Gedi vende ancora e Angelucci acquista

L’errore di Televideo – Inaugurata sala Stampa Estera: solo per 12 persone – L’agenzia Al Jazeera nel mirino israeliano. Uccisi giornalisti – Va male la pubblicità – Contestato il direttore di Repubblica

di Adriano Todaro - mercoledì 20 marzo 2024 - 898 letture

L’AGI? VA AGLI ANGELUCCI – L’agenzia giornalista Agi (Agenzia Italia) è una delle agenzie giornalistiche più “vecchie” del nostro Paese. Fondata nel 1950, nel 1965 viene acquistata dall’Eni. Altri tempi considerato che negli ultimi anni l’agenzia è stata diretta da Mario Sechi che si è dimesso nel marzo 2023 per andare a dirigere l’Ufficio stampa di Palazzo Chigi e poi, dopo Cutro, alla direzione di Libero. Ora sembra proprio che la famiglia Angelucci voglia arricchire il proprio portafoglio e, dopo Il Giornale, Libero e Il Tempo, ora è la volta dell’Agi. Se andrà così, come sempre bisognerà sfoltire il personale e, quindi, 14 dei 70 giornalisti in organico dovranno uscire dall’agenzia. E non è detto che una volta acquisita la testata, gli Angelucci non facciano ulteriori tagli al personale. Intanto un’altra voce dà il ritorno di Sechi alla direzione dell’agenzia. Ricordiamo che Antonio Angelucci (re delle cliniche private in centro-Italia) è un parlamentare che, dopo essere stato in Forza Italia, oggi fa parte della Lega mentre il figlio Giampaolo dirige la società che riguarda i giornali.

AN CIAPÀ LA VACA PER I BÄLL – Tradotto dal dialetto milanese, significa “Hanno preso la vacca per le palle”. Una frase che si adatta perfettamente a quanto è avvenuto a Televideo Rai. A ridosso dell’edizione degli Oscar cinematografici 2024, subito dopo la consegna della statuetta, all’1,35 di notte, ecco come Miglior Film Straniero “Io, Capitano” del regista italiano Matteo Garrone. Secondo Televideo è «ispirato alla vita del capitano Schettino e al disastro della Costa Concordia». Com’è noto, invece, il film di Garrone si ispira al viaggio di due giovani, Seydou e Moussa, che lasciano Dakar per raggiungere l’Europa. Un errore, quello di Televideo, che ha coinvolto diverse testate giornalistiche in quanto hanno preso per oro colato quello scritto da Televideo. La Rai ha corretto il tutto solo alle 7,45.

STAMPA ESTERA (SOLO 12 PERSONE) – Con qualche mese di ritardo, a Roma, si è aperta la nuova sede della Stampa Estera in Italia. La sede è a Palazzo Grazioli, in via del Plebiscito a Roma, dove aveva la sua residenza Silvio Berlusconi negli anni del governo. Tutto bene? No, naturalmente, perché pur essendoci la presenza di Sergio Mattarella, l’ingresso era riservato solo al Consiglio direttivo dell’Associazione dei corrispondenti stranieri in Italia: 12 persone su 279. C’erano, però, gli sponsor: Eni, Iveco, Barilla, Campari, Ferrero, Unicredit, Autostrade per l’Italia, Fincantieri, Ita. Certo, se fossero intervenuti tutti i corrispondenti ci sarebbe stato un problema di spazio. Ecco, allora, la decisione d’invitare solo il Consiglio direttivo.

MOLINARI CONTESTATO – Maurizio Molinari ha annullato la sua partecipazione, il 15 marzo scorso, all’Università Federico II di Napoli sui temi del Mediterraneo, «in considerazione dei rischi per la sicurezza del pubblico causati da un ristretto gruppo di manifestanti». La contestazione, da parte degli studenti di Rete Studentesca per la Palestina, riguarda la situazione della popolazione palestinese nella Striscia di Gaza e la copertura degli eventi in quell’area da parte del quotidiano diretto da Molinari (Repubblica). «Com’è possibile soprattutto invitare in questa situazione il direttore di una delle testate italiane dichiaratamente sioniste?», hanno dichiarato gli studenti a Il Mattino. «La migliore risposta a ogni forma di intolleranza è il rispetto per il prossimo» ha dichiarato il direttore de la Repubblica che ha ricevuto numerosi messaggi di vicinanza da tutto l’arco politico, e dal Quirinale.

GEDI VENDE ANCORA? – È la domanda che si fanno i giornalisti del Secolo XIX che hanno deciso di avere chiarimenti dall’azienda dopo che molte altre testate hanno riportato la notizia di una probabile vendita del quotidiano genovese. Il comunicato sottolinea che «Ancora una volta circolano indiscrezioni di stampa e voci che riguardano la possibile vendita del Secolo XIX. Alla luce delle ripetute ricostruzioni giornalistiche, chiediamo all’azienda che sia fatta, con urgenza, pubblicamente chiarezza sui progetti che riguardano il presente e il futuro del nostro giornale». Poi continua ribadendo che l’editore ha sempre liquidato «voci destituite di ogni fondamento» i ventilati progetti di vendita ma non possiamo dimenticare le già avvenute cessioni di testate e di rami di azienda per i quali il gruppo Gedi ha sempre smentito ogni trattativa di cessione. Per i giornalisti del Secolo XIX, per i quali il quotidiano – sia in forma cartacea che digitale – continua a essere un’opera dell’ingegno collettivo, tutto questo è inaccettabile. Chiediamo rispetto per i lavoratori di questo quotidiano che fornisce a tutto il gruppo contenuti e contributi di qualità ed è la voce di Genova e della Liguria da oltre 130 anni. Ma anche per un territorio che ha subito eventi drammatici e crisi occupazionali e non vuole vedere affievolire la luce del suo giornale… La redazione del Secolo XIX, che da oltre dieci anni deve fare i conti con pesanti decurtazioni dello stipendio dovuti a continui contratti di solidarietà e cassa integrazione non accetterà colpi all’autonomia e alla qualità del giornale che con sacrifici, negli anni, giornalisti e poligrafici hanno difeso con forza sino a oggi».

PUBBLICITÀ IN CRISI – I primi mesi del 2024 sono già critici per la raccolta pubblicitaria per la stampa. Un decremento del -13,5% rispetto al 2023. In particolare, i quotidiani sono a -13,9% mentre i periodici -10,5%. In particolare, i settimanali perdono il 6,3%, i mensili il 13,5%. Le altre periodicità il 20%.

AL JAZEERA NEL MIRINO ISRAELIANO ̶ Due giornalisti di Al Jazeera, il cameraman Sameer Abu Daqqa e il capo dell’ufficio di Gaza Wael Al-Dahdouh sono stati feriti dopo un attacco missilistico israeliano. Secondo l’agenzia, «Samer, è stato lasciato morire dissanguato per oltre 5 ore, poiché le forze israeliane hanno impedito alle ambulanze e ai soccorritori di raggiungerlo, negandogli le tanto necessarie cure di emergenza». Per quanto riguarda Al-Dahdouh è riuscito a lasciare l’area dell’attacco per cercare aiuto, «ma quando ha raggiunto un’ambulanza, i medici hanno detto che non potevano tornare sul luogo dell’attacco perché era troppo pericoloso». Lunedì 18 marzo, altro attacco ad Al Jazeera da parte degli israeliani. Questo il comunicato dell’agenzia di stampa: «Oggi, lunedì 18 marzo 2024, le forze di occupazione israeliane hanno attaccato il corrispondente arabo di Al Jazeera Ismail Alghoul a Gaza mentre svolgeva le sue funzioni giornalistiche. In seguito all’attacco, è stato arrestato e telecamere e attrezzature, sono state distrutte. Secondo testimoni oculari, Ismail è stato duramente picchiato e portato in un luogo sconosciuto. Al Jazeera condanna i crimini tuttora commessi dalle forze di occupazione israeliane contro giornalisti e professionisti dei media a Gaza e rinnova il suo appello per la cessazione immediata di questi orribili attacchi. Al Jazeera Media Network chiede il rilascio immediato del suo corrispondente e degli altri giornalisti che sono stati detenuti insieme a lui e ritiene le forze di occupazione pienamente responsabili della loro sicurezza».


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