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Tre minuti

165.000 morti, milioni di senzatetto, migliaia di euro di aiuti umanitari. Tutto sommerso da fango, acqua, lettini da spiaggia, cadaveri irriconoscibili. E da tre minuti di silenzio. Proponiamo dei suggerimenti su come impiegarli e lasciamo ai lettori la possibilità di proporne degli altri.

di Piero Buscemi - giovedì 13 gennaio 2005 - 4270 letture

Tre minuti… per chi ci ha lasciato la vita, senza averla mai posseduta.

Tre minuti… per chi non avrà più un volto.

Tre minuti… per chi ha riconosciuto il Terzo Mondo.

Tre minuti… per chi ha scoperto solo ora, dov’è il Terzo Mondo.

Tre minuti… per i 64.000 morti della guerra ventennale dello Sri Lanka.

Tre minuti… per chi credeva che nello Sri Lanka si producesse solo il miglior tè del mondo.

Tre minuti… per la famiglia di sette persone che, nel frattempo, saltava in aria a Kerbala, in Iraq.

Tre minuti… per le multinazionali occidentali che hanno costruito i villaggi turistici a 5 metri dal mare.

Tre minuti… per chi, solo adesso, ci parla di turismo sostenibile nel sudest asiatico.

Tre minuti… per le mine antiuomo scoperte dal maremoto.

Tre minuti… per i bambini che le raccoglieranno.

Tre minuti…per il regime indonesiano che vuole mettere le mani sui finanziamenti per la ricostruzione.

Tre minuti… per la guerra nascosta di Giacarta.

Tre minuti… per le baracche dei pescatori spazzate in tre…secondi.

Tre minuti… per chi non ha "potuto" rinunciare alla vacanza prenotata.

Tre minuti… per chi ci accuserà per avere denunciato questa "indifferenza".

Tre minuti… per i geologi che sapevano.

Tre minuti… per chi, del parere dei geologi, non gliene fregava niente.

Tre minuti… per le dirette televisive.

Tre minuti… per chi ha capito che, in Giappone, non si sarebbero contati tanti morti.

Tre minuti…per chi ha capito che, dopo la ricostruzione, il sudest asiatico sarà ancora Terzo Mondo.

Tre minuti… per capire un po’ di più.


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