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Nico Fidenco operaio dell’industria musicale italiana

È morto Nico Fidenco, autore di popolari canzoni degli anni ’60, e della colonna sonora di Emanuelle...

di Sergej - domenica 20 novembre 2022 - 3204 letture

"Nella vita ci vuole orecchio" cantava un cantautore e intellettuale italiano, Enzo Jannacci. E un Paese, aggiungiamo noi ha bisogno oltre che di personaggi di primo piano e di p8unti di riferimento culturali, anche di onesti artigiani, di operai qualificati che si mettono lì, con caparbietà, intelligenza, passione, e partecipano allo sforzo collettivo che è il prodotto industriale - che sia un film, uno spettacolo televisivo, una canzone. Per ché dietro a ogni prodotto culturale c’è sempre il lavoro non di una sola persona, ma di decine di tecnici, operai, intermediari e intermedi. È l’humus della cultura, quella base fondamentale che fa poi sì che possano emergere (raramente) anche le grandi personalità che tanto piacciono alle culture dominanti ed elitarie; mentre la realtà è sempre più complessa, ed è fatta di intelligenze collettive, di sapienze e conoscenze che nascono dallo studio e dell’esperienza applicata. A tutto questo abbiamo pensato in occasione della morte di Nico Fidenco. Persona poco propensa all’esibizionismo - anche quando era all’apice del successo, non volle mai che la sua faccia apparisse sulle copertine dei suoi dischi - timida ma certamente non incapace: tutte le cose che ha fatto, assieme ad altri ma comunque sempre all’interno della "filiera produttiva" della musica italiana, testimoniano oltre che il suo amore per la musica il suo saper essere "tra le cose". Vengono chiamati "artisti" per ragioni di marketing, perché poi il prodotto si deve vendere e occorre utilizzare la parole roboanti che la cultura storica ama sentirsi dire - in realtà si tratta di artigiani, operai specializzati del sistema di produzione industriale: quelli senza cui non esisterebbe neppure il prodotto musicale, e quella strana cosa chiamata "cultura".

Nico Fidenco partecipò da protagonista alla stagione degli "anni gloriosi", il "miracolo italiano" degli anni Sessanta del Novecento. La sua voce amabile, educata, elegante, permise a una canzone come "’Legata a un granello di sabbia" di entrare nel DNA degli italiani e delle italiane di quegli anni, appartenere indelebilmente a "quegli" anni che saranno poi rimpianti dalle successive generazioni e non solo perché connesse alla "nostra" infanzia o giovinezza, ma perché era un intero Paese che in quel momento (e forse mai più dopo) di ritrovava bello giovane e speranzoso nel futuro come mai prima. Collettivamente impegnato in un processo di crescita e di alfabetizzazione culturale come mai prima - financo a pensare che si potessero superare le differenze di classe, quelle territoriali, che persino fosse possibile che, studiando, un figlio di poveri potesse diventare "dottore". Siamo proprio lì, in quella faglia del 1960-1968, poco prima che tutto fosse riportato all’indietro, e lo slancio venisse fermato dalle bombe di piazza Fontana e dal ritorno all’ordine. Era la "stagione irripetibile" della radio, della televisione in bianco e nero, dei dischi che non solo i ricchi potevano permettersi, dei 45 giri.

Poi lui ha continuato come musicista e come autore. Dietro le quinte. Dedicandosi anche a "prodotti minori" apparentemente, ma che fanno parte del complesso dell’offerta e della produzione musicale industriale. Comprese le colonne sonore per film che non venivano visti certamente per sentirne la colonna sonora - alludiamo alla serie dei film di cassetta di "Emanuelle". Oggi, nella nostra società classista e sprezzante del lavoro quotidiano, verrebbe definito un "professionista" - in buona fede, pensando di volergli fare un complimento. Noi continuiamo a pensare a lui come a un artigiano. E pensiamo che questo sia una cosa che a lui sarebbe piaciuta ancora di più.


Fidenco, all’anagrafe Domenico Colarossi, era nato a Roma il 24 gennaio 1933 e raggiunse il successo negli anni ’60, con brani tratti da colonne sonore, primo fra tutti ’What a Sky’ (in italiano ’Su nel cielo’), dal film di Francesco Maselli ’I delfini’, ma soprattutto con la canzone ’Legata a un granello di sabbia’, considerata il primo tormentone estivo della storia della musica italiana.

Nel 1939, all’età di sei anni, si era trasferito con la famiglia ad Asmara, dove rimase fino al 1949. Nel 1960 Fidenco era già nella scuderia della Rca Italiana a Roma, dove era stato presentato da Franco Migliacci, soprattutto come autore. Ma il direttore artistico Enzo Micocci giudicò interessante anche la sua voce. E infatti, quando Maselli cercava un brano per il suo film ’I Delfini’, Micocci, gli propose un brano inedito, What a Sky, composto dal maestro Giovanni Fusco. Il provino fu inciso da un giovane Little Tony, dal figlio di Fusco e da Fidenco. Ma fu proprio quest’ultimo a essere preferito dalla produzione.

La casa discografica inizialmente non prevedeva la pubblicazione del pezzo su 45 giri, ma le pressioni da parte dei negozianti e dei grossisti, dovute alle richieste del pubblico (il film fu accolto molto favorevolmente nelle sale), spinsero l’etichetta non solo a pubblicare la versione inglese, ma a riportare di corsa Fidenco in sala d’incisione per registrare sulla stessa base orchestrale la versione in italiano ’Su nel cielo’ da mettere sul lato B del 45 giri che dal 31 dicembre 1960 rimase primo in classifica per quattro settimane.

Dopo ’What a sky’ Fidenco incise altri brani in inglese e in italiano tratti da colonne sonore di grandi film di successo come: ’Just that same old line’ dal film ’La ragazza con la valigia’ con Claudia Cardinale, ’Il mondo di Suzie Wong’ dal film omonimo con William Holden che raggiunge la prima posizione in classifica per cinque settimane nel 1961, ’Exodus’, dal film omonimo con Paul Newman, ’Moon River’ dal film ’Colazione da Tiffany’ con Audrey Hepburn, ’L’uomo che non sapeva amare’ dal film omonimo con George Peppard e ’Una donna nel mondo’ dal film ’La donna nel mondo’.

Ma i suoi successi non si fermarono alle colonne sonore. A metà degli anni ’60, Fidenco inanellò diversi grandi successi in classifica: ’Con te sulla spiaggia’ (seconda classificata a ’Un disco per l’estate’ 1964), ’Se mi perderai’, ’Come nasce un amore’, ’A casa di Irene’, ’La voglia di ballare’ (finalista a ’Un disco per l’estate’ 1965), ’Goccia di Mare’, ’Non è vero’, ’Tutta la gente’, ma soprattutto ’Legata a un granello di sabbia’ (1961), considerata il primo esempio di tormentone estivo italiano della storia, in quanto rimase prima in classifica per 14 settimane e fu il primo 45 giri a superare in Italia il milione di copie vendute (ne raggiunse addirittura il milione e mezzo).

Nel 1966 lasciò la Rca per passare alla Parade ma, da qui in poi la sua popolarità subì una flessione, nonostante una partecipazione, la sua unica, al Festival di Sanremo nell’edizione del 1967 ricordata soprattutto per la morte di Luigi Tenco. Fidenco, che presentava il brano firmato da Gianni Meccia ’Ma piano (per non svegliarti)’ in coppia con la cantante statunitense Cher, non riuscì a portare il brano in finale.

Dopo aver ridotto le proprie incisioni pop, Fidenco tornò a occuparsi nuovamente di colonne sonore, componendo per il cosiddetto Cinema di genere per tutti gli anni settanta e ottanta, spaziando dallo spaghetti-western (la prima colonna sonora fu per ’All’ombra di una colt’) ai film della cosiddetta sexploitation come ’La strana legge del dott. Menga’ (1971), ’La ragazzina’ (1975) e la serie di culto ’Emanuelle’, frequentando anche l’horror per il film ’Zombi Holocaust’ del 1980 e il crossover ’Porno Holocaust’ di Joe D’Amato.

L’unico album pop inciso in questo decennio fu ’La mia estate con Cinzia’, pubblicato nel 1970 per l’etichetta Ri-Fi. Sul finire degli anni settanta e i primi anni ottanta ritrovò una inaspettata popolarità presso il pubblico dei più piccoli, anche in termini di vendite, grazie alle numerose sigle incise per gli anime giapponesi, vero e proprio fenomeno di costume televisivo di quel periodo. La sigla ’Don Chuck Castoro’ infatti riuscì a vendere oltre quattrocentomila copie, riportandolo in classifica. In questo decennio tornò anche a incidere album pop come ’La mia mania’ del 1981 e ’Direzione vietata’ del 1989 e mentre nel 1992 pubblicò una raccolta di successi riarrangiati dal titolo ’Ieri e oggi’.

Dal 1984 al 1994 con i colleghi Riccardo Del Turco, Jimmy Fontana e Gianni Meccia diede vita a I Super 4, quartetto con il quale ripropose successi tratti dai rispettivi repertori degli anni sessanta riarrangiati in chiave moderna, con cui pubblicò tre album di discreto successo commerciale.

Nel 2007 si esibì dal vivo nell’ambito del Lucca Comics & Games, ha cantato dal vivo alcune delle colonne sonore e delle sigle dei cartoni animati, oggetto di riscoperta e rivalutazione da parte di appassionati e addetti ai lavori. Sulla scia di questo revival, l’etichetta Siglandia ha stampato nel 2019 una raccolta di tutte le sigle dei cartoni animati di Fidenco in edizione rimasterizzata e limitata, per sopperire all’assenza di queste registrazioni dal mercato discografico anche digitale.

fonte: RaiNews.



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