Infiorata bagnata, infiorata...

Domenica di pioggia, alla ricerca delle emozioni che Noto, al di là dell’Infiorata, riesce sempre a donare ai visitatori

di Piero Buscemi - domenica 19 maggio 2024 - 1724 letture

Alla fine non siamo riusciti a vederla, quanto meno per intero e in tutta la sua magnificenza. Scegliere di recarsi a Noto per ammirare la famosa Infiorata, appuntamento annuale di maggio che, negli ultimi trentadue anni ci piace accostare al ricordo di Giovanni Falcone, ucciso dalla mafia il 23 maggio del 1992 a Capaci, oltre a questa divagazione storico-civile, averlo fatto di domenica, era un azzardo.

Ne eravamo consapevoli e, al momento di organizzare il viaggio, abbiamo ritenuto di non sfruttare un eventuale accredito stampa, ma di pagare la modesta cifra di 4,20 euro, sapendo che avremmo avuto grossi rischi di non riuscire ad accedere alla via Nicolaci che ospita questa creativa e sempre sorprendente manifestazione artistica di colori e profumi che inebriano lo sguardo e la fantasia di chi ha la fortuna di vederla da vicino.

Raggiungere Noto di domenica, già in periodi non legati a un particolare evento culturale, è sempre una bella avventura. Scegliere un orario "comodo" per accedere alla cittadina, è praticamente impossibile. Qualsiasi ora della giornata potrebbe essere quella sbagliata. Dobbiamo dare ragione a un visitatore occasionale che incontrammo qualche anno fa, in una notte senza fine di una delle tante estati afose e umide, caratteristica di queste zone a sud della Sicilia Orientale, il quale incrociato per Corso Vittorio Emanuele, con un sorriso smaliziato ci disse che se volevamo godere a pieno delle straordinarie bellezze del barocco netino, bisogna venirci quando la notte cede il passo all’alba.

Potremmo dire "il rischio è il nostro mestiere", rubando la nota frase di Piergiorgio Zannini. Ed eccoci ad avventurarci sulla Siracusa-Gela che, già di suo, come tante altre strade di grandi collegamenti in Sicilia, rappresenta a pieno titolo un’altra delle nostre opere senza fine. Usciti a Noto, abbiamo seguito le indicazioni per la città, preparati psicologicamente all’imminente coda chilometrica di auto dirottate verso i parcheggi adibiti per l’evento fuori città.

Un’oretta circa per raggiungere il parcheggio libero allestito al cimitero, tanto per non farsi mancare una nota di sarcasmo macabro, tipico della tradizione siciliana, scongiurante di chissà quali nefande conseguenze che non siano parte integrante della vita. Parcheggiata l’auto, abbiamo preferito rinunciare alle navette per il trasferimento a ridosso del centro storico. Due chilometri di camminata non ci sono sembrati proibitivi per arricchire la nostra gita di un po’ di attività fisica.

La vera sorpresa è stata imboccare il Corso Vittorio Emanuele. Un muro di turisti, visitatori, gente del luogo ci ha accolto, suscitandoci un immediato disagio e senso di anthropofobia. Il vicino Museo del Convitto delle Arti, che ospita in questi giorni la mostra "La Sicilia di Caravaggio", ci ha tentato più del dovuto in veste di un luogo di rifugio sicuro e certamente meno affollato. La speranza che l’organizzazione ci conceda prima o poi l’accredito stampa per consentirci di realizzare un articolo, richiesto a più riprese ma che non ha mai ottenuto risposta, ci ha fatto rinviare quest’altro appuntamento con Noto. Sì, lo ammettiamo, vogliamo essere polemici e sottolineare come in molte realtà della Sicilia, svolgere l’umile lavoro del recensore artistico comporta spesso l’acquisto del biglietto di ingresso. Auspichiamo vivamente che questo messaggio giunga agli organizzatori della mostra, senza false illusioni, ovviamente.

Tornando allo scopo della nostra visita, spostandoci lungo il corso, giunti al bivio con la via Nicolaci, che ospita l’Infiorata, distratti forse dagli spettacolari sbandieratori in sfilata, non ci siamo subito accorti della fila "chilometrica" di persone che attendevano pazientemente di accedere. Un serpentone di visitatori ci ha fatto desistere da un contatto ravvicinato con i petali iridei che ci avrebbero atteso nel loro pieno splendore.

Abbiamo così seguito lo spettacolo interpretato dagli sbandieratori, proprio davanti la Cattedrale di San Nicolò. Un’occasione per deliziarsi con le acrobazie da giocolieri di altri tempi che la scuola di sbandieratori hanno offerto al pubblico presente. Poi, volendo farci supportare da un’altra citazione, come avrebbe detto Marty Feldman nel celebre film "Frankenstein Junior" del 1974, "Potrebbe andar peggio...potrebbe piovere", la pioggia battente si è scatenata provocando un inevitabile fuggi-fuggi in cerca di riparo.

L’Infiorata, per la cronaca, quest’anno è stata dedicata a Giacomo Puccini del quale, il prossimo 29 novembre, ne sarà ricordato il centenario dalla morte. In altri spiazzi davanti alle chiese più importanti, sono state allestite dei quadri sul selciato, realizzati con la stessa tecnica usata per decorare Via Nicolaci. Si potrà accedere all’Infiorata fino a martedì 21 che, lo auspichiamo, consentirà ai visitatori una più "umana" accessibilità dell’evento.

Breve cenno storico (Fonte: https://www.infioratadinoto.it)

Ogni anno la terza domenica di maggio è dedicata all’ infiorata evento della città di Noto. La manifestazione è nata nei primi anni 80 dall’incontro di artisti infioratori Genzanesi e Netini, ed è proprio nella città di Genzano, in provincia di Roma, che si sviluppa questa nuova tecnica pittorica. Via Corrado Nicolaci è la via dove nasce l’infiorata, l’impatto è forte, in alto la Chiesa di Montevergini che si contrappone al palazzo del Principe Nicolaci "Villa dorata", con i balconi che sono stati definiti da molti i più belli del mondo. Oggi l’infiorata di Noto è considerata tra le più belle manifestazioni dell’intera Isola.

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