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Storia di un’oppressione... e di una resistenza

A Siena, un gruppo formato da studenti dell’ateneo ha svolto un’indagine sugli affitti. I risultati vanno oltre i “sentito dire” sugli affitti nelle città universitarie. E la “reazione” degli oppressi ha portato a soluzioni insperate.

di Antonio Vesco - mercoledì 27 aprile 2005 - 4697 letture

Una storia che ha senso solo se la consideriamo un esempio; e riferirla ha senso solo se può servire a dare un senso ad altre storie.

“Studiare e vivere a Siena”- è il titolo di un incontro fissato ogni anno dall’amministrazione comunale con i rappresentanti delle contrade e a cui sono invitati tutti gli studenti. Si tengono toni pacati e per lo più autocelebrativi da parte dell’amministrazione. Chi conosce Siena e le altre città universitarie non può fare a meno di sorridere davanti a questo spettacolo, perché “studiare e vivere a Siena”- o a Bologna, Roma, Milano, Pisa, Firenze e non so quante altre- presenta non pochi problemi, agli studenti e non solo. Ma questo qui lo sanno tutti, come sanno, ad esempio, che la maggior parte dei locatori di Siena preferisce non denunciare almeno una parte della somma ricevuta dagli inquilini: in altre parole si affitta in nero. Solo che questo è un “sentito dire”, e non risolve il problema. Allora qualcuno ha pensato bene di fare un’indagine e mettere in giro alcuni dati sulla questione. Si tratta del “Gruppo Affitti”, formato interamente da studenti dell’ateneo senese. All’inizio di quest’anno accademico, il gruppo prendeva atto dell’”anomalia” del mercato degli affitti e, siccome non c’è oppressione se non sono gli oppressi a legittimarla, si prendeva anche parte della responsabilità per questo stato di cose, e si dava una mossa.

L’indagine è stata svolta su un campione di 329 studenti, e mette in luce evasioni dei locatori, prezzi esorbitanti e alloggi non proprio a norma. Secondo i dati raccolti, il 29% degli intervistati non ha mai firmato un contratto di affitto e il 28% ne ha firmato uno simulato: dunque per il 57% degli intervistati risulta che il locatore evade il fisco. Inoltre, solo il 15% dei locatori adotta un contratto per studenti, in conformità con la tipologia di contratto a canone concordato stabilita dai patti territoriali del ’99. Chi vive a Siena sa che gran parte degli studenti (il 52%, secondo l’indagine) abita nel centro storico: si preferisce accettare un affitto più costoso piuttosto che vivere fuori, dal momento che la frequenza e gli orari dei trasporti non sono soddisfacenti. Sembra, ad esempio, che non si trovino i fondi per istituire un trasporto notturno - nonostante l’espansione e i progressivi finanziamenti che hanno interessato la locale azienda di trasporti, la TRA-IN. Il costo degli affitti è un aspetto piuttosto noto del problema, ma forse non fino a questo punto: il 7% degli intervistati paga più di 350 euro per un posto letto; il 17% ne paga oltre 300. Gli altri spendono in media 250 euro. Si tratta di somme sborsate per appartamenti spesso fatiscenti: solo la metà degli intervistati considera a norma il proprio alloggio, gli altri lo ritengono al di sotto della decenza. Spesso queste somme fanno riferimento ad appartamenti in cui sono sistemate almeno cinque persone (il 40% del campione vive con almeno altre quattro persone), per lo più in camera doppia (il 55%). Esistono ancora le triple (il 3% degli intervistati ha dichiarato di dividere la camera con altre due persone).

L’indagine svolta dal gruppo affitti ha un campione di riferimento ampio, è autorevole; per questo è stata presa in considerazione da diversi quotidiani toscani. Gli stessi studenti si erano mobilitati lo scorso dicembre(2004), quando avevano allestito una mostra fotografica sulle condizioni degli appartamenti in affitto. Solo da alcuni mesi l’amministrazione sembra prendere atto del problema, firmando un “Patto per l’Abitare” proposto da associazioni politiche e non, e impegnandosi ad avviare la costruzione di alloggi per alcune migliaia di posti letto a canone concordato da destinarsi alle fasce deboli e agli studenti.

La notizia è che una mobilitazione ha portato a risultati insperati. La conclusione è che le altre città interessate dal problema non dovrebbero sottovalutare l’efficacia di un movimento dal basso e fuori dalle istituzioni.

Nel frattempo il Gruppo Affitti e le altre associazioni di Siena attendono i risultati di un anno dedicato al problema affitti, e si chiedono perché ragazzi che si occupano di altro abbiano dovuto imparare a memoria la legislazione che riguarda gli affitti in Toscana per non venire aggirati da locatori e istituzioni. Ma soprattutto si chiedono come mai a un’amministrazione democratica siano state necessarie tante pressioni per garantire una sistemazione legale a una buona fetta degli abitanti della città, anche se non si tratta di elettori.


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