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Classifica di vivibilità

Tra i tanti problemi, più o meno visibili, Messina non si sottrae dall’inevitabile destino che accomuna molte città italiane, che provano nello sport a darsi un riscatto sociale.

di Piero Buscemi - mercoledì 8 dicembre 2010 - 3460 letture

Tralasciamo le classifiche alla moda sulla vivibilità delle città italiane, che dal nostro punto di vista, sarebbero più obiettive se chi le stila avesse la possibilità di vivere per un periodo sufficientemente lungo nelle 103 province messe a concorso.

Come scritto, non vogliamo entrare nel merito dei criteri e dei condizionamenti che portano a certi risultati. Preferiamo andare al cuore del problema, documentando dove possibile l’invisibilità più che la vivibilità delle città, dove abbiamo l’occasione di poter dare forza e motivazione al sottotitolo del nome del nostro giornale.

Quel "segnali dalle città invisibili" che, grazie spesso alla collaborazione volontaria e gratuita dei nostri collaboratori sparsi sul territorio nazionale, ci ha permesso di informare i lettori di realtà che, solo apparentemente, erano visibili a tutti.

E in questa ricerca tra le città invisibili appunto, le notizie sulle difficoltà quotidiane riscontrate da coloro che ci vivono, spesso ci hanno lasciato ampi margini di giudizio e purtroppo, di comunanza di destini che, lo ribadiamo, nessuna classifica potrà mai avere un riscontro oggettivo completo.

Fatta salva questa premessa, questa volta siamo tornati a trattare la città "invisibile" di Messina, già martoriata dai suoi problemi di Tir sul viale Boccetta, il tram innovativo che forse non ha risolto le odissee dei messinesi nello sportarsi tra i vari quartieri, le scuole con le sue strutture fatiscenti, il taglio dei collegamenti ferroviari verso il nord, l’attività universitaria mai del tutto trasparente, le morti sospette nelle strutture ospedaliere, il dissesto del territorio. E chissà quanto potrebbe essere allungata questa lista di inefficienza, senza contare quello che potrebbe accadere con la costruzione del ponte, un tappeto copripolvere, che è risaputo, finisce sempre per rilasciare ciò che ha creduto di poter nascondere.

Tra i tanti problemi, più o meno visibili, Messina non si sottrae dall’inevitabile destino che accomuna molte città italiane, che provano nello sport a darsi un riscatto sociale. Anche su questo argomento, occorre fare i conti con gli effetti collaterali che una politica, eccessivamente "visibile", provoca nei confronti degli amanti dello sport che sono costretti a praticarlo in condizioni da paesi sottosviluppati.

Uno dei modi di dire, molto frequente tra i giovani praticanti delle diverse generazioni, quando si vuole canzonare un avversario nelle competizioni calcistiche, è quello che accosta l’antagonista al giocatore con le noci di cocco, quasi a voler simboleggiare l’arretratezza dei mezzi utilizzati per praticare lo sport.

Si finisce per essere vittime delle stesse calunnie, quando girando per la città, si prova ad elencare le strutture che dovrebbero rappresentare la modernità e il vanto di una città che, grazie al suo clima mediterraneo, almeno su questo campo, non dovrebbe avere rivali né impedimenti di sorta.

La realtà è ben diversa, e chi vive a Messina non ha difficoltà a poterlo confermare. L’esperienza calcistica della città nella massima serie di qualche anno fa, altro tappeto occultapolvere, con i suoi risvolti poco chiari, e noi di Girodivite ce ne siamo occupati a sufficienza (vedi articolo del 7 ottobre 2004 http://www.girodivite.it/Una-giornata-al-San-Filippo.html?), ha dato la prova che anche la passione sportiva può essere manipolata e sfruttata per soddisfare interessi privati, senza alcun apporto benefico a chi alla fine la pratica.

Recente di questi giorni la vicenda del campo di atletica Santamaria, che lasciato all’abbandono e all’incuria degli amministratori della città, ha avuto un risvolto grottesco che, non volendo anticipare nulla al lettore, lasciamo al dettaglio delle immagini, gentilmente inviateci da Renato Accorinti. Un altro tassello da parte nostra, per provare a rendere la realtà un po’ più visibile.

http://www.youtube.com/watch?v=okgn7twBVsE

http://www.youtube.com/watch?v=5bYvfM_-dNs&feature=player_detailpage


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