Ancora sul referendum

Quando anche sulla vita gli Italiani preferiscono astenersi.

di Serena Maiorana - giovedì 23 giugno 2005 - 8160 letture

Ormai sono passati molti giorni dal referendum sulla fecondazione assistita. Girodivite si è speso molto per la campagna del si, o comunque a favore del voto. In moltissimi altri hanno fatto lo stesso. Pare però che questa campagna referendaria non sia servita a nulla, visto l’esito.

Il quorum infatti non è stato raggiunto. E così in tanti hanno brindato alla vittoria. Ed io mi sono domandata: ma vittoria di chi? Di che cosa? O meglio: contro che cosa?

Perché a ben guardare i risultati elettorali a perdere non è stato tanto il si, quanto la democrazia. È la democrazia che ha perso a quel referendum.

L’unico dato certo è infatti che se chiamati a votare ad un referendum gli Italiani preferiscono fare altro. Andare a pesca, restare a dormire, leggere un bel libro, guardare la tv, passeggiare al parco. L’italiano medio ama far di tutto, tranne che votare. E non solo, ne va anche fiero, e quando le elezioni saltano a causa dell’astensionismo festeggia e brinda alla vittoria.

E questa della fecondazione assistita non è neanche la prima volta. Già dal 1995 (e sono già passati dieci anni) più della metà degli Italiani boicotta o ignora i referendum, unico sistema elettorale a prevedere (e quindi a garantire) il diretto coinvolgimento dei cittadini su importanti temi sociali. Il sistema elettorale più democratico, insomma. E questo anche quando le questioni in campo sono importantissime. L’ultimo referendum ha infatti dimostrato che anche sulla vita gli italiani preferiscono astenersi.

Qualcuno ha cercato di spiegare che l’astensionismo è diritto legittimo degli elettori, oltre che una scelta politica. Chi lo sostiene ignora il fatto chi non vota non è più un elettore, e chi sceglie di non essere più elettore non può compiere scelte politiche ma solo scelte apolitiche e dunque antidemocratiche.

Chi oggi festeggia per il mancato raggiungimento del quorum si comporta come quegli ultrà che per paura che la propria squadra perda tentano di fare saltare la partita. Che tristezza.

E prima di finire vorrei aggiungere una cosa. In questo periodo siamo stati sommersi da una valanga di commenti circa le nostre opinioni in fatto di referendum. Ci è stato detto di tutto: miopi, idioti, assassini, nazisti. Di tutto. Agli autori di questi commenti come a chi ora vorrebbe scriverne di simili vorrei fare una domanda. Se un giorno all’estero la ricerca sulle staminali embrionali portasse i risultati sperati e se una persona a voi cara (una madre, un figlio, magari voi stessi) si ammalasse gravemente cosa fareste? Rifiutereste le cure? La lascereste morire? Aspetto risposta.


- Ci sono 2 contributi al forum. - Policy sui Forum -
> Controquesito
25 giugno 2005

Mettiamo che un giorno sia possibile guarire da gravi malattie producendo in laboratorio un proprio clone al solo scopo di asportarne i pezzi di ricambio che ci servono. Lei, gentile Serena, come si comporterebbe? Sta tutto qui il senso del rifiuto etico e dei limiti da porre alla scienza. Mi dia una risposta, grazie. Nino.
    > risposta
    27 giugno 2005, di : Serena Maiorana

    Io credo, caro Nino, che lei non sappia distinguere. In nessuno dei quattro quesiti referendari si parlava di clonazione. Credo inoltre che fare domande fuori luogo serva solo a sollevare paure ed aumentare la confusione, soprattutto su questioni specifiche e delicate come queste. E poi, per favore, non mi parli di scelta etica. Si è eticamente corretti innanzitutto quando si rispettano le opinioni degli altri. Per questo non avrei avuto nulla da ridire se avesse vinto il no. Ma non è andata così. Soprattutto su temi etici in un paese democratico bisognerebbe essere sempre all’altezza del confronto, con coraggio , rispetto ed onestà. Mi dispiace che lei (come molti altri) non ne sia stato capace.
> L’oscurantista risponde
28 giugno 2005

Dai, non faccia finta di non vedere quello che stava dietro la facciata referendaria, vale a dire il duello culturale fra concezioni che si richiamano ad una sorta di relativismo scientista e l’umanesimo non solo cristiano ma anche laico. Siamo fra adulti, suvvia! E poi, per favore, non riduciamo tutto ai soliti tristissimi parametri della "correttezza politica" per tracciare una linea fra ciò che è democratico (secondo voi) e ciò che è burinaggine politico-culturale (la nostra, ovviamente). Chi non è andato a votare non è nè incivile nè irrispettoso nè, peggio ancora, vigliacco. E poi ci si lamenta di essere stati linciati on line! In tutta questa manfrina post voto non ho letto un solo commento di sana autocritica da parte vostra. Eppure siete stati voi a non capire la gente, mi sembra. In queste condizioni è davvero difficile dibattere di qualsiasi cosa se uno dei due contendenti si picca di possedere le ragioni dell’intelletto e l’altro viene gratificato della patente di oscurantista medioevale. A questo punto meglio lasciar perdere...e comunque lei non ha risposto ad un quesito che non vuole seminare paure immotivate ma legittimi dubbi. Saluti. Nino