Racconti ischitani (ragazzo di strada 23)
L’aria tiepida della sera entrava dalla finestra spalancata. Alessio si era attardato nello studio. Doveva completare un progetto. Spense la radio. Non riusciva a concentrarsi. I collaboratori avevano terminato l’orario lavorativo. Sulla scrivania il computer era rimasto acceso. L’ingegnere si avvicinò al tavolo da lavoro. Cominciò a fare alcune correzioni. La luce era appena sufficiente. Notò un lieve tremore alle mani. Probabilmente aveva esagerato con la caffeina. I minuti trascorrevano lenti. Rimase a lungo in quella posizione.
Il citofono cominciò a suonare. Attese qualche istante. Passò mentalmente in rassegna le persone che potevano cercarlo a quell’ora. Decise di non aprire. Il suono divenne insistente. Fastidioso. Guardò l’orologio. Non aveva voglia di vedere nessuno. Fu in quel momento che il ragazzo cominciò a chiamare. Era la voce di Alessandro.
Alessio avvertì una sensazione di grande stupore. Non riusciva a credere alle proprie orecchie. Era lui... Era proprio lui...
Si diresse verso l’ingresso a passo spedito. Girò la chiave nella serratura. La porta si aprì dall’interno.
Buonasera... - disse l’ingegnere.
Posso entrare...? - chiese Alessandro.
Buonasera...- ripetè l’uomo.
Buonasera... - rispose il ragazzo.
Adesso puoi entrare... - continuò Alessio.
Il giovane avanzò di qualche passo. Si sfilò il giubbino poggiandolo su una sedia.
Che sorpresa...- esclamò l’ingegnere - Perchè sei venuto...? -
Se te lo dico non mi credi... - osservò l’amico.
Tu prova a dirlo... - aggiunse Alessio seguendolo con lo sguardo.
Mi servono trecento euro... - disse il ragazzo - Non so a chi chiederli. Mi servono subito. -
L’ingegnere scoppiò in una sonora risata. Si sentiva confuso. Imbarazzato. Avrebbe voluto smettere. Non riusciva a fare a meno di ridere.
Intanto cominciò a piovere. La temperatura si stava abbassando. Probabilmente era in arrivo un temporale. Il ragazzo si voltò in direzione della finestra aperta. Stava per chiudere i vetri quando l’amico lo raggiunse di spalle abbracciandolo.
Finalmente... - mormorò con un filo di voce stringendolo per la vita - Mi sei mancato. -
Sul serio...? - chiese Alessandro cercando di divincolarsi.
Lo giuro... - rispose Alessio bloccandogli i movimenti - Mi sei mancato moltissimo...-
Alessandro non fece resistenza. Fu allora che l’ingegnere allentò la presa. Cominciò a baciarlo sul collo.
Ti perdono tutto... - ripetè l’uomo sottovoce.
Mi perdoni cosa...? - chiese il giovane liberandosi.
Ti perdono di avermi ignorato per tutto questo tempo... - spiegò lui.
Ce l’hai trecento euro...? - insistè il ragazzo - Non te li chiederei se non mi servissero veramente. -
A cosa ti servono...? - domandò l’ingegnere.
Devo riparare il motorino... - spiegò Alessandro.
Capisco... - disse Alessio.
Cosa capisci...? - insistè Alessandro.
Capisco che sei un bugiardo... - continuò l’amico.
L’ingegnere sfilò il portafogli dalla tasca dei pantaloni. Poggiò le banconote sulla scrivania. Ripose il portafogli.
Hai chiuso la porta a chiave...? - chiese il ragazzo tirando la tenda davanti alla finestra.
Sì... - rispose l’ingegnere abbracciandolo.
Alessandro cominciò a baciarlo sulla bocca.
Fine
Angela Colella
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