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Vita da college_

dal nostro infiltrato al Tridente di Urbino....

Descritto come un ibrido tra Scampia e Arancia Meccanica, il collegio Tridente si presenta in tutta la sua prorompenza architettonica il giorno in cui, tramite metodi allucinanti, mi viene assegnata la camera xxx del dente terzo...

di Capitain 3.600 - venerdì 24 aprile 2009 - 3577 letture

Descritto come un ibrido tra Scampia e Arancia Meccanica, il collegio Tridente si presenta in tutta la sua prorompenza architettonica il giorno in cui, tramite metodi allucinanti, mi viene assegnata la camera xxx del dente terzo. Per intenderci, siamo tra quelli che vanno a mensa in pigiama. Direttore generale dell’universitarismo urbinate, il collegio Tridente domina dall’alto quelle che di esso sono mere proiezioni, i vari Aquilone, Vela, e Overlook Hotel (meglio conosciuto come Sogesta).

Diviso in blocchi manco fosse un carcere di massima sicurezza, il diabolico Tridente dispone delle donne delle pulizie più esperte dell’entroterra marchigiano, esempio massimo di sobrietà e praticità chapliniana. Ogni mattina, puntuali come un orologio svizzero in ritardo di un’ora, te le vedi scorazzare nel tuo luogo comune, al fatidico “buongiorno” seguono la puntuale rottura di palle sull’immondizia e la micidiale vendetta personale, ovvero far finta di lavare a terra. Rituale che si ripercuote tutti i santi giorni tranne la domenica, dove il cesso col bidè è già più sporco della toilette della stazione di San Severo, ma questa è un’altra storia. Alle ore 12:00 poi , in preda alla vostra massacrante scalinata, è molto probabile che incappiate nei loro discorsi post lavorativi in grembiulino celeste, confabulazioni che oscillano tra l’antisemitismo studentesco e la pensione che percepiranno fra 30 anni. In camera non ci mettono piede, di blitz notturni se ne vedono pochi, qualsiasi singola è disposta ad uso e consumo del borsista che ci mette piede.

Legge non scritta del Tridente: “Difficilmente troverete una stanza uguale a un altra!”. Armadietti capovolti, scrivanie segate in tre, televisioni che compaiono e scompaiono, spazi dilatati, letti inspiegabilmente a due piazze, rispecchiano accento e provenienza del proprio mentore, nel caso di erasmus è probabile che sui muri ci troviate antiche diciture di romanzi, resoconti antropologici, usi, abitudini e costumi dal continente di provenienza: “Catherine 2003” ma anche “Australia, the country of happiness”.

Per coloro la cui vita è appesa al filo dell’Uwic (“Erasmus, l’Italia non è solo msn!”) ci sono gli angoli più bui e oscuri della struttura, “blocchi a rischio studio” recita il cartello, dove si possono organizzare partite di calcetto con pendenza al 15 % ma anche a feste americane senza straccio di americano alcuno.

Toni amatoriali permettendo, dal piano mensa prendono piede i più deliranti tornei agonistici di calcio balilla, ping pong e break dance, dove le urla rimbombanti urtano l’aula studio per poi sommarsi al rutto fragoroso di chi ha appena digerito la crescia pomodoro e mozzarella del Cibus. Forse non lo sai, ma il litrozzo di olio che hai portato da casa domani potrebbe trovarsi benissimo su un traghetto per la Sicilia. Tutto è condiviso. “Quelli che a Pescara erano molisani e leccesi, a Urbino si tramutano in giapponesi, sardi e bolognesi” sottolineava un amico abruzzese.

Il Tridente è anche la dimora degli anconetani, non hanno pasta non fanno lavaggi, vanno a mensa e ci salutano il fine settimana. A stento riescono a condurre una doppia vita (università, fidanzata e/o famiglia), ci deliziano con il loro dialetto, a caricarli è soprattutto quel bonus settimanale che risponde al nome di giovedì sera, grande strapazzo, viaggio psichedelico nei sottoboschi etilico culinari o sulle rampe affaticanti. Piazzi un po’ di cibo sullo stomaco e stacchi un biglietto di non ritorno per Piazza della Repubblica.

Il giovedì sera in bloccole baguette è come se respirino, il vino vernicia di rosso, lo stereo pompa i Talking Heads, peccato che l’unico sobrio sia l’onesto vigilantes, chiamato con il portinaio di turno ad ispezionare l’intera giungla. Irrompe sulla scena e nemmeno te ne accorgi. Dopo 30 secondi, l’invito a smorzare i toni è democraticamente accettato, “quella pistola te la potresti anche risparmiare ” .

Leggenda vuole che, una manciata di anni fa, due ragazzi con una voglia immane di spaghetti al tonno riuscirono nell’impresa di consumare la pietanza sotto lo sguardo impassibile di tale vigile ERSU che li marcava stretti in attesa di un battibecco che non c’è mai stato. “Non avevo mai cenato sotto scorta”, esclamò uno dei due. Erano le 5 del mattino.


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