Il quadro della settimana: “Funerali di San Bonaventura” di Francisco de Zurbaràn

1629
 Olio su tela
 cm 245 x 240
 Ubicato al Louvre di Parigi

di Orazio Leotta - martedì 12 marzo 2013 - 3508 letture

Francisco de Zurbaràn contribuì con quattro tele, di cui due conservate al Louvre, al ciclo delle “Storie di San Bonaventura” che il collegio francescano di Siviglia volle dedicare al rinnovatore morale dell’ordine, morto nel 1274 durante il Concilio di Lione, del quale era stato ispiratore, invocando la necessità di una crociata e l’unità della chiesa. Le più alte personalità presenti al concilio rendono omaggio al suo corpo, esposto solennemente prima della sepoltura. 35) Funerali di San Bonaventura

Lo piangono il papa Gregorio X, il re d’Aragona, il vescovo di Lione, alcuni monaci e altri personaggi. L’attenzione dell’artista è posta sulle diverse manifestazioni del dolore attraverso i volti e i gesti. La reazione degli astanti, il loro convergere in gruppo, le braccia aperte delle massime autorità terrena e spirituale, ci danno un’idea della morte non come dramma individuale del credente, bensì nel suo valore sociale di esempio morale collettivo.

La netta, implacabile diagonale della salma, con il candore abbagliante del sudario e della mitra raccoglie su di sé tutta la luce del dipinto, mentre le ombre verdognole che ne percorrono il volto cadaverico rendono spettrale l’esposizione. Per la capacità di ricreare con tanta sobrietà di mezzi compositivi un’atmosfera densa di fervore religioso, Zurbaràn si conferma quale interprete privilegiato della spiritualità monastica del Seicento, il “Siglo de Oro” della pittura spagnola.

Francisco de Zurbaran nasce nel 1598 a Fuente de Cantos, in Spagna. L’artista è particolarmente noto per i suoi soggetti religiosi e il suo lavoro è caratterizzato da un naturalismo tipico caravaggesco e dal tenebrismo, stile in cui sono raffigurate forme molto più in ombra in netto contrasto con altre drammaticamente illuminate.

Dal 1617 al 1628 vive a Llerena, vicino alla sua città natale, poi torna e si stabilisce a Siviglia, dove conosce le prime opere di Velázquez e di José de Ribera. Nel 1617 Francisco de Zurbarán si sposa con Maria Paez, di nove anni più anziana, che morirà nel 1623. Nel 1625 Francisco de Zurbarán ha un secondo matrimonio con la ricca vedova Beatriz de Morales, figlia del patrizio di Llerena. Nel 1634 visita Madrid e dipinge una serie di "Fatiche di Ercole" e due scene della "Difesa di Cadice", nel Palazzo del Buon Ritiro e incontra il suo amico Diego Velasquez.

Dal 1630 al 1658 vive con la sua famiglia a Siviglia, nei pressi del Palazzo Reale, e viene nominato pittore di corte da Filippo IV. Nel 1638 realizza la serie "L ’Adorazione dei Magi", per la Certosa di Jerez, a testimonianza del suo lavoro per il re. Nel maggio 1639 la sua seconda moglie muore e il pittore ne rimane profondamente colpito. Le sue opere perdono qualità anche se aumentano le richieste, per la maggior parte realizzate dai suoi assistenti. Nel 1644 si sposa per la terza volta una ricca vedova, Leonor de Tordera, ma la sua fama inizia a diminuire pesantemente.

Dal 1650 in poi l’artista subisce una grande crisi finanziaria, in parte causata dalla perdita in guerra di navi che trasportano i pagamenti dai clienti del Sud America. Questa crisi lo porta a trasferirsi nel 1658 a Madrid. Muore in povertà e senza gloria, nel 1664 a Madrid.


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