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Ma che simpatico quel Bollani

Parliamo di musica / Stefano Bollani. - Milano : Modadori, 2014. - 138 p. - (Oscar Mondadori. Bestesellers , 2387). - ISBN 978-88-04-63578-9. - 9,5 euro

di Sergej - domenica 20 aprile 2014 - 9392 letture

Ma che simpatico questo Bollani! Lo abbiamo visto in tv nel programma "Sostiene Bollani" qualche anno fa (era il 2011) assieme alla strapistosa bellissima sedanissima Caterina Guzzanti. Musicista bravo, ha il dono dell’intrattenimento: non solo suona il piano, ma riesce a parlare con il pubblico, a dire cose persino sensate, divertendosi e divertendo, pigliando con leggerezza la musica anche quella più "seria" (o come la si vuol definire), contaminando ("io non amo il termine ’contaminazione’ perché - come dice Paolo Fresu - sa di ospedale", p. 107) tra classica jazz tango musica leggera ecc. Bollani trasmette il piacere, quasi goloso, della musica. Lo si può cogliere anche nel libro che abbiamo trovato in una cartolibreria esposto in vetrina: "Parliamo di musica" di Stefano Bollani, scritto assieme a Carlo Riva, nella collana Oscar Mondadori.

Bollani divaga, piacevolmente. Parla con leggerezza di grammatica della musica, improvvisazione, spartiti, generi musicali. Parla di musicisti e interpreti, dai Beatles a Chick Corea, da Carosone a Frank Zappa a Caetano Veloso a Elio e le storie tese ("Elio è uno Zappa tradotto in italiano" p. 93) a Ravel e Glenn Gould...

"Io prediligo le sorprese. E i musicisti che mi sorprendono sono quelli più lontani da me, dalla mia formazione, come Rava, che è autodidatta e, quando improvvisa su una struttura, ragiona in maniera diversa rispetto a me, che ho imparato da bravo bambino quale scala funziona sul tale accordo, quale accordo funziona sulla tal melodia eccetera. Quando suonammo insieme a Pat Metheny rimasi sorpreso dal fatto che non leggesse molto volentieri la musica: preferiva imparare i brani a orecchio, come Salis d’altronde, il quale poi li ricorda per anni e non so assolutamente come faccia!" (p. 82).

Bollani appartiene a quel filone di musicisti un po’ patinati, un po’ glamour alla Path Metheny. Bravi (forse) con i loro strumenti, divulgatori di sonorità varie. Per età e influenze preferisco altre sonorità, ma Bollani riesce a sottrarsi al sapore di plastica e atmosfere altezzose, ha un tocco maggiore di ammiccante concretezza.

A Bollani si può perdonare persino certe intrusioni citazionesche di Flaiano, dettate dalla voglia di alleggerire e far sorridere, o le tirate contro Facebook (che fa tanto di moda: prima essere in facebook, poi essere contro...), insomma certe "maniere" e artefatti. Perché ciò che sopravanza e che riesce a trasmettere e il senso umano, il piacere della musica pur attraverso un mezzo improprio come il libro.

Bollani ama gli aneddoti, quelle piccole curiosità che fanno il sale della conversazione e che sempre rendono interessante i discorsi. Il lettore potrà imparare e apprezzare molti questi piccoli aneddoti (io per esempio non sapevo di Osvalgo Pugliese musicista tanghero fatto santo e diventato "protector de los musicos", il cui santino Bollani si porta appresso nel portafogli p. 131). "Il sistema temperato, su cui si basa il nostro Orecchio Occidentale, per fare un esempio, è stato creato sul clavicembalo tra il XVI e il XVII secolo. In base a questo sistema il Do è un suono preciso" ecc. " (p. 16) "In questo modo l’uomo ha ’temperato’, cioè ha mitigato, ha dato una misura alla natura e ha creato le note che noi usiamo sul piano, sulla chitarra, con la voce. Così nascono le note: sono semplicemente una decisione dell’uomo di dare una forma alla natura" (p. 17). E fa bene Bollani a ricordare come il modo che abbiamo oggi di ascoltare la musica "seria", in una platea silenziosa e a luce diffusa, certamente è una cosa tutta moderna, di come solo con Mendelssohn Bartholdy si cominciò a eseguire anche la musica dei musicisti del passato, con Wagner la sala fu avvolta dal buio e via di questo passo fino a giungere alle esecuzioni d’oggi, liturgiche, in cui chi tossisce è un mentecatto e chi applaude fuori tempo un pezzente. In Bollani non c’è nulla di questa puzza sotto il naso, ed è uno dei motivi per cui riesce a comunicare con tale baldanza il piacere della musica (di tutte le musiche).

"Il poeta brasiliano Vinicius de Moraes diceva che la vita è l’arte dell’incontro" (p. 77), beh la musica allora è un altro aspetto della vita, l’arte dell’ascolto.


Sinossi editoriale

"L’idea che per capire la musica si debba per forza possedere un certo bagaglio culturale è una turbata, spesso è una scusa per pigri, o una medaglia acquisita sul campo per chi crede di essere fra quelli che la ’capiscono’. Avere gli strumenti per godere della musica non significa conoscere né l’armonia né l’epoca in cui è stata scritta né il retroterra culturale del compositore, ma riconoscere qualcosa che abbiamo dentro e che risuona." In questo libro Stefano Bollani ci spiega il bello della musica. E lo fa con parole semplici, con il suo spirito libero, sfatando insidiosi luoghi comuni e svelando i segreti di un laboratorio fantastico, quello dell’improvvisatore: armonia, melodia, dinamiche, ritmo, colpi a effetto, trucchi, debolezze e assi nella manica dei jazzisti, dei creatori pop e degli interpreti. Parliamo di musica è un viaggio affascinante nei meccanismi della creazione musicale raccontato da uno dei massimi talenti del nostro tempo. Bollani però prima di tutto è un vorace ascoltatore, dai Beatles a Frank Zappa, da Elio e le Storie Tese a Giacomo Puccini, da Bill Evans alla bossanova di Antonio Carlos Jobim e così, compilando una sorta di appassionato "taccuino di appunti", il grande pianista ci guida nella comprensione dei suoni e delle loro diverse chiavi di lettura, fino a farci scoprire che si tratta di un percorso dentro le nostre stesse percezioni nascoste. Perché "non solo nella musica, ma anche nella vita, il vero spettacolo è ascoltare".


Parliamo di musica / Stefano Bollani. - Milano : Modadori, 2014. - 138 p. - (Oscar Mondadori. Bestesellers , 2387). - ISBN 978-88-04-63578-9. - 9,5 euro



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Ma che simpatico quel Bollani
7 giugno 2014, di : Rossana Zerega

ESTRATTO DALL’ARTICOLO: non solo suona il piano, ma riesce a parlare con il pubblico, a dire cose persino sensate, divertendosi e divertendo, pigliando con leggerezza la musica anche quella più "seria" .... bravi (forse) con i loro strumenti...

MA PENSA UN PO’, RIESCE A SUONARE IL PIANO E A PARLARE E A DIRE COSE PERSINO SENSATE... MA CHE FENOMENO... E POI (FORSE) SA SUONARE LO STRUMENTO... Ma se Bollani non ti è simpatico perchè quel titolo? E visto che si tratta di un grande musicista e compositore, esecutore raffinato e completo, collaboratore con musicisti intelligenti e sensibili all’innovazione oltre che al dettaglio, senza sfuggire peraltro di un pelo alle regole della misura e della tecnica musicale, potevi consigliare il libro (per nulla strumento improprio a parlar di musica oltre al fatto che qualcuno ama ancora rigirarsi tra le mani un tomo cartaceo che riesce quanto internet a comunicare e istruire magari anche divertendo) dicevo, potevi consigliare il libro con una breve didascalia se quel simpatico di Bollani solletica in te solo un manierismo da citazione... noi che amiamo sinceramente e siamo grati a Stefano Bollani ce lo leggiamo da soli, non virgolettato e tutto d’un fiato. Il fatto poi incredibile che mi ha fatto saltare dalla sedia e mi fa scrivere adesso è che si consideri un peccato veniale e autoreferenziale che Stefano citi Flaiano... Intanto grazie a tutti coloro che ricordano Flaiano (pochi, purtroppo)... chi cita Flaiano è sempre un grande e per nulla pretenzioso... Flaiano è auto-immune, in quanto selettivo anche post mortem. Bollani lo sa. Aspettiamo con gioia ed emozione la riedizione se sarà mai del progetto-programma (sollucchero per le orecchie e il cuore) Sostiene Bollani, in cui il nostro mostra l’autorevolezza del divulgatore, del vero maestro (inteso in TV alla "Maestro Manzi" di "Non è mai troppo tardi" e nella tradizione della Rai Scuola, Rai Storia o Rai 3/5) che ha fatto davvero scuola nel senso piu utile e divulgativo della parola, pensando a un pubblico televisivo... peccato che non sia andato in onda come un talent, in prima serata. Saluti!

Ti consiglio di seguire un altro grande divulgatore di musica Jazz e non solo, su Radio 24, il non più giovane e onnivoro musicalmente, Gegè Telesforo... strano ma vero... interviste ospiti in studio, album inediti... palinsesto di Radio 24 scarica in poadcast SAUND CHECK (la domenica alle 15.30 e alle 19.00).