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Mogwai in concerto: un’astronave che si muove

L’astronave dei Mogwai è tornata in Italia per regalare ai fans un altro incredibile viaggio sonoro.

di Antonio Cavallaro - mercoledì 3 maggio 2006 - 4376 letture

Appuntamento al Rolling Stone di Milano giovedì venti aprile, una delle ultime date italiane della tournée mondiale. I Mogwai salgono sul palco vestiti come lavoratori dell’adidas, ognuno di loro prende in mano il proprio strumento, comincia il viaggio. E’ la tournée di “Mr Beast”, ottavo album (più svariati Ep) in dieci anni di carriera, disco scritto durante il tour precedente fra continui spostamenti, e nel corso di uno di questi, è arrivato anche il suggerimento per il titolo, con qualcuno che esibiva in un aeroporto un cartello con su scritto “Mr Beast” appunto.

I novanta minuti del concerto riflettono le atmosfere del nuovo lavoro, con suoni più rumorosi dall’atmosfera quasi hardcore rispetto a “Happy Songs for Happy People”, con continue apoteosi di feedback e distorsioni. Un muro di suoni urticanti che coadiuvati da un assetto scenografico di luci essenziali di grande effetto, trasporta l’intera platea del “Rolling Stone”, rapita da sonorità inquiete e malinconiche cariche di romanticismo ma pronte ad esplodere in impeti lancinanti e rabbiose soavità.

E’ l’istintività, nel loro modo di suonare, nella comunicazione delle emozioni l’arma migliore di cui sono dotati i cinque elementi di questa straordinaria “squadra di giovani” scozzesi, e a cui il pubblico non può sottrarsi lungo questa traversata fatta di poco più di una quindicina di brani, mentre ci si perde nelle sensibilità oniriche ritmate da una precisa e spietata batteria e scosse da corde distorte.

E’ un viaggio che si compie ad occhi chiusi un concerto dei Mogwai. Ciò che accade sul palco a poco a che fare con la vista, c’è pochissimo del loro straordinario talento nelle pose da “musicisti rock”. L’assoluta capacità di saper costruire, in studio come dal vivo, percorsi sonori che approdano in luoghi unici e straordinari non può non toccare le zone più intime e personali di ciascun ascoltatore/spettatore e che li rende paradossalmente perfetti per un’altra arte, il cinema, che nelle immagini ha la sua essenza; e per l’ennesima volta resta da chiedersi perché ancora il cinema non si sia accorto di questa loro peculiare maestria, facendogli realizzare una colonna sonora originale. Cariche di malinconia, romanticismo ed esasperazione le note dei Mogwai forniscono il supporto descrittivo ideale con cui poter dare forma ai sogni o agli incubi.

Quando, riprendendo una vecchia definizione di un giornalista del “Mucchio Selvaggio”, “l’astronave Mogwai” plana e ritorna sulla terra, si riaprono gli occhi, la gravità torna padrona. La folla del pubblico, malgrado il caldo resosi insopportabile, si dirige composta e senza fretta verso l’uscita. Chissà da dove tornano.

Discografia:

Ten Rapid (1997) Mogwai Young Team (1997) Kicking A Dead Pig (1998) Come on Die Young (1999) EP+6 (2000) Rock Action (2001) Happy Songs for Happy People (2003) Government Commissions (2005) Mr. Beast (2006)


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