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“Gli Dei ritornano. I bronzi di San Casciano” Roma, Palazzo del Quirinale

23 giugno-25 luglio e 2 settembre-29 ottobre 2023

di Piero Buscemi - sabato 24 giugno 2023 - 2555 letture

Il 23 giugno 2023, a Roma, al Palazzo del Quirinale, apre al pubblico la mostra “Gli Dei ritornano. I bronzi di San Casciano” che presenta per la prima volta al pubblico le straordinarie scoperte effettuate nell’estate 2022 nel santuario termale etrusco e romano del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni. La mostra si snoda come un viaggio attraverso i secoli all’interno del paesaggio delle acque calde del territorio dell’antica città-stato etrusca di Chiusi. A partire dall’età del bronzo fino all’età imperiale, la grande tradizione di produzioni in bronzo di quest’area dell’Etruria è presentata come una spirale del tempo e dello spazio: come l’acqua calda delle sorgenti termali si fa vortice e diviene travertino, così il visitatore scopre come le offerte in bronzo incontrino l’acqua non solo a San Casciano ma in una moltitudine di luoghi sacri del territorio. Oltre venti statue e statuette, migliaia di monete in bronzo e ex-voto anatomici raccontano una storia di devozione, di culti e riti ospitati in luoghi sacri dove l’acqua termale era usata anche a fini terapeutici.

L’eccezionale stato di conservazione delle statue all’interno dell’acqua calda ha permesso anche di tramandare lunghe iscrizioni in etrusco e latino che raccontano delle genti che frequentavano il luogo sacro, delle divinità invocate e della compresenza di Etruschi e Romani attorno all’acqua calda. La mostra, visitabile su prenotazione nei periodi 23 giugno-25 luglio e 2 settembre-29 ottobre 2023, è promossa dal Quirinale e dal Ministero della cultura ed è stata realizzata grazie alla collaborazione tra una pluralità di istituzioni preposte alla ricerca, alla tutela e alla promozione del patrimonio culturale. Organizzata dalla Direzione generale Musei del Ministero della cultura, presenta per la prima volta al pubblico i risultati degli scavi archeologici del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni che la Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio del Ministero della cultura, attraverso la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le Province di Siena, Grosseto e Arezzo, ha dato in concessione al Comune di San Casciano dei Bagni con il coordinamento scientifico dell’Università per Stranieri di Siena. I restauri sono avvenuti con il supporto dell’Istituto Centrale del Restauro. La cura è di Massimo Osanna e Jacopo Tabolli.

L’allestimento è stato curato da Chiara Bonanni e Guglielmo Malizia. In mostra, si presenta una scelta di opere rappresentative fra quelle che faranno parte dell’esposizione permanente del museo, che avrà sede nel Palazzo dell’Arcipretura di San Casciano dei Bagni, destinato a ospitare i reperti provenienti dallo scavo del Bagno Grande e dalle ricognizioni archeologiche nel territorio. Fra le opere in esposizione, si notano la splendida statua in marmo dell’Afrodite del tipo di Doidalsas, copia romana di età traianea (II secolo d.C.) da un originale ellenistico, rinvenuta nel Cinquecento presso la sorgente della Doccia della Testa; dalla vasca sacra del Bagno Grande, proviene invece la statua in bronzo di Apollo in atto di scagliare la freccia, risalente al 100 a.C. Accanto alle statue delle divinità, vi sono le raffigurazioni di offerenti, come il personaggio togato databile al I secolo a.C., che molte affinità presenta con il celebre Arringatore conservato al Museo archeologico nazionale di Firenze; e la statua maschile di un giovane malato, rappresentato nudo e in posizione orante: sulla gamba sinistra reca un’iscrizione latina che ricorda come L. Marcius Grabillo offrì a Fons un donario composto, oltre che da questa statua, da altri sei simulacri in bronzo (signa) e da sei arti inferiori. Testimonianza dei dedicanti sono anche i votivi anatomici che riproducono parti del corpo umano, fra cui un orecchio in bronzo con la dedica alla Fortuna primigenia, divinità che tutelava la sorgente fin dalla fase più antica, e le monete romane offerte in età imperiale. Evoca il fulgur conditum (il rito del fulmine sepolto, con cui tutto ciò che all’interno di un tempio o di un santuario veniva colpito da un fulmine doveva essere sepolto, così come il fulmine stesso) il fulmine in bronzo che fu deposto insieme a una freccia in selce all’interno di uno strato composto da tegole e coppi, che sigillò l’antica vasca etrusca, aprendo la strada alla monumentalizzazione del santuario, avvenuta in età romana, durante il regno dell’imperatore Tiberio (I secolo d.C.).

L’allestimento dagli accenti immersivi e dai toni acquatici richiama l’ambiente e il paesaggio del santuario: l’ologramma con Intelligenza Artificiale (AI) che riproduce la statua di una orante, attualmente in restauro, con il volto incorniciato da una chioma di riccioli e due lunghe trecce che scendono sul petto, è il simbolo dei voti e delle speranze degli uomini e delle donne che frequentavano questi luoghi, dove le proprietà terapeutiche dell’acqua diventavano salvifiche anche per intervento della divinità. Il Catalogo è a cura di Treccani, con la sponsorizzazione tecnica di Intesa Sanpaolo. Hanno inoltre finanziato lo scavo e i restauri per la mostra Friends of Florence, Ergon, Robe Cope per Vaseppi, Banfi srl e il Castello di Fighine.

Orari di visita e prenotazioni

Apertura: 23 giugno - 25 luglio e 2 settembre - 29 ottobre 2023
 Giorni di apertura: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica
 Durata visita: 1 ora
 Costo: 1.50 euro

È richiesta la prenotazione almeno 5 giorni prima della data della visita

Modalità di prenotazione:  Online: https://visite.quirinale.it/QTicket/  Call center, tel. 06 39.96.75.57, da lunedì a domenica dalle 9.00 alle 17.00  INFOPOINT, Centro informazioni e prenotazioni, Salita di Montecavallo 15 (Roma). Operativo martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 9.00 alle 17.00.

I visitatori dovranno presentarsi 15 minuti prima dell’inizio della visita, muniti di un documento di riconoscimento in corso di validità.

Roma, 22 giugno 2023


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