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Il Clown Nanosecondo e Naiza, Principessa o Dea......

....della Comunità P..er Sognatori Pratici?

di Enzo Maddaloni - martedì 29 gennaio 2008 - 4198 letture

Quel giorno, Nanosecondo aveva sbagliato a (s)configurare la sua moto del tempo. Forse non avverti subito che ci fossero delle interferenze nell’etere tali che l’avrebbero potuto portare fuori pista.

Certo tutto è possibile quando viaggi nello spazio tempo è un po’ come quello che gli è capitato ad Enzo quando suo figlio Andrea gli stava scaricando sul suo cellulare una bellissima canzone di Michele Zarrillo “l’Acrobata”, e nello stesso momento gli arrivò un messaggio di Naiza che parlava di un progetto troppo fantastico per essere vero: realizzare una Comunità P....er Sognatori Pratici.

Andrea gli chiese: Papà ti è arrivato un messaggio ma chi è Naiza? Gli rispose: Donna dell’altro mondo....non sò ancora se Principessa o Dea....ho chiesto a Nanosecondo di darmi una mano per scoprilo!.

L’ascolto di quella bellissima canzone lo aveva portato nel passato. Gilda era li ancora con lui e stavano riscoprendosi nell’amore e nel tempo. In quel momento quel ricordo cosi presente e vivo si collegava così, magicamente, al presente dello stare insieme a suo figlio, nel mentre Naiza con il suo messaggio lo proiettava a razzo in un possibile futuro, nel quale realizzare cose stranissime, come una Comunità P..er Sognatori Pratici.

Il sempre così si compie? Si chiese Nanosecondo.

Nanosecondo, certamente era sempre disponibile con Enzo per fargli qualche "nagia gentile" ed anche questa volta quando lo chiamo in aiuto si trovò forse nella fretta a modificare per sbaglio qualche parametro nel (s)configurare la sua moto per quel viaggio alla scoperta delle radici di Naiza.

Certo è che fu strano per lui trovarsi in un luogo così diverso dal solito dove il cielo, i fiori, gli alberi avevano tutti i colori dell’arcobaleno ed il sole e la luna si specchiava l’uno nell’altra ed il cielo terso, macchiato da piccolissime nubi bianche, aveva tutte le sfumature del blu e del turchese.

E, c’erano animali mai visti, uccelli bellissimi che volavano alti sopra le colline con campi infiniti di grano ed il vento, dal soffio leggero, giocava con le spighe trasformandole in onde del mare.

Nanosecondo era abituato a vedere posti meravigliosi nei suoi viaggi nel tempo e tra diversi mondi. Questi viaggi, fino ad oggi, erano riusciti a fargli conoscere persone e luoghi stupendi ma, la bellezza di quel posto, contenevano un’armonia ma vista. Anzi, mai sentita e odorata prima.

E, si in quel luogo, se chiudevi gli occhi potevi odorare i colori. Un po’ come quando passi davanti alla porta di una casa e senti il profumo di una pietanza che ti porta attraverso i tuoi ricordi ai colori ed ai profumi della tua infanzia e di quando tua madre cucinava quel piatto. E, tu nel ricordo riesci anche a distinguere i colori del vestito che indossava tua madre o il colore del giorno e dei luoghi che hai vissuto se non anche gli ingredienti della pietanza.

Tutto sembrava essere ordinato dall’armonia, una delle leggi più belle della natura che a volte si rischia di dimenticare, cosi come capitava a Lui quando vive in quel mondo oscuro.

Nanosecondo guardandosi intorno a quel punto si chiese: "..ma, in che posto sono capitato? Quali Prncipesse e/o Dee lo abitano o hanno generato un universo così bello, così colorato? Come si poteva pensare a forme di animali e cose così belle che generandosi in quel modo potevano apparire così irreali? Chi poteva essere l’artefice di un mondo così?"

Platone parlava di essenza intermedia e partecipe della natura. E dopo di lui molti altri scienziati e filosofi hanno descritto matematicamente l’azione che si compie: ciò che mette in relazione il percepire con lo spirito è nella matematica il campo dei numeri interi e nell’azione il campo delle progressioni aritmetiche; quella che unisce l’anima al pensare appartiene al campo dei numeri razionali, progressioni armoniche; in ultimo quella che unisce il corpo con il sentire è il campo dei numeri irrazionali o reali - progressioni geometriche. Ma in questo caso la scienza e la filosofia poteva solo aiutarci a comprendere che lui stava ammirando un atto unico e divino.

Comprese così che in questo caso non si trattava di filosofia ne di regni con re e principesse, doveva essere certamente una Dea.

Quindi era giunto nell’atto di creazione di qualcosa di veramente fantastico?

La stessa (s)configurazione della sua moto del tempo apparteneva a questo atto non poteva essere determinata dal caso!

La moto stessa era riuscita a percepire in quel momento (senza volerlo) una progressione armonica per lasciare il mondo ed il tempo oscuro dove si trovava prima e dal quale andava e tornava in progressione critica, per giungere fin lì?

Naosecondo andò in tensione perchè a quel punto si chiese: Ma come faccio adesso a percorrere questo mondi senza rischiare di (s)configurare il suo futuro?

Ormai non riusciva più neppure lui a distinguere il rapporto temporale spazio tempo. Non riusciva a comprendere se quel mondo lo aveva lasciato alle sue spalle o davanti o era un tempo sospeso nel sempre. Era un sogno o realtà infinite?

Egli decise per questo di non sbilanciarsi molto nella coniugazione dei verbi tanto qualsiasi cosa avesse, ha scritto, scriveva, avrebbe (ha) sbagliato, sbaglierà.

La sua grammatica ormai non apparteneva più al suo tempo. Era sempre più una grammatica interiore, dello stomaco ed a volte indigesta causata proprio dal cruccio anche di sbagliare i verbi "nei tempi" inverosimili dei suoi viaggi con la moto del tempo.

Così, pensando all’uso dei verbi, gli venne in mente di una cosa che Enzo gli aveva detto quanto incontrò la prima volta Naiza.

Enzo, aveva incontrato Naiza (extracomunitaria) donna dell’altro mondo d’origine Rom. Principessa o Dea? Certo era, come ho detto prima, un mistero che avvolgeva la sua figura.

Naiza, apparteneva a quel mondo così odiato e magico dei gitani, con tradizioni di grandi viaggiatori e non è difficile che puoi incontrare anche sangue reale o di Dei.

Forse per questo lo chiamano il Popolo degli “intoccabili”? Perchè rinnovano nei loro viaggi, tra diversi mondi, la contraddizione tra il girovagare e lo stabilirsi in un luoghi sconosciuti e magici, avendo moltiplici possibilità di intreccare i loro geni e le loro credenze?

Un popolo che ha il cuore e le mani calde. E, le mani loro te le leggono oltre a saperti leggere negli occhi e nel cuore. E, spesso ti dicono che devi stare attento, perchè se vuoi realizzare un sogno può essere pericoloso. Ti possono capitare anche brutte cose. I Draghi sono sempre in aguato. Ma, queste sono difficoltà che ti mettono solo alla prova. Solo l’ostinazione di credere nell’amore gratuito alla fine ti può far creare. E, poi ci sono anche i Draghi e gli Orchi buoni semmai il problema resta gli incontri con alcune persone che utilizzano l’amore per ragioni di potere ed in questo caso bisogna stare molto attenti.

Naiza, quel giorno, le disse che anche lei aveva un sogno. Lei era vissuta prigioniera in un castello. Prigioniera del suo sogno. Prigioniera di un incantesimo. Lei lo sentiva come il destino, di tante donne della sua famiglia, Una maledizione. Donne figlia, donne madre, donne sorella, donne amanti, donne sognatrice di libertà ed amore infinito, Donne prigioniere dei loro padri, Donne prigioniere dei loro fratelli, Donne prigioniere dei loro amanti, Donne non libere di amare e di vivere il proprio sogno di vita.

E, fu così che Naiza raccontò una storia ad Enzo. La storia di una sua lontanissima antenata che portava il suo stesso nome, aveva vissuto, un sogno. Anche Lei prigioniera del suo sogno. Un giorno arrivò un cavaliere, su uno strano arnese, che si chiamava Nanosecondo.

Nanosecondo, aveva superato l’impatto dell’emozione di quella rivelazione e si convinse che doveva assolutamente viaggiare in quel mondo per incontrare Naiza (l’antenata di Naiza) solo così avrebbe potuto rispondere alla domanda di Enzo: Principessa o Dea?

E, così che Nanosecondo si trovò in quell’altro mondo e dopo un giro di beato strombazzamento, giunse davanti ad un castello.

Da una delle finestrine della torre centrale udì una musica. Una musica dolce accompagnava il canto di una donna. Una voce bellissima l’armonia di sogni acrobatici.

Sentì dentro quella musica e quel canto: dolore, paura e amore immenso per la vita. Salì sulla torre e aprendo la porta della prigione vide una giovane donna. Capelli folti e lunghissimi di un’agitato riccio indescrivibile, occhi scuri di madreperla nera. “Mi chiamo Naiza”, cosi si presentò a lui la giovane e sconosciuta prigioniera.

Così Naiza gli raccontò la storia della sua vita, di quando era piccola e nacque un suo fratellino e sua madre glielo affidò, perché lei aveva altre due sorelle a cui badare e poi...... E, così Lei divenne sorella, madre e figlia per sopravvivere al suo bisogno d’amore. Un amore che però uccise il suo bisogno di essere bambina e di giocare. Un’infanzia vissuta con la religione dei multi Dei.

Nanosecondo all’inizio non comprendeva se di quel suo passato volesse tenerne memoria o celebrarne la sua morte.

E, cosi gli disse che tutte le storie d’amore sono storie di solitudini e di sofferenza e che la gioia è l’attimo nel quale comprendi che tu appartieni al passato, ma che il passato non ti appartiene più perché o lo superi o rischi che ti uccide. O tu uccidi lui o lui uccide te.

Solo se l’uccidi puoi vivere il tuo presente libero da ogni incantesimo del passato. Solo quando comprendi che tu puoi amare solo il tuo presente in rapporto ai propri bisogni e sentimenti, svuotati del tuo passato e degli stessi bisogni d’amore. Solo allora puoi ricominciare ad amare e creare la tua nuova realtà.

Questo mondo non l’aveva generata così per caso. Era stata Lei che aveva scelto i suoi genitori. Questo mondo non aveva fatto nient’altro che metterla di fronte a delle prove per verificare se questa scelta, a cui Lei aveva potuto accedere. Era stata una facoltà meritata. Cosi il mondo ti mette alla prova. Di fronte a tutti i fantasmi del suo passato.

Nanosecondo colse negli occhi di Naiza una dignità (di principessa) immensa e gli disse di scavare nei suoi dolori, nelle sue paure e nei suoi veri amori e solo così finalmente avrebbe sciolto l’incantesimo che la teneva prigioniera. Racconta a te stessa ed agli altri i tuoi sentimenti ed i tuoi bisogni vedrai che il mondo ti risponderà. Solo così avrebbe permesso al suo tempo – passato, presente e futuro – di ripiegarsi a spirale su se stesso ed evolversi nel tempo presente. Il sempre.

Nessuna verità, nei rapporti con gli altri, poteva servire da esempio. Forse solo il sorriso del Padre che certe volte Lei intravedeva. Ma, era un sorriso si dignitoso ma nascosto e lei ne soffriva.

Era un sorriso non rivelato. Nessuna generazione dei suoi fratelli e sorelle era riuscita a colmare il suo amore. E, per questo, non riusciva a creare il suo sogno. A vedere un suo futuro.

I suoi mutevoli eventi e le stesse generazioni familiari rischiavano di riprodursi se Lei non riusciva a chiudere il cerchio con il suo passato. I suoi mutevoli eventi, fino allora, non riuscivano a trovare l’essenza e più che dare conforto sparivano nel sentimento d’amore che lei cercava di donare a loro e che loro non donavano a lei. Ma, si può chiedere amore?

Tutto cosi appariva alla sua mente e tutto spariva nella vita. La sua anima di bambina l’aveva essa stessa imprigionata nel castello della sua fiaba preferita, non riuscendone più a liberarsene perché il non vissuto t’imprigiona solo per cercare di fartelo rivivere e quindi si crea quel vortice che ti tiene prigioniera di te stessa nei ricordi del passato.

L’incatensimo che produce se stesso. La credenza che si rileva e si fà materia travalicando il sogno. Credenze che avevano dato forma alla sua stessa condizione di donna. Aveva dato così più spazio ai suoi geni abbandonando in quel contesto la sua percezione di essere donna. La sua femminilità l’aveva in parte annullata tanto che lei si sentiva donna solo in inverno (quando la natura muore), in primavera (maschio) quando la natura si risveglia per creare.

La paura di manifestarsi agli altri per cosi com’era (com’è) nascondeva anche la sua bellezza di donna, nella stessa maniera di scoprirsi donna e bambina in primavera e giocare a rincorrersi sui prati.

Certo non era neppure aiutata dalle sue origini "generazionali" di popolo Rom. Popolo di grandi tradizioni e discendenze dall’antico Egitto e che nascondeva una particolare caratteristica genetica. Il cromosoma Y che contiene il gene SRY che determina lo sviluppo dei testicoli.

Ma, considerato che Nanosecondo non crede nel progetto Genoma Umano ma nell’epigentica. Gli suggerì solo di riscrivere le sue percezioni e le sue credenze perché la sua memoria evolutiva poteva modificarsi solo se Lei l’avesse voluto. D’altronde se ci si fermasse ai geni si potrebbe anche dire che per il 60% l’uomo somiglia ad una banana?

In primavera Naiza non riusciva ad eliminare il suo sentirsi maschio forse perché sentiva tutto il peso e la responsabilità di essere diventata donna troppo in fretta e senza rispetto alcuno e senza che gli fosse stato consentito alla sua anima di bambina di nascere e di vivere in armonia anche con la sua sessualità.

L’anima è l’unica cosa più antica del nostro corpo. I geni sono solo un po’ d’arnesi che ci sono serviti nell’atto dell’evoluzione della specie a costruirci in tempi e modi diversi. Quello che è importante però e capire che solo l’anima si ricorda e pretende di rivive delle emozioni e delle esperienze. Per questo si rischia così che ogni anno della nostra vita s’intrecci nel mezzo con tutte le altre “vite”, dei nostri avi. Rischiando così solo di farle riprodurre nel sempre. L’ambiente esterno non inquina solo il corpo ma anche l’anima.

Ogni armonia di note è formula matematica (è forma) la prima, la seconda, la terza, la terza della prima, una volta e mezza la seconda e quarta e quinta e poi fino a costruire un’ottava ed un sedicesimo, ma l’armonia dell’anima richiede i mezzi, i medi per creare le sfumature.

Ma, cosa sono i mezzi e i medi se non il soffio della creatività?

Ogni soffio forma un’armonia ed ogni soffio crea la forma. La stessa genetica ha scoperto che la mitosi di tutte le cellule avviene secondo questa legge musicale dell’armonia. La cellula fecondata dallo spermatozoo (ad esempio) darà la vita dopo 52 divisioni secondo la legge dell’ottava.

Fu così che Nanosecondo insegnò a Naiza a soffiare le bolle di sapone.

E, solo allora comprese che era stato proprio quel gesto cosi semplice e cosi antico "quella costante universale" a creare quel nuovo mondo che lui aveva scoperto adesso.

Nanosecondo era già li da un po’ di tempo, anche se ormai aveva perso la sua dimensione reale il tempo, quando già era arrivato da un pò di tempo con la sua moto del tempo.

Forse per questo si era sentito così “sconfigurato” , anche se era arrivato prima nel periodo invernale ed ora gli sembrava di stare in primavera. La stagione nella quale si prefigura la rinascita della natura ed il suo continuo rigenerarsi dopo la morte invernale.

E, come Naiza iniziò a soffiare bolle di sapone, magicamente ogni bolla incominciò a far prendere forme alle cose che lei pensava, nello stesso momento che le pensava. Così sviluppo, al di la dei suoi geni, tendenzialmente maschili, l’atto creativo proprio di una donna e di una bambina. La sua percezione dell’essere donna capace di creare fu realizzata in quei soffi ormai magici in atti di creazione. Donna bambina, Donna amante, Donna madre. E, fu cosi che davanti agli occhi di Nanosecondo si svelo un mondo fantastico.

Naiza era Principessa e Dea allo stesso tempo? Riusciva ad amare la vita e solo così il sogno diventa realtà!

E, cosi creò il cielo turchese, gli alberi e poi li colorò con la luce dell’arcobaleno e tutto il resto delle cose che Nanosecondo aveva già visto (prima o dopo? Boh!).

In questo caso Nanosecondo notò una cosa formidabile. Le forme delle bolle di sapone non sembravano ubbidire al caos ma ad una nuova e precisa legge universale. Tutto era attratto dal pensiero di Naiza e la sua anima sembrava addirittura collegata ad una coscienza collettiva che le dava forza e sapere, ma più d’ogni altra cosa amore ed armonia.

Le forme dei cerchi si rivolgevano a lei diverse volte ad intervalli diversi regolari ed irregolari. Sembrava che ogni movimento delle bolle di sapone appartenesse ad un senso logico, anche se con velocità diverse anzi proprio le velocità e l’ampiezza del soffio, commisuratamente, creavano variabilità infinite con sfumature nei colori, nelle piante e nelle migliaia specie di animali e di cose.

E, cosi che disegnò il cielo e la terra e tutto ciò che c’era in mezzo. Non un gioco ma come il perfetto esercizio di un’acrobata che vola da un trapezio all’altro, le bolle di sapone, si esercitavano a rappresentare la nuova vita.

Le bolle di sapone “governavano” la loro azione utilizzando la "tensione superficiale" della loro forza, altra legge della natura che, guarda caso, ha come simbolo la Y lo stesso del Cromosoma Y che caratterizza i Popoli Rom. Lei così divenne Donna a tutti gli effetti, nel sempre delle sue stagioni. Aveva trovato la seconda Y dei suoi cromosomi nelle bolle di sapone.

A quel punto Nanosecondo comprese che doveva tornare indietro, o meglio tornare nel tempo presente, nel tempo presente di Naiza “bambina” e portarla con se in questo spazio creativo dove tutti gli animi possono, ritornare bambini, senza far danno a nessuno. Questione complicatissima perchè se sbagliava i tempi rischiava di far morire una vita e mettere in discussione il suo ed il futuro degli altri.

Comprese così il motivo del suo viaggio. Stava comprendendo che ogni forma sarebbe stata perfetta se diventava medesima al tempo ed allo spazio. E, solo così si possono cambiare le percezioni e le credenze e con esse la stessa biologia del corpo, in questo caso di Naiza, facendola sentire bambina e donna sia d’inverno che in primavera.

Quei mondi del passato e del presente si specchiavano medesimi in quel futuro possibile che Nanosecondo stava comprendendo realizzabile, da tutti. "Ma, è ancora sogno o divenire di una realtà fantastica tutto ciò?" Si domandò Nanosecondo.

E’, sogno quando il passato si riproduce all’infinito? Ma quando ciò lo fermi nel sempre quella diventà realta! Gli stessi segni genetici, le forze che concorrono ad ogni atto creativo, sono solo combinazioni di numeri, caso fantastico di combinazioni d’incantesimi magici o quant’altro di più misterioso?

In quel processo armonico di costruzione e creazione ogni cerchio e forma si apriva e si chiudeva contemporaneamente nello stesso momento e per questo medesimo.

Ogni credenza, ogni incantesimo può essere riscritto da quella legge perfetta che non apparteneva più al caos ma ad una forza sconosciuta che era già lì da sempre, una forza che tutti possono utilizzare se solo imparano ad attingerla dall’etere, perchè continuamente ti attrae: l’amore gratuito (legge dell’attrazione).

Naiza, così saltò sulla moto del tempo di Nanosecondo e giunse insieme con lui in questa nuova “Comunità P..er Sognatori Pratici” dove magicamente il passato ed il futuro si unificano nel sempre.

E, così, svelato il mistero di Enzo. Naiza era unica e divina; era principessa e dea ,allo stesso tempo. Ma, fondamentalmente una donna, libera e felice.

Nanosecondo continuò ad insegnare a Naiza a soffiare nelle bolle di sapone. E, Lei cosi iniziò a costruire aquiloni e gli aquiloni volorano in alto nel cielo turchese e danzarano insieme alle bolle di sapone.

E, fu così che l’anima di Naiza poté finalmente rivivere le sue gioie dell’infanzia, cosi come lei le aveva sempre sognate, superando le sue paure ed i suoi dolori.

Naiza, chiuse così il suo cerchio con il passato e ne aprì altri con il coraggio ritrovato delle sue imperfezioni (genetiche) insegnando a tante altre bambine e bambini, con il suo esempio, a costruire aquiloni testimoniando a loro il suo amore gratuito.

Nanosecondo era ormai tornato nel tempo presente nel mentre Naiza divenuta grande lo chiamò e gli chiese se insegnava ai suoi due figli a fare "magie gentili" e a far volare gli aquiloni.

La comunità era ormai cresciuta e Naiza si era sposata con un bellissimo ragazzo. Avevano due figli, uno si chiamava Lapo (era diventato un mago eccezionale) e l’altra una bellissima femminuccia dal nome Naiza faceva volare gli aquiloni acrobatici come nessuno sapeva fare.

Se passate per la Comunità P..er Sognatori Pratici ed alzate gli occhi al cielo vedrete volare centinaia di aquiloni e forse riscirete a vedere anche un Clown, attaccato a dei palloncini, volare mentre disegna il cerchio dell’arcobaleno.


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