La ricostruzione non è solo quella materiale
Parteciparvi significa usufruire di un servizio ordinario in situazioni di emergenza che qui assume una valenza, anche emotiva, tutta particolare.
Nelle case distrutte c’è ancora il legno che ardeva quella sera di due anni fa, i cassetti degli armadi aperti con furia, per recuperare le cose essenziali prima di scappare. Ci si torna, anche solo con il pensiero, in quelle case. Per sentire lo scricchiolio della chiave nella toppa o per sedere su quella che era la propria poltrona.
A due anni esatti dalla scossa di magnitudo 6,5 che ha colpito i numerosi Comuni coinvolti dal “cratere”, e la vita di tantissimi abitanti dell’Italia centrale, credo sia necessario fermarsi a riflettere. Di fronte alle macerie e alle emozioni che sfioriamo ogni giorno ne sentiamo il bisogno, come esseri umani e come operatori attivi in questi luoghi.
Qualche giorno fa, un gruppo di sedici cittadini di Visso, in provincia di Macerata, ha chiesto aiuto al nostro sportello di assistenza infermieristica e psicologica attivo da marzo di quest’anno. Ognuno di loro aveva il desiderio di conoscere da vicino le nostre attività e, grazie al contatto con un’associazione culturale locale, siamo riusciti a organizzare un gruppo di ascolto, un “incontro di elaborazione”. Parteciparvi significa usufruire di un servizio ordinario in situazioni di emergenza che qui assume una valenza, anche emotiva, tutta particolare.
Le cronache di questi giorni dimostrano come le carenze riscontrate nelle soluzioni abitative d’emergenza (SAE) – muffa, umidità, problemi alle fognature – proprio qui a Visso siano un esempio di quanto, al trauma già presente per chi ha vissuto sulla propria pelle una catastrofe naturale, si possa riprodurre e aggiungere un ulteriore trauma.
Gli occhi lucidi, il desiderio e la forza di continuare a essere presenti e in grado di trovare il modo migliore per rimanere in una terra che il cuore, al contrario degli occhi, riconosce ancora come la propria.
A un certo punto dell’incontro, le lacrime lasciano spazio alla concretezza del dolore data dalle parole. Le storie, i desideri… Ma anche il vissuto più potente, che emerge nella sua forza: quello del tradimento. Della terra, della comunità e delle istituzioni. Un gruppo di sedici persone che rappresenta la capacità di resistenza di questa popolazione e di questa terra. Oggi voglio restituire questa immagine, perché ha sollevato e ristorato anche noi operatori.
All’improvviso, davanti a me, vedo la piazza di Visso: ripopolata, restaurata, viva e festosa come la conoscevo prima del sisma. Immersa dentro una terra meravigliosa: da percorrere in moto, in auto, in bici o con gli scarponi.
La ricostruzione non è solo quella materiale. Ma anche quella del mondo interiore che improvvisamente, come “per magia”, fa riapparire una piazza.
— Giovanna, Psicologa psicoterapeuta referente del Progetto Sisma di EMERGENCY a Macerata, da Visso
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