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La Politica con c’entra niente con la politica

Breve dissertazione tra fantasia e realtà. Tra ciò che ho dolorosamente scoperto essere realmente la politica e ciò che speravo fosse

di Salvatore Mica - giovedì 10 febbraio 2005 - 4894 letture

La Politica non c’entra niente con la politica

E’ una certezza. Oramai mi è chiaro, chiarissimo, mi arriva l’acido gastrico in bocca ogni volta che ci penso.

Non ricordo bene quand’è successo che tutti i piccoli frammenti derivati da mille esperienze si ricongiungessero in una chiara, serafica, netta certezza.

La Politica non c’entra niente con la politica.

Non è un’articolo, o uno scritto, o una precisazione, sono solo appunti. Se qualcuno avrà voglia di leggere, si tenga per sé critiche e precisazioni,qui il lettore è un ospite.

Non è una provocazione o un modo di dire, non voglio attirare l’attenzione di nessuno scrivendo un "assurdo" come questo. Tanto, l’argomento interessa a pochi, e quei pochi a cui interessa sono sicuramente già arrivati alla mia conclusione.

Scrivo solo per ricordarmi dell’epifania e per razionalizzare l’intuizione avuta, analizzandone presupposti e conferme.

La politica (notate le maiuscole ed le minuscole) è un buon argomento di discussione al bar dello sport , dal barbiere ed è un ottimo diversivo quando non si sa cosa dire ai parenti che non vedevi da quarant’anni. Una sciocchezza, come parlare del tempo, solo che alla gente piace far finta di infervorarsi su questo o quel tema "politico". Questa politica è la stessa che vediamo ai talk-show, che seguiamo dalle poltrone casalinghe, i "porta a porta" e i "primi piani" vari ci danno materiale su cui discutere futilmente quando avremo tempo da perdere.

La Politica invece è un’altra cosa. Nobile ed antica.Vitale per la prosecuzione della specie umana. Per come la vedo io, l’uomo è un’animale sociale, non è mai stato un solitario, ha da sempre avuto bisogno di stare in gruppo per sopravvivere. L’amministazione del gruppo, la creazione delle regole e il loro rispetto sono stati, ovviamente, al centro della vita umana. Ecco, a mio giudizio, l’antenato della Politica.

La Politica oggi tocca molti argomenti, di grande importanza, è un campo multietnico e multidisciplinare confinante con qualsiasi altra "scienza umanistica", psicologia (individuale e delle masse), sociologia, antropologia, linguistica, etica, filosofia, morale e chi più ne ha più ne metta. La Politica è oggetto di studi sotto più punti di vista, è considerata oggetto d’interesse da molti fronti diversi. Molti di questi studiosi hanno usato a mo’ di tappeto questa differenza fra politica e Politica per poi costruirci sopra le loro teorie. Non sono il solo quindi ad aver intuito come stanno le cose.

La Politica culla patrimoni storici inestimabili, è un incessante fiume di sangue umano, versato da maestri, grandi o piccoli, per ottenere ciò che oggi diamo per scontato. Il diritto all’alimentazione. Il diritto alla salute. L’autodeterminazione dei popoli Il diritto a vivere ed essere felice Il diritto all’infanzia. La libertà di pensiero e di parola, la possibilità di manifestare. La condanna della tortura, della morte, dell’illegalità, della prepotenza inflitti dal potere. Il diritto al lavoro. Il diritto alla sessualità. Il diritto alla vita, per chi vuole tenersela stretta e per chi vuole togliersela. Il diritto di avere diritti: chiedete alle donne italiane degli anni 60-80 o agli attuali burka afghani, se riuscite a trovare il foro per l’orecchio.

E chissà quanti altri.

No, ci ho ripensato. MOLTI danno per scontati questi diritti, in realtà sono tutt’altro che assodati. La Politica è l’eterna lotta fra chi vuole affermare questi diritti e chi vuole negarli, tutto qui. Basta questo per impegnare centinaia di vite, tese fino allo spasimo ogni secondo della loro esistenza al solo fine di spostare di qualche centimentro questa immensa Matrioska. Non ci sarà un trionfo definitivo a mio parere,con buona pace dei Marxisti, la tensione dovrà essere eterna. Un sistema perfetto, che si definirà tale, rimarrà ciò che è: una dittatura.

Ma queste sono le conclusioni a cui sono giunto. Facciamo qualche passo indietro, è sempre faticoso ricordare le cose al contrario…Mmm… Eccomi! Mi vedo ingoiato dalla poltrona mentre guardo mi pare proprio "Porta a Porta", vista la futilità delle parole che si accavallavano nello studio mi son messo a pensare fra me e Me.

"Cosa stanno dicendo questi uomini?" "Esprimono posizioni politiche" "Di chi?" "Già…Di chi…? Non loro, di certo! A parte il fatto che abbiamo infiniti esempi di come i politici dicano di sostenere X mentre in effetti hanno intenzione di portare avanti Y, ma ipocrisie a parte…le posizioni che portano avanti son quelle del partito che sta loro dietro, giusto?" "Si… le posizioni sono del partito, quindi un GRAAANDEE compromesso tra quello che si vuol sentire la base del partito, ciò che pretendono di sentire gli altri partiti alleati, il tutto conforme alle semprepresenti lobby, fazioni e le geografie di potere interne al partito stesso…"

"Snatura un’attimo il messaggio politico non credi?"

"Certo!"

"E’ tutto qui?"

"Mi sa di no… Aspetta fammi pensare…ma certo! Io so già da tempo che i nostri politici NON fanno la vera politica! So che entrambi gli schieramenti seguono, in fondo, direttive di enti sovranazionali, completamente disgiunti dalla volontà popolare! Sono loro a fare la vera politica, quella che combattiamo dal basso. Il WTO, la BM, gli accordi dei G8, le multinazionali e le loro tentacolari ramificazioni…Sono loro a determinare le scelte politiche dei governi nazionali. Ho sempre pensato che la destra seguisse questi dettami speditamente e sfacciatamente, mentre la sinistra "istituzionale" lo faccia più lentamente, non tanto per pregiudizi politici o ideologici (sembrano quasi bestemmie a sentire i politici!), ma per salvare la faccia di fronte a quei pochi gonzi che ancora credono nei loro programmi"

"E’ vero…i politici che ci lasciano scegliere non fanno la Politica. Quella è fuori discussione, non si tratta sulle questioni serie. Ci trattano come dei bambini che non possono decidere delle proprie vite,ma ci si deve dare il "sazio", la certezza di avere il controllo della situazione, responsabilità inutili e falsi valori ci riempono d’orgoglio ed importanza…E loro ne hanno da vendere…C’è dell’altro?"

"Si…C’è un’altra prova della deideologizzazione della politica. I passaggi di schieramento! Ci sono centiania di parlamentari, assessori, ministri, sottosegretari e burocratia varia, che passano da un partito all’altro, indifferenti alle ideologie alle coerenze e agli schieramenti. Vanno dal miglior offerente, chi li paga di più, mercenari che non hanno neanche la preparazione militare da vendere, regalano ai loro padroni per esser corteggiati la fiducia popolare che i tonti hanno riposto in loro. Cosa vuoi che interessi a questi individui della Politica?E’ solo un pretesto!Per mangiare, in abbondanza anche…"

"Mmm…Sacrosanto. Ma c’è ancora dell’altro. L’ho studiato da poco.La politica da quando è entrato in vigore il suffraggio universale, ha bisogno di popolarità, ha bisogno di attirare quanto più possibile l’attenzione del pubblico, anche (e soprattutto)di quella parte di pubblico che è interessato alla politica solo per poterne leggermente parlare sbarbandosi. Per interessare questa tipologia di "votanti"la politica si è saldata tenacemente ad un potentissimo mezzo di persuasione: i media. I Media sono diventati il tramite tra la politica e i cittadini. Nessuno di noi riesce ad immaginare la "comunicazione politica" senza l’apporto dei Media. "I Media sono diventati gli esecutori del principio della pubblicità per il Parlamento" ad esempio. La Politica(ma soprattutto la politica) si fonda sulla comunicazione che si è fusa nel potere Mediatico, rendendo indistinte le differenze fra i professionisti della politica e i professionisti della comunicazione.

Il corteggiamento del mondo della politica al mondo dei Media ne ha decretato l’asservimento, dimostrando, una volta di più, che le idee della Politica non hanno nulla a che fare con la politica "giocata" nei nostri teleschermi.

Questo connubio ha causato parecchi cambiamenti nel mondo della politica, cedimenti che dimostrano chiaramente come la politica assuma come imperativo categorico assoluto far bella figura con i cittadini accontentando il necessario filtro dei Media che ora può dettare le regole del gioco.

Gli effetti sistemici dell’interazione media-politica si dividono fra effetti mediatici ed effetti politici

Effetti mediatici:

1) Effetto di tematizzazione. Chiamato anche effetto di costruzione dell’agenda politica. E’ la grande influenza che i Media hanno sulla selezione e determinazione dell’agenda politica che i politici sono chiamati ad affrontare; sostanzialmente i Media tramite le inchieste, e la peculiarità della loro posizione hanno il potere di filtrare o fomentare le notizie e i temi che i cittadini sentiranno più o meno importanti basandosi principalmente sullo spazio che i Media hanno fornito loro. Tradotto nel mondo della comunicazione politica questo vuol dire indirizzare il dibattito politico e spingere i politici a prendere posizioni su temi che loro stessi hanno portato al centro dell’attenzione. Un potere che dovrebbe essere detenuto dai cittadini. Loro dovrebbero porre al centro del dibattito le reali esigenze della popolazione ed i politici dovrebbero "ascoltare" e trarre le dovute conseguenze sul da farsi.

2) Effetto di spettacolarizzazione La politica ha sempre avuto una dimensione "teatrale" che i media hanno enormemente fomentato. Al punto di far perdere la "sacralità" rituale della politica che è stata costretta ad adattare le sue forme tradizionali di comunicazione ai nuovi canoni (imposti). Nei rapporti con i cittadini i politici non si affidano più sulla mediazione dei militanti, non possono più usare la retorica della mobilitazione dei simpatizzanti ma la retorica della seduzione delle masse . L’effetto più evidente della spettacolarizzazione della politica consiste nel cambiamento radicale del discorso politico. Nessun politico può più pensare di comunicare efficacemente senza modulare il suo discorso sugli schemi linguistici preferiti dai media(che sono quelli dell’intrattenimento). Perdendo completamente un patrimonio linguistico proprio della politica che serviva non solo a comunicare alle masse, ma anche e soprattutto a distinguersi e ad identificarsi. In passato i politi di sinistra e quelli di destra, usavano, parole diverse, concetti diversi, frasi diversi e quando usavano le stesse parole o perifrasi spesso davano loro accezioni diverse, chiedete ai linguisti. Adesso tutto piatto.

3) Effetto di frammentazione(del discorso politico) Ovvero riduzione del dibattito politico ai minimi termini, imposti,ovviamente,dalle esigenze e dai vincoli produttivi dei Media. Il discorso politico è deceduto, al suo posto sono nate le "pillole" politiche i cosidetti "sound bites" che sarebbero i pezzetti di dichiarazioni, battute ad effetto, acide e sferzose che i Media(specialmente la televisione) usa abbodantemente. Essendo apprezzati dai media i politici tendono ad usare sempre più spesso questo tipo di comunicazione per essere "coperti" dai media, instaurando così un circolo vizioso che renderà i sound bites l’unico tipo di comunicazione politica usata. Una ricerca inglese dichiara che all’interno del loro dibattito politico nazionale in dieci anni le dichiarazioni politiche si sono drammaticamente ridotte, sono passate da di 21 secondi a 9 secondi.

Effetti politici:

1) Effetto di personalizzazione L’insistenza dei riflettori dei media sulle persone che sono impegnate nella lotta politica ha portato gradatamente alla personalizzazione della politica. Ciò che il candidato dice diventa più importante del partito di appartenenza, l’immagine ,anche e soprattutto fisica, del candidato prevale sugli schieramenti ideologici d’appartenenza. In Italia il culmine della personalizzazione della politica si è toccato nel 1994 e nel 1996 con l’ingresso del nostro attuale presidente del consiglio, il signore(e padrone) dei Media: Silvio Berlusconi.

2) Effetto di leaderizzazione Effetto simile alla personalizzazione della politica e ad esso indissolubilmente legato. Non è ovviamente causato solo dai Media, ma anche dalla disgregazione delle comunità locali e quelle delle classi sociali tradizionali ed ovviamente nel declino del ruolo dei partiti nella politica.

3) Effetto di selezione delle elites politiche

Ma uno degli effetti più evidenti(e spaventosi) è il trasferimento dei meccanismi di reclutamento del ceto politico dalle macchine di partito ad agenti esterni che adottano criteri alieni alla logica politica e partitica. La selezione avviene effettuata usando criteri tipicamente mediali: i candidati più telegenici, con una migliore immagine, daletticamente abili e pronti alla battuta, fanno strada. I ricercatori americani l’hanno chiamato "winnowing effects", l’effetto setaccio e funziona così: i media danno visibilità ai candidati più telegenici che sono quindi più conosciuti dal pubblico e hanno più possibilità di esser votati. L’ideologia, il lavoro, le idee, i programmi,la tenacia, la convinzione,la caparbietà, la fierezza delle proprie idee sono requisiti che non servono più a far carriera nella politica.

Anche in questo campo Berlusconi ha fatto scuola: nel 1994 molti candidati appartenenti al suo partito furono selezionati in base alle loro capacità "mediatiche".

Ovviamente tutti gli effetti sopraelencati non sono solo causati dai Media ma anche da fenomeni sociali di grande importanza a cui abbiamo accennato, primo fra tutti il decadimento dei partiti e la deideologizzazione della politica occorsa dal disfacimento dell’URSS.

I politici sono asserviti al potere, lo dimostrano la facilità con cui passano da uno schieramento all’altro e la flessibilità delle loro idee,la docilità con cui si fanno ammaestrare dagli organismi sovranazionali; ma sono asserviti anche a tutto ciò che può portare al potere:i Media ad esempio.

I politici e la dialettica politica è attenta a mille equilibri, orizzontali- interni al partito- alle lobby di potere, alle "grandi personalità" ed - esterne al partito - partiti alleati,coalizioni ecc.. e verticali - base,partito,leader,governo,organismi sovranazionale, sistema,capitale - per queste ragioni fare il politico è un mestiere difficile. Ma la politica che "fanno" i politici non è la mia politica.

La Politica non c’entra niente con la politica.


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