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Giuliano Turone: “Il Caso Battisti” (Garzanti)

Un terrorista omicida o un perseguitato politico?

di Emanuele G. - martedì 15 novembre 2011 - 3771 letture

Argomento non facile. Anzi drammatico. Riflettere sul caso Battisti non è azione da risolversi nella fretta e nelle frasi di circostanza. Significa ripensare a quegli anni per ottenere risposte che potrebbero aiutarci al presente. Almeno è su questo registro che si desidera che si evolva la nostra speranza. L’avete capito, il libro del prof. Giuliano Turone parla di una delle pagine più tragiche dell’Italia repubblicana. Gli anni settanta. Anni impregnati di un terrorismo sordo, brutale e sanguinario.

“Il Caso Battisti” è opera di un magistrato, il prof. Turone, autore di alcune delle più significative indagini giudiziarie degli ultimi decenni. La prima istruttoria sulla presenza di Cosa Nostra in Lobardia. Fu catturato grazie a queste indagini Luciano Liggio. Poi le inchieste sulla Loggia P2 condotte assieme a Gherardo Colombo; quelle riguardanti Michele Sindona; ed infine l’omicidio di Ambrosoli. Attualmente insegna tecniche di investigazione all’Università Cattolica di Milano. Tali qualità professionali danno un senso di acume e capacità analitiche non comuni. Soprattutto in riferimento al caso Battisti. Una vicenda storico-giudiziaria sconvolgente e inquietante.

Infatti Turone imposta la scrittura del libro non su parametri di facile ideologia, bensì su criteri di rigorosa analisi dei fatti. Tutto parte da una lettura circostanziata dei 53 faldoni che raggruppano quello che si è fatto sia come attitività di politizia che come attività di magistratura su Battisti. La vicenda si dipana dalla seconda metà degli anni settanta per giungere, ahimé, fino ai giorni d’oggi. Agli inizi Battisti era un delinquente comune che via via è passato al terrorismo diventando uno dei maggiori esponenti dei Proletari Armati per il Comunismo. Una frangia del terrorismo rosso. Da sempre considerati i parenti poveri delle Brigate Rosse. I Pac furono operativi soprattutto in Lombardia e il Triveneto.

Ogni azione dei Pac e di Battisti nella fattispecie viene sottoposto a un processo di meticolosa ricostruzione scevra di qualsiasi impatto valoriale ideologico. Vengono esposti i fatti così come emergono dagli atti investigativi e processuali. Le valutazioni sui fatti scaturiscono solo alla fine di una rigorosa riflessione tecnica. Ma in realtà l’obiettivo non è Battisti in sé. E’ l’Italia di quel periodo oscuro. La seconda di copertina puntualizza. “…Dietro la parabola del controverso terrorista-scrittore, emerge così il clima di una delle pagine più drammatiche della nostra storia: un passato che continuia a pesare sul nostro presente, con i suoi conti mai chiusi, con le sue ferite ancora aperte.” Purtroppo…

Ma Battisti è un terrorista omicida o un perseguitato politico? Da quanto vergato dal prof. Turone emerge un dato di fatto incontrovertibile. Battisti ha saputo giocare abilmente nel costruirsi un’immagine di perseguitato politico sfruttando al meglio le conoscenze e le relazioni intessute a partire dal momento della sua fuga all’estero. Si è rivelato un provetto manipolatore di persone e fatti. Mentre è innegabile – dalla lettura dei fatti per così come sono – che è un terrorista omicida. Non dimentichiamolo e dovrebbe finalmente finire quelle complicità ipocrite che hanno pervaso la sinistra italiana in merito alla sua vicenda e all’intero fenomeno del terrorismo.


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