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Rai Tre parla del caso Kirby

VENERDI’ 23 NOVEMBRE 2007, alle ore 21, Letizia Tassinari ospite della trasmissione MI MANDA RAI TRE

di Redazione - sabato 24 novembre 2007 - 40612 letture

Letizia Tassinari è stata invitata in trasmissione assieme a un gruppo di ragazzi vittime del "sistema vendite" Kirby, a seguito del clamore della vicenda Kirby. Clamore che Letizia ha contribuito a sollevare con suoi continui e puntuali interventi su vari siti e blog.

"Un ringraziamento speciale da parte di Letizia Tassinari, redattrice dell’articolo sul Kirby, va al sito giornalistico Girodivite, il cui tam tam telematico ha fatto emergere la vastità a livello nazionale della realtà della provincia lucchese, al sito La conoscenza rende liberi che del caso ha fatto anche una trasmissione radiofonica via web, al Dottor Roberto Sarti e la Dottoressa Lara Gemignani della Direzione Provinciale del Lavoro e al Dottor Giancarlo Iannella direttore INPS di Viareggio grazie ai quali sono state avviate le procedure di verifica nelle aziende locali".

Link:

Mi Manda Rai Tre

La Conoscenza rende liberi

(e, ovviamente, il dossier che sul caso Kirby ha dedicato Girodivite)


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Rai Tre parla del caso Kirby
24 novembre 2007, di : Letizia Tassinari

Ieri sera il programma Mi manda Rai 3 ha dedicato il terzo servizio al Kirby La redazione da piu’ di 2 anni "sperava" di poter fare il pezzo, tante erano state le segnalazioni avute da molti. Singoli, putroppo, che per un motivo o l’altro poi non se la sono sentiti di apparire. L’articolo da me scritto il 5 giugno qui su Girodivite, che rappresenta una realta’ locale, quella di Viareggio e Lucca, ha fatto esplodere una pentola gia’ in ebollizione. Dal nord a sud sono stati tanti i ragazzi che attirati da alti guadagni hanno creduto in false promesse, e in falsi contratti di lavoro, per poi ritrovarsi a lavorare non solo senza guadagnare un centesimo, ma addirittura rimettendoci. Delle 7 persone presenti al programma, ben 4 sono ex lavoratori della Italbenetti di Camaiore, i cui diritti sono stati negati. Iorida, Davide, Giulia e Luciana. 4 di ben 6, perchè 2 non sono potuti venire per motivi familiari e di lavoro. Ma per tutti e 6 il Sindacato Cgil di Viareggio ha loro fornito non solo la necessaria assistenza sindacale, ma anche provveduto ad affidarli ai nostri legali per la predisposizione dei ncessari ricorsi al giudice del lavoro del Tribunale di Lucca. Venerdi io ero a Roma, ma so da un collega, che altri 2 sono venuti a cercarmi per iniziare lo stesso percorso. Chi ha sesguito la trasmissione ha potuto vedere anche altri 3 ragazzi truffati, 2 dalla Puglia e 1 dalla Sicilia, e che le ditte, invitate come è prassi del programma, per poter dire la loro "versione", e comunque aprire un contradditorio, sia quella di Camaiore, sia quella di Lecce, sia quella di Siracusa, non solo erano assenti fisicamente, ma non hanno risposto nè a mezzo di un loro rappresentante, nè a mezzo di un fax. La redazione, che nei giorni prima aveva contattato l’unica azienda Kirby esistente al mondo, ossia quella americana, ha inviato un fax, letto dal dr. Andrea Vianello.A chi non avesse potuto seguire la trasmissione in diretta, e appena sarà disponibile sul sito della rai, rivolgo l’ invito a vedere e ascoltare il pezzo per intero. Consiglio anzi Franca o Marco a fare un link che lo renda collegabile. I ragazzi presenti, sia quelli di Viareggio, che io ho seguito e seguo personalmente col Sindacato, non sono anonimi come chi ha invece lasciato i commenti pro kirby! I ragazzi presenti hanno avuto il coraggio di mettere di fronte a milioni di spettatori televisivi il loro nome e cognome, la loro faccia, le loro parole PERCHE’ HANNO DETTO LA VERITA’! Solo chi mente rimane anonimo! Credo che l’essere riusciti a portare in televisione, ad un programma Rai molto seguito, e che rende un servizio pubblico di enorme utilita’, sia stato un successo: 1) Per far capire che se si è stati vittime di negazione di diritti ci sono istituzioni, quali il sindacato, dove si puo’ trovare tutela. E non solo a Viareggio, ma OVUNQUE. 2) Per far conoscere il mondo Kirby, ( non quello dell’aspirapolvere che sicuramente funziona bene, ma che se lo compri dall’America lo paghi meno di 400 dollari e non 4mila euro...), il mondo dei lavoratori truffati, il mondo dell’ ASPIRALAVORO, cosi’ come ha intitolato il dott. Vianello, o dell’ASPIRADIRITTI, come da me sottotitolato! Letizia Tassinari
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27 novembre 2007, di : Giuseppe Cremaschi

Buongiorno, sono Giuseppe Cremaschi, sto preparando una serie di articoli sulle truffe e, facendo ricerche in rete mi sono imbattuto sul "caso Kirby". Devo dire che mi ha fatto sorridere un po’ di me stesso: mia figlia e sequenzialmente mia moglie ed io siamo vittime. Mi spiego. Mia figlia viene contattata ed accetta di lavorare con questi "bandidos". Noi genitori, per aiutare la nostra "bimba", acquistiamo il prodotto ed alla fine mia figlia scappa da questo pseudolavoro fasullo e noi ci siamo trovati sul groppone questo miracoloso aspirapolvere. Morale della favola mi rido addosso che è meglio ma, se possiamo bastonare questi avvoltoi che speculano sulle speranze dei ragazzi, massacriamoli senza pietà. Giuseppe Cremaschi

giuseppe.cremaschi@yahoo.it

Rai Tre parla del caso Kirby
30 novembre 2007, di : BELSITO ROBERTO

Buongiorno, mi chiamo BELSITO Roberto e lavoro da 14 mesi per la concessionaria Kirby di Torino denominata "THE BEST PROJECT". Trovo facile da parte di chi non è riuscito in questa attività a dare le colpe ad altri. D’altra parte un vecchio saggio diceva che chi non si preoccupa dei propri insuccessi ha già trovato a chi dare la colpa. Sicuramente non si tratta di un lavoro facile, che tutti sono in grado o comunque vogliono fare, perchè stare fuori di casa 10-15 ore al giorno non è piacevole specie per chi magari ha famiglia, ma da qui a dire che si tratti di una truffa c’è una bella differenza. Sarebbe come dire che se voglio fare il calciatore e non ci riesco, la colpa è del pubblico che non mi apprezza.....Che poi ci siano uffici che non abbiano pagato i loro consulenti è innegabile, che ci siano uffici che chiudano dopo 6 mesi altrettanto, ma fare di tutta l’erba un fascio mi pare eccessivo. Io lavoro IN kirby da 14 mesi, mi sono comprato un auto nuova, mi tolgo i miei sfizi e questo grazie alle provvigioni che ogni 20 del mese ricevo e per cui il mio commercialista mi redige regolare fattura. Detto ciò posso solo agguingere che fare il venditore sia un lavoro particolare, ma io prima gestivo un circolo di tennis, prima ancora facevo l’operaio ed il muratore, quindi l’unico modo per sapere se è il lavoro giusto per noi è provare. Per qunto riguarda il macchinario in se stesso chiunque ha visto la dimostrazione ne deve riconoscere la validità e chi non l’ha fatto invece......prprio perchè non sa dovrebbe astenersi. Con estrema gratitudine alla Kirby ed al mio titolare LORENZO BRACCIANO porgo Distinti Saluti. TEAM LEADER BELSITO ROBERTO.
Rai Tre parla del caso Kirby
1 dicembre 2007, di : Silvio Caggia

Gentile signora Letizia Tassinari, sono Silvio Caggia, ho 41 anni e da due anni lavoro per la concessionaria Kirby "The Best Project" di Torino, sono qualificato come DT e ho intenzione di aprire un mio ufficio Kirby. La ringrazio per il suo lavoro di comunicazione sul mondo Kirby, e ringrazio anche le altre persone che hanno aperto forum, siti e blog sull’argomento. E’ grazie a voi che due anni fa, la notte prima del mio colloquio in Kirby, ho potuto raccogliere tantissime informazioni utili, e sono andato al colloquio estremamente preparato. In qualche modo quindi devo anche a lei il mio successo. Si può imparare molto di questo lavoro a leggere CON INTELLIGENZA le critiche di chi ha lavorato in Kirby per un po’, di chi c’è stato solo una settimana, di chi ha lasciato a metà il corso, di chi ha fatto solo un colloquio, di chi addirittura non lo ha fatto dopo aver letto di queste cose. Si può imparare molto di questo prodotto a leggere CON INTELLIGENZA le critiche di chi c’è l’ha da anni, di chi l’ha visto ed ha deciso di non comprarlo, di chi addirittura non ha voluto vederlo dopo aver letto di queste cose. La lascio infine con qualche domanda: Perché questo prodotto e questo lavoro "dividono" così tanto? Perché sono così accesi i toni di chi scrive a proposito? Perché o lo si ama o lo si odia? Perché è così difficile rimanere indifferenti? Perché ci sono sempre più consulenti, team leader, DT ed FD Kirby? Perché si vendono sempre più Kirby? Perché il Kirby è sempre più caro?

Ma soprattutto lei... l’ha mai vista una dimostrazione Kirby in casa sua? E se avesse un figlio che le dicesse di voler intraprendere la carriera Kirby ed aprirsi un suo ufficio glielo lascerebbe fare o lo ostacolerebbe?

    Rai Tre parla del caso Kirby
    5 dicembre 2008, di : Eugenio Zovich

    In considerazione di tutti i commenti negativi in riferimento al Kirby bisogna anche precisare che non esiste azienda nella vendita diretta (vendita a domicilio) che non abbia le medesime tecniche e problemi per piazzare il proprio prodotto sul mercato. La vendita diretta è nata negli USA verso la fine del 1800 quando la vendita al dettaglio non era ancora sviluppata e i supermercati non esistevano ancora. Se si pensa come una persona faceva migliaia di chilometri in una diligenza del Far West con il pericolo di perdere lo scalpo agli indiani e contemporaneamente cercare di vendere polizze assicurative oppure di quel venditore che vendeva pentole viaggiando per mesi e mesi con carretto e cavallo oppure di quel rappresentante di medicinali miracolosi che ti guarivano da chissà quale malattìa ecc. ... beh ... bisogna anche comprendere che queste persone volevano vivere e sopravvivere "alla ben meglio o alla ben peggio". Quanto sopra per chiarire la necessità di avere un lavoro per poter guadagnare per vivere ed avere una giustificazione per farlo seppur, purtroppo, forse anche raccontando favole per arrivare allo scopo. Con questa considerazione direi che l’attività del "commesso viaggiatore" o "venditore porta a porta" o "rappresentante" o "consulente" è giustificabile sotto ogni aspetto umano. In ogni caso meglio eseguire una attività del genere che starsene a casa a guardare la televisione oppure davanti al PC navigando ins internet in attesa che qualcuno ti chiami per andare a lavorare. Riguardo alle aziende è necessario precisare che la vendita diretta è una necessità di mercato dalla quale molte aziende produttrici basano la loro esistenza per cui il venditore diretto è una necessità di sopravvivenza e qui bisogna anche precisare che la maggior parte di queste aziende impiegano migliaia e migliaia di dipendenti in tutto il mondo le quali guadagnano e vivono su quello che l’azienda produce e vende. A parte questo settore vorrei chiarire un fattore determinante che riguarda il lavoro in genere. Ogni essere umano è portato ad eseguire determinate mansioni così come non è adatto per altri tipi di lavori. In genere si preferisce avere un tipo di lavoro fisso a stipendio fisso per avere tranquillità di vita regolare. Si preferisce sapere quello che devi fare nel corso di 8 ore al giorno, essere liberi nelle festività e alla fine del mese avere uno stipendio garantito con il quale puoi coprire i tuoi costi ed ev. anche risparmiare per fare le ferie annuali. Forse pochi sanno che almeno il 95% della popolazione attiva ha questa tendenza in particolare vivendo in un ambiente moderno nel quale il benessere è un diritto sociale garantito dalla legge anche se non si lavora. OK, ma se non ci sono i venditori o rappresentanti o consulenti come è possibile portare i prodotti al consumatore ? E se le aziende non riescono a piazzare i propri prodotti come è possibile mantenere un posto di lavoro assicurato come dipendente a stipendio fisso ? Facit : il 5% delle persone che si occupano della vendita sono necessarie per mantenere in vita il 95% di chi non vuole rischiare per diventare un venditore qualunque sìa il prodotto e indipendentemente se si vende al dettaglio o tramite un acquisto effettuato a domicilio. Ho comprensione per chi critica negativamente un prodotto oppure che critica il metodo di vendita oppure critica il medesimo venditore che cerca di sopravvivere raccontando forse delle frottole perchè molto probabilmente chi critica fà parte del 95% della popolazione lavorativa ... ma bisogna anche avere comprensione per coloro che cercano in ogni modo di vivere anche se dovessero rischiare il proprio scalpo. E non per ultimo è necessario precisare che tutti gli imprenditori fanno parte della sopracitata categorìa del 5%.
      Rai Tre parla del caso Kirby
      30 gennaio 2009, di : ciao belo

      CARO EUGENIO LEI è UN FURBONE FA PUBBLICITà A Herbalife SU IL SUO SITO:LAVORO OFFRI. DEVE AVERE MOLTA CONSIDERAZIONE DI SE STESSO PER CREDERE DI ESSERE CREDIBILE. In considerazione del suo scritto che a postato in vari blog non ce ne frega una cippa se la vendita diretta è nata negli stati uniti cerchi altresi di vedere le cose come stanno non solo per convenienze o connivenze il altre parole faccia lei il precario vada lei in giro per le case ad appioppare bidoni magari con la diligenza.
        Rai Tre parla del caso Kirby
        11 novembre 2010, di : Tux

        E’ un bene che se ne parli. Sono dei truffatori che illudono la gente e che vi fregano. STATE ATTENTI e se vi CERCANO, NON ANDATECI!!!!!
          Rai Tre parla del caso Kirby
          13 gennaio 2013, di : Alessandro

          buona sera, io ho lavorato due mesi alla kirby di Torino. sono riuscito a vendere 4 aspirapolveri nel giro di 3 settimane, quando ho deciso di andarmene perche comunque si capiva tantissimo che era una truffa nei confronti della gente, il mio ricompenso è stato di 33€, calcolando che io tra pranzi benzina e mezzi di trasporto ne ho spesi almeno 150€. Per di più se uno adesso cerca l’ufficio dove io ho lavorato è inesistente! non esiste più un numero di telefono o un indirizzo.
            Rai Tre parla del caso Kirby
            5 gennaio 2014, di : Silvio Massetti

            Buonasera, mi chiamo Silvio Massetti e volevo chiedere al Sig. Alessandro, autore dell’ultimo commento in data 13/gennaio/2013 su Rai Tre parla del caso Kirby, se poteva rivelare il nome (e cognome) del titolare dell’agenzia Kirby di Torino ai tempi della sua prestazione d’opera, praticamente la persona che non lo ha pagato. Grazie Silvio Massetti moivlis@gmail.com