Sul referendum del 12 e 13 giugno
Riflessione sulla legge 40 sulla fecondazione assistita e sul referendum che ci aspetta.
In questi giorni, per motivi di famiglia, ho passato molto tempo nel reparto di ostetricia di un ospedale. E lì ho avuto modo di poter vedere con i miei occhi la gioia di chi diventava mamma dopo averlo a lungo desiderato. Con loro ho visto l’amore e la vita.
Ho visto anche però lo strazio di chi, purtroppo, ha partorito figli morti o gravemente malati. Qui, al contrario, ho visto il dolore e la morte.
E solo dopo ho capito il vero significato del referendum per l’abrogazione della legge 40 sulla fecondazione assistita del 12 e 13 giugno. Ho capito che la questione centrale è davvero la difesa della vita. Solo che la questione deve essere rovesciata.
Una legge che è contro la ricerca e contro la donazione non è una legge che tutela la vita. Una legge che aggiunge sofferenza a chi non può avere figli e che rende più lunghi, insicuri e dolorosi i trattamenti per la fertilità è una legge che moltiplica la sofferenza, piuttosto che tentare di combatterla.
Una legge che costringe le donne a partorire figli che non desiderano più o peggio a partorire figli malati quando potevano nascere sani è una legge abominevole, non una buona legge. Una legge che per tutelare vite non partorite mortifica quelle adulte e coscienti, costringendole allo strazio, non è una legge giusta.
Ed inoltre una legge che fa tutto questo (e la legge 40 lo fa) non può essere detta una legge cattolica. Farlo equivale ad insultare tutti i cattolici. O comunque, a mio avviso, equivale a stravolgere tutti i principi della religione cristiana.
Per tutti questi motivi invito chi è per la ricerca e per la vita, chi è contro la sofferenza e la mortificazione dell’individuo, contro l’abominio ed il dolore, a votare 4 SI al referendum per l’abrogazione di parte della legge 40, indetto per il 12 e 13 giugno. Ed ancora di più invito i cattolici a fare lo stesso. Chi non lo farà si sarà reso complice della sofferenza di tanti. Ed avrà fatto del male.
- Ci sono 7 contributi al forum. - Policy sui Forum -
Sono pienamente d’accordo con il votare quattro SI al REFERENDUM, e spero con tutto il cuore che la gente capisca il vero significato di questa votazione, ma che soprattutto comprenda e vada incontro alle madri che devono affrontare numerosi ostacoli per avere un figlio.
Ma dico?vi sembra normale definire l’embrione umano solo un ammasso di cellule? Perchè, se voterete si...sarà questo che avremo.
La ricerca scientifica ha già dimostrato che le cellule staminali non sono prerogativa dell’embrione umano ma si possono ottenere da alcuni tessuti dell’essere adulto (e senza pericolo di rigetto dato che possono essere prelevati direttamente dal paziente)...perchè piuttosto non finanziare questo ramo della ricerca invece di cercare stupide definizioni di "essere umano"?
Per quanto mi riguarda voterò fermamente no a questa storpiatura...forse non capirò il dolore di una mamma di fronte ad un figlio nato malato, ma capisco perfettamente il diritto di un bambino appena nato ad annunciare la propria esistenza con il suo primo pianto..
No, infatti: non puoi capire il dolore di una madre che mette al mondo un figlio gravemente malato. So che, quando i miei zii non ci saranno più, il mio dolce cuginetto sarà solo al mondo, costretto a vivere in un ambiente non suo, con persone a lui sconosciute. Non c’è altruismo in questo mondo, non ci sono strutture adeguate; e lui, ti garantisco, non è affatto facile da capire, gestire, accudire. Ti sembra una cosa ingiusta? A me sembra più ingiusto che, oggi, con la scienza dalla nostra parte, si possa ancora pensare che forse era meglio 40 anni fa, quando non si sapeva niente, quando si era ignoranti, quando mia zia è rimasta incinta. Adoro Marco, è il mio pezzo di cuore. Ma non sono la sua mamma: sono la sua cuginetta piccola. E poi c’è il resto del mondo...che, prima si permette di criticare ed imbavagliare la scienza, e poi, quando accompagno Marco al parco, si gira dall’altro lato per non vedere... Frida90
Anche io sono d’accordo ai 4 si, ma ricordiamoci che l’ultimo quesito non centra molto con il fatto che possa nascere un figlio malato... Il quarto si serve per dare l’assenso alla fecondazione eterologa, ossia ad utilizzare il seme di un uomo diverso dal marito. Su questo punto, non mi sembra ABOMINEVOLE dire no!
4 si ai referendum, e questo perchè:
da cattolica non bigotta, ritengo ingiusto imporre a tutti gli italiani una legge cucita su misura per il Vaticano da un gruppo traversale di bacchettoni (in prevalenza maschi) , cercando di soffocare la laicità dello Stato
da donna con difficoltà ad avere figli e con discrete possibilità economiche so che per quelle come me esiste la possibilità di scegliere una delle tante cliniche spcializzate diffuse europa per tentare quello che ora è impossibile in Italia
ritengo inoltre disumano, come donna e come persona, legiferare pensando a tutto tranne che alla salute fisica e psichica della donna, obbligandola all’impianto anche nel caso in cui l’embrione presenti malformazioni o gravi malattie, obbligandola poi all’aborto.
Ci stanno trasformando come certi polli d’allevamento e certi vitelli da macello, in nome della ricerca scientifica e del diritto di procreare a tutti i costi gl’unici diritti li ha la natura a cui non si può andar contro. Forse diventeremo anche noi O.G.M. Ciao verdastri. Ally
Difendere la vita va bene, anzi benissimo. Cominciamo a chiederci anzitutto se l’embrione sia "qualcosa" o "qualcuno". Nel dubbio che sia "qualcuno" trattiamolo con i guanti, cominciamo a rispettare i suoi diritti! E preserviamo la società dal rischi abominevoli dell’eugenetica che svaluterebbe la maternità riducendola ad uno spot biotecnologico da "supermarket dei desideri". Altro che progresso scientifico e libertà di ricerca! Ricordatevi che esiste anche un astensionismo laico che si contrappone ai vostri "SI’" tanto politicamente corretti quanto miopi. E imparate a rispettare DEMOCRATICAMENTE il responso della maggioranza che forse, almeno me lo auguro, non vi seguirà in questa corsa dissennata verso la cosificazione dell’esistenza umana. Nino.