I buchi 2.0

Con grande dignità si è dimesso il cattolico Lupi. Costernazione anche in Finlandia

di Adriano Todaro - mercoledì 25 marzo 2015 - 2390 letture

In relazione alla vicenda dell’ex ministro Maurizio Lupi, diversi giornali hanno messo in evidenza la strana somiglianza del ministro con Mariangela Fantozzi-Villaggio. In realtà questo è vero ma io trovo che Lupi assomigli più a uno di Comunione e Fatturazioni (false). Un viso, per così dire, da oratorio, quei visi che frequentavamo quando da ragazzetti all’oratorio c’era sempre un Maurizio che faceva la spia per ingraziarsi il prete.

Poi, col tempo, i visi di questi Lupi sono diventati quasi tutti come quello che oggi sfoggia il Celeste Formigün che quando lo guardi, per un riflesso incondizionato, ti tocchi subito la tasca dove hai messo il portafogli. Non sono stati teneri i giornali con il Maurizio. L’hanno chiamato Lupus in fabula, Lupi per Agnelli, Balla coi Lupi, Fame da Lupi, Notti da Lupi, Lupi perde il pelo ma non il vizio ecc. Invece è necessario sapere che Maurizio ha dovuto superare ardue prove prima di diventare ministro e prima di poter accedere nel grande partito della destra italiana, quel Ncd che io ricordo sempre non significa Nuova camorra democratica ma Nuovo centro destra. Un grande partito che ha ammaliato anche un personaggio come Eugenio Scalfari che continua a non imbroccarne una: “E’ quella che noi chiamiamo la destra repubblicana. Una novità di grandissimo rilievo nel panorama della politica non soltanto italiana ma anche europea”.

Non avete idea voi, come sono interessati in Finlandia di questa grande novità. Comunque sia, quando c’erano da iscrivere al partito gli aspiranti a far parte di questa destra repubblicana e non monarchica, si era deciso che l’esaminatore doveva essere Al FanoFronteAlta. A Maurizio, che voleva diventare anche ministro, il siciliano senza quid aveva fatto una domanda facile facile: “Spieghi, il candidato, in poche righe, cosa fa il ministero delle Infrastrutture”.

A leggere un così difficile e profondo quesito, gli occhi di Maurizio erano diventati più a palla ancora. Non era certo semplice spiegare questa cosa delle Infrastrutture anche perché lui, il Maurizio, non sapeva neppure esistessero. E allora telefona ad Ercolino sempre in piedi Incalza che fedele al suo cognome incalza, appunto, il futuro ministro a studiare la materia. Ma non c’è nulla da fare. Maurizio non capisce proprio una mazza. “Senti – gli aveva detto alla fine Incalza – tu scrivi solo questa frase: il ministero alle Infrastrutture fa i buchi”.

Maurizio Lupi, classe 1959, esegue e il siciliano dalla Fronte Alta rimane colpito dalla sintesi. Lo iscrive al partito e lo propone come ministro per i buchi. Ma tutti hanno dovuto sottostare a questo esame? No. Non tutti. Alcuni di grande esperienza, che hanno potuto produrre incontestabili report sono stati iscritti d’ufficio. Fabrizio Cicchetto, ad esempio, come credenziali ha presentato il fatto che da giovane aveva preso uno schiaffone da un galantuomo come Riccardo Lombardi per la questione della P2, Renato Schifani c’è entrato automaticamente nel partito perché ex presidente del Senato con annesso riportino anche se c’era una pecca notevole: per anni indagato per mafia alla fine l’indagine era stata archiviata e un altro Maurizio, il Sacconi, che ha potuto esibire il fatto che quando fu nominato ministro della Sanità la moglie, Enrica Giorgetti, ricopriva la carica di direttore di Farmindustria.

Per tornare al nostro Maurizio, invece, c’è da dire che il rapporto con Ercolino è durato al punto che quando il Corriere (pensate un po’) propone a Lupi un’intervista, questi va nel pallone e chiama Incalza per farsi dire cosa rispondere sulle Grandi Opere. E quando c’è da scrivere il programma del governo per la parte relativa ai buchi, la relazione la scrive direttamente Ercolino mentre il suo (di Ercolino) avvocato, scrive a Lupi cosa deve dire in Parlamento.

Non è un genio questo Lupi? Pensate che, fra le tante sue opere che ha compiuto, è stato anche padrino di battesimo di Magdi Allam e ha scritto un libro: “La prima politica è vivere”. E questo fa curriculum. E voi se avete un figlio che si è laureato con 110 e lode e, malgrado questo, lavora in un call center significa che non avete le relazioni giuste e se invece di farvi fare gli abiti su misura andate ad acquistarli all’Onestà, beh allora significa che non avete capito nulla. E l’orologio come regalo di laurea? Cosa gli avete comprato a vostro figlio? Quello che vendono i senegalesi?

E poi il cattolico praticante si presenta bene, è fine, computo, gentile, elegante. E coraggioso. Una volta ha sfidato anche le intercettazione con una memorabile frase: “Sono l’onorevole Maurizio Lupi, tuo amico fraterno, così si registra meglio. Non me ne frega un cazzo, possono venirmi anche a fare una pompa”. Quando nel 2014 il governo vorrebbe inglobare la Struttura che guida Incalza, Lupi minaccia di farlo cadere e per telefono, il cattolico praticante, è chiarissimo: “…sennò vanno a cagare… cazzo…”. D’altronde nelle varie intercettazioni sembrano tutti esponenti dell’Accademia della Crusca. Quando la moglie di Stefano Perotti, uno degli arrestati, padrona di un impero finanziario e immobiliare, la signora Christine Mor, chiama il marito e gli spiega come “bleffare con la banca svizzera” è molto esplicita: “Io sto pensando di bleffare con quegli stronzi della banca… e dire che per adesso la trattativa è saltata della casa… per lasciate pure ferma la liquidità senza investirla però la lasciamo lì risolvo l’altro problema e poi gliela metto nel culo”. Fine la signora, no? Mi sa che questa a messa ci va sempre.

I buchi fatti in giro per l’Italia, intanto, vanno alla grande. Se ne fanno in continuazione. Buchi per il Tav, per l’Expo, per le Pedemontane, per i Valichi. Pensate che fin dal 2013 il bagai (traduzione dal milanese: il ragazzo) dell’oratorio in una intervista difese a spada tratta l’autostrada Orte-Mestre che sarà, affermò, riuscendo lui stesso a non ridere: “Un’opera strategica perché si aggancerà al corridoio europeo Baltico-Adriatico”. Intanto ad Orte tutti si facevano una domanda: ma che ci andiamo a fare a Danzica?

Intanto però si lavora. Mi fanno sogghignare i dati relativi a quanto tempo ci è voluto per costruire la tratta Madrid-Siviglia (490 chilometri): 4,8 anni; la Parigi-Lione 5 e la Tokio-Osaka 4,2 anni. Noi per la Roma-Napoli ci abbiamo messo 17 anni. Abbiamo fatto lavorare la gente 17 anni! Da loro, ogni chilometro di ferrovia costa 9,8 milioni di euro, da noi con Incalza e soci, 60 milioni a chilometro. E non parliamo della Salerno-Reggio Calabria.

E lo Statista di Rignano cosa dice di questa vicenda? Poco o nulla. Sempre pronto a twittare su tutto, su Lupi probabilmente aveva le batterie scariche. Quando si è dimesso ha dichiarato “Quello di Maurizio Lupi è un gesto di grande dignità e sensibilità”. Come no! E non sapeva nulla della cricca di Ercolino? Eppure ha lavorato per ben sette governi e Lupi se l’è tenuto accanto nei governi Letta e Renzi. Poi quando è andato in pensione gli ha fatto un bel contratto di consulente. E il Democristiano con i Nei non s’è mai accorto? Perché il boy scout odia così tanto i lavoratori, i magistrati, i giornalisti che non s’inchinano e non gli arraffoni e ladri in guanti gialli? Già, perché? Pochi giorni fa, alla Luiss, Renzi ha affermato che noi italiani “Siamo i più bravi del mondo”. Beh, a rubare senza dubbio!

Sembra che l’ex ministro, ora che ha più tempo, voglia scrivere un secondo libro. Il titolo proposto a Mondadori è: “La seconda politica possibilmente è vivere bene”. Una copia è stata già prenotata da Ercolino. Matteo, invece, ha twittato che non lo leggerà. Al che Lupi ha dichiarato che di Renzi se ne fotte e gli può fare “una pompa”.

Interessata al libro, invece, la deliziosa Christine Mor. Alla banca svizzera non è riuscita a metterglielo nel culo ma suo marito, agli italiani, sì. E da lungo tempo.


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