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Quel gran pezzo dell’Ubalda tutta nuda e tutta calda

Regia di Mariano Laurenti. (Ita,1972, Commedia, 86 min.). Con Pippo Franco, Umberto D’Orsi, Karin Schubert, Edwige Fenech. 40 anni fa l’ideale inizio della commedia sexy all’italiana

di Orazio Leotta - mercoledì 2 maggio 2012 - 8261 letture

Tutto ebbe inizio con Edwige/Ubalda. Ci riferiamo alla commedia sexy all’italiana, quel fortunato genere tipico cinematografico degli anni ’70, etichettato troppo frettolosamente adesso come trash e all’epoca come porno o soft-porno. Un genere ideato dal regista Mariano Laurenti e dal produttore Luciano Martino, a quei tempi compagno della Fenech, che si colloca nel post decamerotico. Quel_gran_pezzo_dellUbalda[1]

L’idea nuova è quella di unire i comici, dunque le gag e le battute da avanspettacolo, un po’ caciarone e volgarotte, alla procacità dei corpi femminili, vedi Edwige Fenech, spesso collocati in situazioni di voyeurismo e vagamente erotiche. Nel film in questione, infatti, la verve comica di Pippo Franco e Umberto D’Orsi traina il film e ben si concilia con le nudità alternate della Fenech e di Karin Schubert. Pertanto non solo tette, giovani donne sotto la doccia o sbirciate dal buco della serratura ma soprattutto ottimi comici. Esplosero sul grande schermo da lì a poco i vari Lino Banfi, Alvaro Vitali, Renzo Montagnani, Alberto Lionello, Mario Carotenuto etc...

Il successone ai botteghini dell’Ubalda non si ripeté col successivo film dell’accoppiata Laurenti/Fenech, una scena del film2“La bella Antonia prima monica e poi dimonia”, appunto perché non era sufficientemente sorretto dalla componente comica: Riccardo Garrone e Piero Focaccia non potevano reggere il confronto con la coppia Franco-D’Urso e le belle forme della Fenech non bastarono a renderlo un film indimenticabile. Stesso discorso vale per il successivo “Quando le donne si chiamavano madonne” ove fra l’altro la Fenech ricopre un ruolo marginale. Si dovette attendere il celeberrimo “Giovannona Coscialunga disonorata con onore” con il ritorno di Pippo Franco e la centralità della scena per la Fenech. Ancora successo subito dopo con “Vedova inconsolabile ringrazia quanti la consolarono” con Carlo Giuffré e ancora la Fenech.

Era stato “brevettato” il segreto del successo di questo filone di film: comicità immediata legata a erotismo, immaginazione e voyeurismo che dovevano avere come location i luoghi del quotidiano: la scuola, la camera da letto, il bagno, le caserme, gli ospedali, le piscine, il mare o la campagna e come moventi i tradimenti, le gelosie, i turbamenti giovanili e non. Si alterneranno nel genere registi come Nando Cicero, Steno, Salvatore Samperi, Sergio Martino, Michele Massimo Tarantini, Pasquale Festa Campanile e finanche Ugo Tognazzi ( “Cattivi Pensieri”), attrici indimenticabili quali Gloria Guida, Barbara Bouchet, Carmen Villani, Nadia Cassini o Femi Benussi per notissimi film quali “Il Vizio di Famiglia” (1975), “La Liceale” (1975) con Gloria Guida, “La Professoressa di Scienze Naturali” (1976) con Lilli Carati e tantissimi altri compresi i più accettati dai critici severi “Malizia” o “Il Merlo Maschio”.

Uno stuolo di ziette, cognatine, infermiere, dottoresse e insegnanti, più o meno disponibili, che hanno permeato gli anni ’70 cinematografici italiani; vere muse ispiratrici, erotiche ma raramente morbose, che hanno rappresentato in fondo il crepuscolo della rivoluzione sessuale.


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