Federalismo comunale: una questione di trasparenza

Molti festeggiano per l’imminente varo del federalismo comunale, ma hanno motivo? Solo se la trasparenza fungerà da leitmotiv dominante.
Ci siamo. Il federalismo comunale sta per entrare nella vita di noi tutti. Esso avrà la funzione di ridisegnare i rapporti fra l’Ente Comune e i cittadini attraverso la leva fiscale in rapporto all’erogazione di determinati servizi.
In apparenza è un grande risultato in quanto dovrebbe assicurare quelle risorse ai comuni per erogare servizi finalmente efficienti. Propugnando, altresì, il principio della responsabilità. Obiettivo senz’altro ambizioso e che rappresenta un cambiamento epocale.
Tuttavia, mi pare che qualcosa sfugga. Un qualcosa di fondamentale. Mi riferisco al principio della trasparenza. Infatti senza questo principio i discorsi fino ad oggi fatti rischiano di apparire fatui e ipocriti. Cosa significa trasparenza in riferimento all’erogazione di un servizio. Essenzialmente alcune cose:
• Esistenza di un piano industriale x che sovrintenda all’erogazione del servizio alfa. In concreto, ho bisogno di una certa somma per fare un insieme di attività. E’ ovvio che devo indicare da dove mi arrivano i soldi e come. Devo indicare, inoltre, cosa voglio fare, in che mondo e con quale forza lavoro;
• Rendicontazione constante del tempo a chi fruisce del servizio su come vengono spesi i soldi dei contribuenti. Sembra un’affermazione lapalissiana, ma qui in Italia non c’è minimamente l’abitudine di rendicontare alla cittadinanza come si spendono i soldi pubblici;
• Monitoraggio continuo sul livello qualitativo del servizio erogato. Mica un servizio si può erogare evitando di sottoporlo a una continua verifica. Chiedere i soldi al contribuente senza capire come stanno le cose non ha senso;
• Bisogna capire che ora si ha a che fare con la tariffa. La tariffa è una bestia particolare. Non si può applicarla se a monte non esiste un preciso dettaglio dei costi. Cioè, ti chiedo y perché il servizio che ti sto erogano mi costa beta. Spero che chi amministra capisca la differenza abissale che intercorre fra la tariffa e la tassa.
Un esempio di trasparenza? Ce lo fornisce il comune francese di Le Pouliguen (Loira Atlantica). In Francia la tariffa sui rifiuti urbani si calcola a nucleo familiare. Ogni famiglia paga un fisso constante collegato alla qualità del servizio erogato. Una breve parentesi. Mi pare che la soluzione della tariffa a nucleo familiare sia un metodo molto interessante. Molto di più del principio della superficie dell’immobile come accade qui in Italia.
Nel comune francese ogni famiglia paga circa 152 euro all’anno. Ed è qui che scatta la trasparenza. Infatti, il comune informa in modo constante i cittadini su come vengono spesi i 152 euro pagati. Come viene, dunque, spesa tale somma?
• 4 euro per pianificare e monitorare il servizio;
• 5 euro per l’informazione;
• 47 euro per la raccolta porta a porta;
• 5 euro per la raccolta presso centri di raccolta;
• 22 euro per il conferimento in discarica;
• 10 euro per il trasporto;
• 5 euro per la cernita e il condizionamento dei rifiuti;
• 48 euro per il trattamento dei rifiuti domestici;
• 7 euro per il composter familiare.
Rendendo il servizio trasparente allora diventa plausibile il principio della responsabilità. Vi voglio porre una domanda: in che modo si può assicurare responsabilità nel settore dell’erogazione dei servizi pubblici se non c’è traccia di trasparenza? Non è sulla responsabilità che si gioca la nuova alleanza fra comune e cittadini-contribuenti. Bensì il dettaglio essenziale è la trasparenza. Pensateci un attimo. Come si riesce a capire se il principio di responsabilità è stato bellamente disatteso fornendo servizi scadenti e costosi? Semplice. Grazie al principio di trasparenza. Esso ci permette di risalire in modo chiaro e diretto alle responsabilità nel caso di criticità nelle fasi di organizzazione, implementazione, effettuazione, controllo e pagamento del servizio.
Un altro esempio. In America esistono i comitati civici per quanto riguarda i sevizi pubblici. Sono organismi composti da chi eroga il servizio, da chi lo fruisce e da chi ha responsabilità istituzionali. Orbene, ha un delicato compito. Verificare se il livello del servizio è confacente alla tariffa che si pretende dal contribuente. Questa è una funzione che implica una grandissima trasparenza. Può succedere, infatti, che tale organismo possa decidere di abbassare la quantificazione della tariffa perché nell’anno il servizio non ha raggiunto i livelli minimi garantiti sia dal contratto di servizio che dalla carta dei servizi. Ritorna, per l’ennesima, volta la trasparenza.
In chiusura, vorrei lanciare un invito agli amministratori pubblici. Il federalismo comunale avrà motivo di esistere solo nel caso di un’effettiva trasparenza fra la somma richiesta e la qualità del sevizio erogato. Altrimenti, mi pare opportuno che il contribuente possa anche non pagare poiché non esistono quei presupposti di trasparenza esiziali all’inoltro della bolletta. Insomma, amministratori pubblici dovete chiedere rendicontando ciò che fate. In caso contrario, il federalismo comunale sarà l’ennesima presa in giro perpetrata alle spalle di noi cittadini.
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