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Santa Teresa di Riva: chiama il 118 e poi... aspetta!

Come agire in caso di emergenza sanitaria in uno dei tanti paesini della provincia jonica messinese?

di Piero Buscemi - sabato 2 settembre 2017 - 5159 letture

Settembre è ufficialmente entrato in questa estate torrida 2017. Da settimane gli indigeni e i villeggianti, che hanno invaso la litoranea che va da Taormina a Messina, sono stati costretti a far fronte ad un’ondata di caldo che, a detta degli esperti, è tra le più infuocate degli ultimi decenni. Siamo ormai avvezzi a queste notizie sulle involuzioni meteorologiche, legate all’incuria degli abitanti del nostro bistrattato pianeta, agli incontri internazionali organizzati, almeno sulla carta, con lo scopo di trovare le soluzioni delle quali potrebbero goderne le future generazioni.

Settembre, poi, fino a qualche decennio fa, rappresentava la linea di confine del passaggio dall’estate ad un accenno, non osiamo dire di inizio autunno, ma quanto meno di un abbassamento delle temperature a livelli più sopportabili. Occorre ammettere che, se questa regola naturale si è spesso manifestata a latitudini più a nord, in Sicilia l’estate si è sempre prolungata fino ad ottobre inoltrato e, negli ultimi tempi, non è raro registrare giornate tipicamente fuori stagione, anche a ridosso di dicembre.

Ne consegue che i martellamenti mediatici preventivi alla stagione calda ed indirizzati alla popolazione più anziana ed ai bambini, caratteristici dei titoli di apertura dei tg nazionali, hanno la loro consueta coda anche dopo la settimana di ferragosto. In effetti, fa ancora molto caldo ed il rischio di improvvisi malori, dovuti a sbalzi di pressione arteriosa o ad altre patologie, rimane molto alto per buona parte della popolazione.

Questo rischio ha trovato riscontro, stamattina (2 settembre), sul lungomare di Santa Teresa di Riva, uno dei più grossi centri della riviera jonica messinese, quando intorno alle nove del mattino, una signora anziana, con mobilità ridotta e sostenuta dall’uso del bastone, per cause concatenanti, è caduta a terra sbattendo la nuca sul selciato e provocandosi un bernoccolo di grosse dimensioni.

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118 Santa Teresa di Riva

L’intervento tempestivo di alcune persone di passaggio non si è fatto attendere e, come conseguenza quando ci si ritrova in determinate circostanze, è stata quella di chiamare subito il 118, avendo l’accortezza di immobilizzare il più possibile la signora, onde evitare imprevedibili conseguenze. La telefonata, alla quale hanno fatto seguito alcune domande di routine da parte del centro intervento, ha visto l’arrivo sul posto di un mezzo di soccorso circa mezz’ora dopo la chiamata. Questo ritardo è stato dovuto all’impossibilità del punto di soccorso di Santa Teresa, localizzato nei pressi del palazzo del municipio, molto probabilmente impegnato in un altro intervento, costringendo l’unità mobile di Letojanni, distante quindici chilometri, ad intervenire percorrendo la statale 114 che, molto trafficata in questo periodo, non ha consentito un tempestivo arrivo sul luogo di interesse.

La signora, soccorsa dallo staff medico intervenuto, è stata condotta al pronto soccorso per verificare le eventuali complicanze dell’ematoma, pur avendo sin da subito manifestato incoraggianti segnali di lucidità. Quello che, però, ha evidenziato questo episodio, non raro non solo in queste zone turistiche, è stato il lasso di tempo necessario affinché l’autoambulanza sopraggiungesse sul posto. Eccessivo, se consideriamo che sia le conseguenze della caduta, non bene quantificabili al momento del soccorso, sia l’eventualità di una situazione ancora più d’emergenza, nella quale ci si poteva trovare, come ad esempio un attacco cardiaco.

Santa Teresa di Riva rientra tra quelle realtà del comprensorio messinese che si affaccia sul mar Jonio, caratterizzata ed in piena sintonia con il resto del paese, dalla presenza di una popolazione in larga misura anziana. Questa peculiarità dovrebbe essere, a nostro giudizio, maggiormente curata dalle amministrazioni locali, ma spesso viene relegata ad un problema secondario o rivalutato solo in sede di elezioni amministrative, rappresentando un cospicuo bagaglio elettorale dal quale attingere al bisogno.

Superata la bagarre elettorale, si presta più attenzione ad un’immagine più legata ad un’emancipazione ed un’emulazione di zone più rinomate del turismo italiano, quali la riviera romagnola, sfoggiando con soddisfazione fine a se stessa, particolari interventi di attrattiva turistica che non rispecchiano la realtà locale, né tanto meno, le reali necessità della popolazione che vive in questi luoghi tutto l’anno.

Il presidio di soccorso sanitario, accennato prima, posto in posizione centrale del paese, ha mostrato in più occasioni, la limitatezza della propria funzione di utilità alla collettività. Presieduto da un medico e dal personale addetto alla guida di una autoambulanza in dotazione, come dimostrato da quanto abbiamo descritto in precedenza, non riesce a far fronte alle diverse richieste d’intervento, provenienti anche dai paesi limitrofi. Qualche mese fa, uno spiacevole episodio ha visto protagonista un signore che, dolorante a causa di una colica renale, si è presentato per richiedere una visita preventiva per decidere se raggiungere il pronto soccorso. Alle 19,55 il medico di turno si è rifiutato di visitarlo, nascondendosi dietro la motivazione che il regolamento non lo autorizzava a prestare il proprio servizio oltre l’orario di chiusura del presidio (fissato alle 20,00 ndr), consegnando alla guardia medica la responsabilità del caso.

Davvero preoccupante dover constatare un rispetto così pignolo e burocratico, in tema di salute pubblica, la rigidità della gestione della sanità nazionale e, in più restrittiva misura, quella siciliana, complica ulteriormente l’attività degli addetti al primo soccorso che dovrebbero coadiuvare il compito più specialistico del vicino ospedale di Taormina. Non è raro, come capita spesso quando le strutture pubbliche non riescono a soddisfare le esigenze della cittadinanza, rivolgersi a società private che gestiscono autoambulanze con costi aggiuntivi che si vanno a sommare a quelli già sostenuti con il servizio sanitario nazionale.

La Sicilia, la cui autonomia gestionale, ha da sempre rappresentato la cartina torna sole dei limiti dell’efficienza del servizio pubblico, ha già dato ampia dimostrazione di malasanità con episodi dei quali è riduttivo già provare vergogna nel sentirsi esseri umani. Santa Teresa, che quest’anno ha rinnovato la giunta comunale, in piena sintonia con le amministrazioni che l’hanno preceduta, ha preferito scegliere la via più facile di un’immagine preconfezionata di pseudo-efficienza, appoggiandosi al riconoscimento della bandiera blu, del quale ce ne siamo già occupati con un precedente articolo, l’istallazione di una palestra fitness all’aperto, l’organizzazione della notte bianca e l’enfatizzazione delle feste religiose.

Tutte iniziative che dovrebbero rappresentare il contorno, e non il piatto principale con il quale sfoggiare l’operato di un’amministrazione comunale. Nonostante i tentativi di occultare un’evidente realtà, la popolazione italiana è anziana. Quando, qualche anno fa, la compianta Marta Marzotto ebbe a dire, a proposito di senilità, che non fosse realistico sostenere che la vita si fosse allungata, ma che piuttosto lo fosse la vecchiaia, oggi ci ritroviamo a dare conferma a quell’epitaffio che ci era apparso come una frase d’effetto.

Lo ribadiamo, se la signora bisognosa di soccorso, si fosse ritrovata a far fronte ad una situazione ancora più gravosa di quella che è stata costretta a vivere, oggi saremmo stati costretti a documentare un epilogo diverso. Questo evidenzia ancora di più la necessità di provvedimenti drastici e non più rinviabili, quali un’istituzione di una cooperativa di intervento che garantisca in ogni paese della riviera jonica, un presidio di primo soccorso e la disponibilità di mezzi, sempre a disposizione, efficienti e gratuiti.

Come in altre occasioni, rivolgiamo una domanda agli amministratori locali di queste zone, che può essere rivolta anche a qualsiasi ruolo istituzionale di altre cittadine italiane: ma tu, sindaco, assessore, consigliere o qualsiasi altro ruolo orgogliosamente rivendichi, ci pensi mai che quella povera donna, impaurita e smarrita nel suo dolore, potrebbe essere tua madre?


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