Cum fratres
La rinascita delle Confraternite è parte dei segni che ci comunicano la fiducia in un presente gravido di “spirito e di infinito”. Dietro i numeri che stupiscono vi è un universo di “persone” che vogliono vivere l’esperienza dell’infinito in comunione e libertà.
Cum-fratres
Viviamo nel tempo della “singolarità”. Il singolo è il soggetto che ha reciso ogni legame orizzontale e verticale. Le comunità sono ormai disperse nell’economicismo. Si è sconosciuti all’altro e al vicino; le relazioni sono improntate alla diffidenza e alla competizione. La singolarità è in lotta perenne, è il soggetto in competizione. Non impara dalla propria solitudine e dall’inquietudine interiore. Non ha maestri o pastori che possano trasformare l’esperienza della solitudine in domande che possano aprire orizzonti verso la pienezza ontologica.
Il silenzio della singolarità è l’urlo introflesso della disperazione che si dibatte alla ricerca dell’infinito-universale, ma urta semplicemente in un mondo di “cose”. L’invidia aggressiva è il sentimento che prevale in una realtà sociale in cui “l’estensione materiale” del possesso determina il valore della persona. La quantità è la categoria con cui si valuta e si giudica la propria ed altrui esistenza. La solitudine depressiva non può che essere la conseguenza di una realtà che non conosce “il bene” e rifiuta in modo preconcetto l’esperienza dello “spirito”. Ogni essere umano aspira alla pienezza ontologica; l’ateismo e il rifiuto della verità hanno mostrato in questi decenni i loro tossici effetti.
La realtà, dunque, in cui ci dibattiamo non è conforme alla natura umana, la quale congiunge la dimensione orizzontale alla dimensione verticale. L’interiorità sociale dell’essere umano è alla perenne ricerca del riconoscimento-autoriconoscimento. Il bene è tale pratica sociale nella quale si è riconosciuti qualitativamente nella propria irriproducibilità infinita. L’essere umano è infinito incarnato, in quanto è costituito da qualità dinamiche e in relazione che sfuggono ad ogni definizione; è l’immagine di Dio in Terra, è il mistero che cerca di essere riconosciuto senza essere svelato. Disconoscere l’immagine dell’infinito nel finito significa non riconoscere l’essere umano nella sua concretezza vivente e ridurlo a poche variabili quantitative che offendono la dignità non sono di colui che subisce il processo di quantificazione e di riduzione ad ente misurabile, ma anche di colui che valuta mediante la categoria della quantità, poiché non riconoscendo l’altro resta straniero a se stesso.
L’infelicità non è mai “condizione singolare”, ma è lo specchio tragico e drammatico di un ordinamento sociale che rimuove l’infinito e ne ha terrore.
La cristofobia è il segno di un tempo storico che ha rifiutato l’universale per l’ideologia della quantità e riduce l’essere umano ad un animale spinto da pulsioni edonistiche ed utilitaristiche. Il silenzio di Dio è rimozione dell’autentica natura umana inquieta e tesa verso il bene sociale. Il sistema sociale liberal capitalistico è in guerra con l’infinito, esso per poter conservare privilegi e posizioni di dominio destoricizzate vorrebbe cancellare l’inquieto bisogno di infinito, il quale è sempre rivoluzionario. La rivoluzione interiore è conversione delle relazioni. In questo tempo che appare senza speranza e in cui la singolarità è scissa da sé e dall’alterità lo sguardo deve acuirsi e deve far emergere la contraddizione che resiste ai processi di omologazione coattiva e seduttiva.
Nell’Europa atea e che ha abdicato alla verità, le cronache e gli studi storici riportano la lenta e graduale fioritura delle Confraternite religiose. La Chiesa ufficiale guarda con sospetto a tale fenomeno che ci parla di “tempi trascorsi”. Le Confraternite registrano tre milioni di aderenti in Spagna e due milioni in Italia. Si rileva il loro reinsediamento anche in Inghilterra e in Germania. Tale fenomeno ignorato spesso dai media e dal mondo accademico a ben guardare è il sintomo di una realtà viva e carsica, è il sintomo dell’infinito che l’essere umano reca con sé.
L’infinito si materializza nella condivisione sodale, la quale esprime il bisogno di comunità-famiglia nella quale si vive il comunismo primitivo delle prime comunità cristiane, in cui dunque, l’io è disponibile a relazionarsi al noi senza alienarsi in esso, ma la relazione io-noi è già infinito che si radica nel quotidiano per orientarsi verso la verticalità che porta con sé l’intero.
Le Con-fraternite sono istituzioni in cui prevale il “cum” (con), si è parte di una realtà sostanziale che scioglie nell’intero dinamico la solitudine delle singolarità per aprirsi all’esperienza comunitaria dell’infinito. Ritrovarsi eguali nella dignità di persone restituisce a ciascuno il senso e la progettualità esistenziale normalmente saccheggiata dall’individualismo senza limiti.
L’infinito restituisce la pienezza ontologica che il cuore ricerca e non si acquieta che nella “parola”.
Saper guardare a tali fenomeni senza preclusioni significa comprendere che il sistema sociale non è conforme alla natura umana e, malgrado i condizionamenti sempre più capillari e la costante sorveglianza dei processi di indottrinamento, l’essere umano non è riducibile ad un ente passivo ed amorfo. Egli può ritrovare nelle istituzioni che “sopravvivono” alla tempesta della quantità non una semplice ancora di salvezza, ma il luogo nel quale poter fiorire a nuova vita. Esse segnano con la loro presenza la possibilità reale di divergere dal conformismo ateo imperante.
Il bisogno di comunità e di infinito è inestinguibile nell’essere umano, pertanto la rinascita di istituzioni antiche comunitarie è il segno che la speranza c’è, alberga in esperienze che sono invisibili, ma che abbiamo il dovere di capire e sostenere, poiché il futuro di rinascita dell’Occidente sarà al plurale e necessita delle radici profonde e creative che affondano nel passato per dispiegarsi nel futuro. La cancellazione del passato sostenuta anche da istituzioni secolari non può che implicare l’oscurità del nostro tempo presente che si insabbia nel vuoto veritativo.
La rinascita delle Confraternite è parte dei segni che ci comunicano la fiducia in un presente gravido di “spirito e di infinito”. Dietro i numeri che stupiscono vi è un universo di “persone” che vogliono vivere l’esperienza dell’infinito in comunione e libertà. Per poter guardare è necessario emanciparsi da sovrastrutture che impediscono di capire lo spirito che si cela dietro i numeri.
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