga de L'Alba. "Mi ricordo le riunioni di questi ragazzi" dice Sergio Failla, "accovacciati a cerchio, a terra, al pian terreno della sede di via Regina Margherita, a discutere del foglio che avrebbero voluto diffondere. A queste riunioni decisiva era la presenza delle ragazze, erano soprattutto le studentesse a premere per la nascita del foglio degli studenti medi. Tra di esse Caterina Carta..."
b) Nasce il progetto holding dei poveracci. All'interno del progetto quotidiano significava poter disporre di redazioni locali attorno all'unico mezzo serio per formare redazioni, ovvero la creazione e il lavoro attorno a testate locali. La holding nasce da una doppia intuizione: da una parte Orioles che aveva creato "gabbie" utilizzabili da chiunque - bastava disporre di un computer e riempirle di contenuti. Dall'altra Massimo Malerba, che divenne il coordinatore di questa iniziativa, e mise a punto il progetto: creare un insieme di testate che si presentassero come un'unica testata a tipografi e server di pellicolaggio, in modo da "spuntare" un prezzo più basso e dunque permettere la diffusione di testate locali altrimenti impossibilitate a nascere a causa dei singoli prezzi esorbitanti;
c) Nasce Imminews, foglio coordinato e portato avanti da un immigrato residente a Catania, Rida;
d) Nasce Il Foglio degli operai, portato avanti essenzialmente da Rosanna Fiume. Il Foglio tenta di dare voce alle lotte del ceto più colpito della ristrutturazione economica succeduta alla fine dei "cavalieri del lavoro": gli operai che lavoravano alla Ditta Costanzo soprattutto, e poi il "popolo dei cancelli" di Sigonella, e le lotte innescate nei processi di ristrutturazione delle realtà industriali di Gela e Milazzo, e della zona industriale dei petrolchimici di Priolo (Siracusa).

Nel momento in cui divenne finalmente evidente l'impossibilità di giungere al quotidiano, nel 1995, Orioles tentò un altro progetto, cui non si diede nome (tanto era forte il desiderio di non arrendersi all'impossibilità del progetto quotidiano) che noi qui possiamo chiamare per comodità di riferimento "progetto network".
Il progetto network puntava alla creazione di un foglio nazionale, di circa 16 pagine, al cui interno potessero essere inserite e veicolate delle testate locali (a carattere provinciale e/o regionale). In questo modo le testate regionali non avrebbero perso autonomia né identità ma si sarebbero rafforzate dal poter disporre di una parte "nazionale" qualificata e qualificante.

A parte e marginale è da considerare l'esperienza de "I Siciliani" "online". "I Siciliani" non hanno avuto una chiara né decisa "attenzione" verso i nuovi media. La debolezza e il carattere "di nicchia" delle esperienze e delle possibilità di comunicazione online in quei mesi del resto non era tale da permettere molto.
Interesse verso i nuovi media hanno avuto alcuni di coloro che giravano attorno a "I Siciliani", dei più giovani. A Catania nel 1994 era nata Raggio di Luna, bbs portata avanti da un giovane hacker. L'esperienza si era rapportata con il tentativo della bbs PeaceLink di Taranto, che aveva raccolto le bbs soprattutto del Meridione e impegnate nel volontariato - antimilitarista e ambientalista.
Tra la fine del 1994 e l'inizio del 1995 si diffonde in Italia Internet. A Bologna è l'esperienza "storica" de La Città invisibile (www.citinv.it) portata avanti da un gruppo di giovani, in gran parte ricercatori o assistenti universitari. "I Siciliani" hanno una loro pagina grazie alla presenza in quei mesi a Bologna di Lucio Tomarchio che fa da intermediario. La pagina de "I Siciliani" sul web non raggiunge mai il carattere di una vera e propria testata ma rimane limitata alla singola presenza "di bandiera". Tuttavia è significativa della tensione verso il nuovo che la testata aveva.

Nella prospettiva tenacemente perseguita di lavorare alla struttura quotidiano e porsi come gruppo centrale all'interno dell'area (ormai non più di partito) democratica catanese e siciliana, sono da segnalarsi almeno due importanti iniziative:

- il Corso di giornalismo, tenutosi tra il febbraio e il marzo del 1995, alla Camera del Lavoro di Catania. Occasione d'incontro per un paio di centinaia di persone, provenienti dalle province - soprattutto della Sicilia orientale - per apprendere rudimenti di giornalismo e tecnica di comunicazione;
- la partecipazione, nel marzo 1995, alla Prima Giornata dell'Informazione libera e democratica, organizzata dalla rivista Città d'Utopia. Viene formato un Coordinamento cui partecipano sei realtà dell'informazione politica siciliana. "I Siciliani" non ne sono promotori, vi partecipano, ma escono dopo poche riunioni dal Coordinamento.

Il Corso è senz'altro uno dei momenti più alti del lavoro politico e giornalistico de "I Siciliani" (oltre ai numeri prodotti in questa fase). Parte di quell'idea di "socializzazione" delle tecniche di comunicazione proprie dell'assunto libertario da cui provenivano alcuni dei giornalisti di punta de "I Siciliani" di questa fase.
La Giornata dell'Informazione testimonia invece l'esistenza di un quadro di debolezza complessivo e di frammentazione delle testate democratiche dell'isola: "I Siciliani" erano, tra le testate presenti, i più "professionisti" dal punto di vista giornalistico, gli unici a essere nelle condizioni di fare "informazione" e non "commento" sulle cose che accadevano.
Debolezza anche testimoniata dal fatto che una Seconda Giornata fu possibile organizzarla solo nel 1998, in tutt'altro clima politico e con la partecipazione di molte meno testate giornalistiche (le altre, tutte chiuse).


Note:
[36] Per questa parte mi sono avvalsa delle conversazioni con Sergio Failla, coordinatore di "Girodivite", un mensile nato all'interno della Holding dei poveracci, e Lucio Tomarchio, una nuova leva degli anni novanta, lavorava al Foglio degli operai.

 


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