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George Benson a Taormina

Ancora il Teatro Antico protagonista di una serata di buona musica.

di Piero Buscemi - giovedì 25 luglio 2013 - 4472 letture

Che musica suona George Benson? Jazz? Funky? Pop? Rock? Blues? Dategli una chitarra in mano e, nel caso non ce ne fosse una a disposizione nell’immediato, dategli un microfono e vi darà la risposta.

Per stilizzare l’argomento, si potrebbe semplicemente dire che "fa musica". Una affermazione che potrebbe apparire banale, ma cinquanta anni di carriera renderebbe l’idea, ai giorni nostri, quando in un calderone non ben identificabile, troppe meteore non sempre all’altezza della situazione si pregiano della qualifica di "artista musicale".

Ieri sera, al Teatro Antico, l’artista statunitense ha dato un saggio della sua vena artistica e delle sue doti canore, non ancora intaccate dal tempo, nonostante i suo 70 anni. Lo spettacolo, inziato con una mezz’ora di ritardo, meritava senz’altro il pienone che non abbiamo potuto registrare, constatando alcuni settori del teatro non completamente riempiti.

Ciò non ha impedito all’artista, accompagnato sul palco da dei veri mostri sacri del genere quali Randy Waldman (piano e direzione musicale), Michael O’Neill (voce e chitarra), Stanley Banks (basso), Thom Hall (tastiere) e Oscar Seaton (batteria), di dare il meglio di sé, scavando nel suo ampissimo repertorio, non tralasciando il suo reverenziale tributo a Nat King Cole con una personalissima Unforgettable, in chiave blues e con assolo finale che dava sul Rythm & blues.

Si è divertito anche a dialogare con il pubblico, mentre una luna in fase calante sorgeva di fronte al palco. Ha voluto ricordare Luciano Pavarotti e, quasi ad emularlo, ha eseguito alcuni pezzi con un fazzoletto in mano. Un ringraziamento e un pensiero adulante, lo ha dedicato poi alla Sicilia. Il suo amore verso una terra sanguigna e chiassosa, che a detta sua, gli ha ricordato Napoli e le sue strade "loudly", che da sempre lo fanno sentire a casa.

Poi è stata una carrellata di alternanze tra pezzi tipicamente strumentali, che hanno esaltato la tecnica strumentistica dei componenti del gruppo, e canzoni con le quali ha abbandonato la sua Ibanez, per inscenare le sue interpretazioni canore, ricche di fascino e di estensioni vocali davvero invidiabili.

I commenti raccolti sugli spalti, dopo due ore di spettacolo con ben un quarto d’ora pieno di bis, con On Broadway e Give me the night a costringere la platea a sollevarsi e danzare, sono stati "elegante" e "raffinato", che pensiamo identifichino l’atmosfera vissuta ieri sera.

La coreografia, molto curata e dettagliata ha lasciato la sensazione di una possibile realizzazione di un video, che speriamo di vedere in distribuzione nei prossimi mesi. Sicuramente, saranno stati in molti che dopo il concerto, avranno rispolverato i vecchi vinili, gelosamente custoditi da orecchie profane.


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