Che metto?
È capitato a tutte noi di aprire l’armadio e dire “che cavolo metto??”mentre questo brulica di roba, spesso mai messa e con il cartellino ancora lì. Pèr non parlare di quei giorni di shopping sfrenato dove ti fai prendere la mano, anzi il portafogli. Tutto è accessibile, tutto sembra indispensabile...
È capitato a tutte noi di aprire l’armadio e dire “che cavolo metto??”mentre questo brulica di roba, spesso mai messa e con il cartellino ancora lì. Pèr non parlare di quei giorni di shopping sfrenato dove ti fai prendere la mano, anzi il portafogli. Tutto è accessibile, tutto sembra indispensabile.
Se portato all’eccesso un comportamento del genere diventa shopping compulsivo, una patologia caratterizzata da impulsività d’acquisto. In vista del film I Love Shopping, tratto dal romanzo di Kinsella Sophia, la curiosità di capire questo mondo è stata irrefrenabile. Lo shopping compulsivo implica: disturbo del controllo degli impulsi, comportamenti ossessivi e dipendenza da un’attività.
A governare questa patologia sono sentimenti di svalutazione,che prendono origine da un sistema di conflitti che il soggetto porta con se. Sembra rappresentare un tentativo di compensare alcuni desideri infantili repressi, mettendo in atto un comportamento socialmente sostenuto e accettato.
Un continuo tentativo di riempire un vuoto interiore svolto attraverso l’acquisto ripetuto che esprime ciò che si desidera essere, ma che, come in un circolo vizioso, ripropone i medesimi vissuti di mancanza interiore che non possono essere colmati attraverso elementi esterni.
Esiste un significato simbolico legato all’acquisto di oggetti: la ripetitività all’acquisto di certi prodotti, come se fossero pezzi mancati di un puzzle interiore da completare.
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