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Santo Walt Disney

Quando i miei figli erano piccoli e per farli star buoni non sapevo a che santo votarmi, mi sono votata spesso a santo Walt Disney. Pomeriggi passati sul divano a divorare cartoni... Da Walt Disney alla Pixar (senza dimenticare gli ottant’anni di Paperino!)

di Maria Pulvirenti - martedì 17 giugno 2014 - 3372 letture

Quando i miei figli erano piccoli e per farli star buoni non sapevo a che santo votarmi, mi sono votata spesso a santo Walt Disney. Pomeriggi passati sul divano a divorare cartoni. Li guardavamo insieme dalla sigla iniziale a quella finale. Centinaia di nomi scorrevano sotto i nostri occhi. Ci facevamo il gioco del "Chi lo dice? " o "Chi lo dice Acunamatata?" -"Timon e Pumba del Re leone" - "ok bravo. Un punto". Con Mulan ho sperato che i miei ragazzi avessero, da grandi, una visione delle donne diciamo meno maschilista (ma siamo ancora ben lontani dal raccoglierne i frutti). Poi la grande svolta. Altro che la Bolognina. Occhetto. La cosa. Di più. Disney e Pixar insieme. La rivoluzione del racconto animato. Immagini ad alta risoluzione, contenuti più consoni alla vita reale. Non più eroici principi su cavalli bianchi, che tanto danno hanno fatto alle menti di ignare bambine.

I nuovi eroi dell’animazione erano giocattoli pensanti di Toy story, desiderosi solo di far felice un bambino. Teneri mostri di una fabbrica di energia prodotta con le urla dei bambini. Pesci pagliaccio padre/figlio che vivevano il solito conflitto generazionale. "Io so cosa è meglio per te". "No so io cosa è meglio per me". Automobili rampanti in cui la sana competitività lasciava il posto agli interessi e dulcis in fundo l’amore fra due motori rampanti (personaggi esilaranti come la cinquecento Luigi con accento emiliano o il vecchio tenero carro attrezzi combina guai). John Lasseter, ideatore di questo cartone era cresciuto nell’autosalone in cui lavorava suo padre. Le macchine erano state le compagne dei pomeriggi di un bambino americano. Diventando una delle menti e delle anime della Pixar ecco che viene fuori questa sua passione per le automobili. Devo ammettere che non è uno dei miei preferiti, ma CARS lo è stato per molti bambini amanti delle macchine e delle macchinine.

Un giorno al TG sento che è morto un soggettista/sceneggiatore della Pixar Andrew Stanton. NO. Mi è crollato il mondo addosso: il creatore di "Nemo". NO. Conosco Nemo in ogni dettaglio, battuta, canzoncina rumore di sottofondo. Andrew Stanton. Non era possibile. Dopo qualche anno una bellissima trasmissione in TV sulla storia Pixar mi rivelava che Andrew Stanton era ancora vivo. Lì con i suoi vecchi compagni di baldorie mentali. L’ho detto ai miei figli. E loro " mamma ma che cosa hai nella testa" per anni abbiamo creduto che Stanton era morto". Il giorno dopo giravo per casa e dicevo fra me e me "Andrew Stanton è ancora vivo Andrew Stanton è ancora vivo". E in questa frase c’era tutto il mio desiderio che queste persone straordinarie fossero ancora tutte lì a creare emozioni accompagnate da immagini spettacolari (la Apple è stata la cofondatrice della Pixar) Steve Jobs ci ha investito e perso inizialmente qualche milione di dollari. Ma ciononostante hanno continuato tutti a crederci. Erano mossi tutti dallo stesso spirito creare storie cariche di emozioni concrete con immagini da pelle d’oca. E ci sono riusciti alla grande. Grazie Pixar a nome di tutti i genitori che vogliono iniziare i loro figli alla magia del cinema.

I miei figli adesso sono adolescenti, e vedono pochi cartoni. Ma so per certo che essi sono stati una grande fonte di conoscenza oltre che di sani principi. Adesso il cinema è uno delle loro passioni; ma quando passa su sky "Nemo" o " Monster & co" li guardiamo inizialmente con nostalgico distacco; ma poi rimaniamo incollati per un’ora senza riuscire mai a staccarci.


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