MADRE IN LITE CON IL CONVIVENTE, RAPISCE LA FIGLIA E SCAPPA LONTANO
Madre rapisce la figlia. Il padre la denuncia. Stavano insieme da circa due anni. Lui viareggino. Lei del nord Italia. Una convivenza more uxorio, ossia una coppia di fatto. Come tante. Poi è nata una figlia...
Madre rapisce la figlia. Il padre la denuncia. Stavano insieme da circa due anni. Lui viareggino. Lei del nord Italia. Una convivenza more uxorio, ossia una coppia di fatto. Come tante. Poi è nata una figlia. Una splendida bambina, che oggi ha due anni. Come ogni amore che inizia e può finire, lei si innamora di un altro, e lascia la casa che per anni ha condiviso con il compagno, portandosi con sè la figlia. Lontano, a diverse centinaia di chilometri da Viareggio. Il padre, un giovane di neanche trent’anni, si rivolge ad un legale. Vuole la bambina con sé. In merito alle separazioni delle coppie di fatto la competenza è del Tribunale per i Minorenni, non per porre la parola fine alla convivenza ma per la regolamentazione dell’assetto post separazione e soprattutto per la regolamentazione dell’affidamento dei figli minori e del diritto di visita del genitore non affidatario. Il legale, un avvocato donna, deposita il ricorso nello scorso mese di maggio. In primis viene chiesto l’affidamento esclusivo. In seconda ipotesi, se la madre tornasse a vivere a Viareggio, l’affidamento congiunto, e l’ex convivente le lascerebbe anche la disponbilità esclusiva della casa che una volta li ha visti coppia felice. Pur di avere la figlia vicina e poterla vedere ogni giorno. Anche la donna si rivolge ad un suo legale e presenta analogo ricorso chiedendo l’affidamento esclusivo. Il progressivo e costante aumento delle convivenze more uxorio ha determinato un aumento dei ricorsi al Tribunale per i Minorenni. L’udienza davanti al giudice minorile viene fissata per fine ottobre. Passa un mese e la madre torna a Viareggio. Le cose sembra possano risolversi “civilmente”. La bimba ricomincia a frequentare l’asilo nido dove era iscritta, e il padre la vede con regolarità. Fino a venerdi della scorsa settimana, quando la madre a metà mattina, all’insaputa di tutti, si presenta all’asilo, chiede di poter prendere sua figlia e se ne va. Si tratta della madre, non di un’estranea, quindi le maestre non hanno potuto rifiutarsi di darle la figlia ma, conoscendo la situazione, chiamano il padre sul cellulare per avvisarlo. Da quel momento della madre e della figlia non si hanno più notizie. La madre, contattata sul cellulare si rifiuta di dire dove si trova. L’uomo, disperato, si precipita piangendo dal suo avvocato. Parte la denuncia, presentata alla Caserma dei Carabinieri di Viareggio. L’accusa: sottrazione di minore. Mentre l’avvocato dell’uomo lunedi ha depositato una istanza al Tribunale per i Minori di Firenze per un provvedimento urgente. Troppo spesso la separazione di una coppia produce una guerra nucleare, fatta di ricatti, vendette e miserie, dove i figli sono il terreno prescelto per le rappresaglie. Senza pensare che è proprio quando i genitori si separano che i figli avrebbero più bisogno di cure, da entrambi. Avere dei figli in affidamento, prima di essere un diritto è un pesantissimo dovere. Storie come questa sono storie di ordinaria separazione. Storie di ordinaria follia, purtroppo. Dove si nega a un genitore, ma soprattutto a una figlia, il diritto, e il desiderio, di continuare ad avere quel rapporto affettivo che è la cosa più naturale e ovvia. Giustizia, verità e interesse dei figli sono parole che spesso non hanno riscontro nei fatti. Speriamo di si, per questa bimba e tutti i bimbi che si trovano a vivere un simile dramma.
Letizia Tassinari
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Buongiorno, ho letto molti articoli sulla questione ’sottrazione di minore’, ’fuga con minori’ ecc...e nella normalità sono madri con minori che vanno via con i figli. A parte i giudici che decidono arbitrariamente e caso per caso sui motivi veri, noto il più delle volte un consueto atteggiamento di empatia nei confronti di padri ’abbandonati’ che tanto insistono sul l’affido condiviso che nella realtà è un ’finto condiviso’, perché l’onere ricade tutto su queste madri. Condannate dall’opinione pubblica e a volte dai tribunali per aver preso una decisione ’per il bene proprio come individuo’ e per il bene dei figli. Alle spalle di questi eventi ci sono dinamiche che non si possono risolvere con ’togliere il figlio al padre è deprecabile’...chissà forse questo padre era poco presente, o non pagava regolarmente gli alimenti, oppure la madre aveva trovato un lavoro dopo averne perso uno e per sopravvive re era costretta suo malgrado ad andare via...e i figli? Si può essere condannati perché si vuole dare una vita migliore ai figli? O si può perdere l’affidamento se partire è l’unica possibilità di sopravvivere? Perché se il padre non si occupa dei figli dopo la separazione e non viene punito tranne forse dopo anni di tribunale...mentre se una madre cerca di sopravvivere viene accusata all’istante di togliere i figli al padre? Improvvisamente questi padri diventano modelli di genitori...dopo anni di assenteismo...non lo trovo affatto equo. Il punto è che i figli hanno diritto a una vita dignitosa anche se questa si trova a centinaia di km da un genitore. Non trovo sia molto differente di una coppia normale dove il marito lavora all’estero gran parte del tempo e vede i figli 2 volte l’anno, lì però nessun tribunale stabilisce che il figlio ’ha diritto ad entrambe le figure per avere un sano sviluppo psicologico’... eh certo chi lo va a vedere? Non fa notizia. Saluti Roby