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Claudio Modena “Ciceruacchio – Angelo Brunetti, capopopolo di Roma” (Mursia)

“Ciceruacchio” è un libro affascinante che proietta il lettore in pieno Risorgimento e lo fa sentire protagonista

di Emanuele G. - lunedì 30 luglio 2012 - 5244 letture

Raccontare il nostro Risorgimento è impresa improba. E’ un argomento sì vasto e complesso che forse sarà mai compiutamente analizzato e evidenziato in tutte le sua parti. Troppi eventi da porre in giusta luce. Una sfilza infinita di personaggi da raccontare. Tutto il territorio nazionale fu investito dal Risorgimento. In breve, definire un evento così fondamentale per la nostra storia è da ritenersi un’impresa destinata a durare all’infinito. Quindi, ogniqualvolta che viene pubblicato un libro sul Risorgimento è un fatto molto importante poiché si migliora il grado di analisi storica e si permette di averne una visione maggiormente completa. Questo è il caso del libro di Claudio Modena incentrato sulla figura di Ciceuracchio, leggendario capopopolo romano che riempì la vita di Roma nella prima parte del diciannovesimo secolo. Il libro è corredato da una significativa quanto preziosa prefazione del Senatore a Vita Giulio Andreotti notoriamente accreditato quale studioso attento ed autorevole della romanità.

La storia la si può raccontare o partendo da riflessioni acute e faconde oppure raccontando così come sono i fatti. L’autore è partito dalla seconda accezione ponendo subito in risalto l’eroica figura di Ciceuracchio al secolo Angelo Brunetti. Per raggiungere questo scopo ha svolto la narrazione su vari livelli. Il livello personale ovverossia la storia dell’uomo Ciceuracchio. Il livello sociale, cioè ha inserito il personaggio Ciceuracchio nel contesto sociale di riferimento. Il livello locale che significa un’accurata descrizione della storia romana dei primi cinquant’anni del secolo decimo nono. Infine il livello storico generale in cui si parla e del Risorgimento e del contesto storico sia italiano che europeo. La figura di Ciceuracchio esce da questo modo diamantino e lineare di raccontarla molto bene. Appare come un uomo intimamente legato alla sua Roma. Ne sente come pochi gli umori cangianti e nascosti. Ciceuracchio appare come un personaggio nel accezione positiva del termine. Non si è mai distinto per fatti di sangue. Ha dimostrato nel corso della sua breve vita un attaccamento viscerale alla sua Roma e ai suoi abitanti. Ogni passo della vita terrena di Ciceuraccio è raccontato con rara efficacia. Il che ci fa amare questo figlio animoso e appassionato della Città Eterna.

Chi era Ciceuracchio? Nato a Roma da un maniscalco nel rione di Campo Marzio, di mestiere carrettiere del porto di Ripetta, trasportando vino dai Castelli romani e poi gestendo una taverna nei pressi di Porta del Popolo. Sembra che in età giovanile abbia esercitato la mansione di "garzone" nel Seminario Romano all’Apollinare. Infatti nelle scale secondarie, in un’umile stanzuccia, sulla porta di ingresso è scritto a matita: "Angelo Brunetti". Di carattere brillante e molto socievole, era beneamato dal popolo romano, anche per il suo comportamento durante l’epidemia di colera del 1837. Grazie alla sua innata capacità dialettica che non poté mai coltivare con l’istruzione (parlava solo ed unicamente in romanesco), divenne presto un rappresentante informale dei sentimenti popolari. Questa sua caratteristica emerse appieno con l’avvento al soglio pontificio di Papa Pio IX nel 1846. Egli si fece portavoce dell’ansia popolare per il ritardo delle tanto attese e promesse riforme annunciate dal nuovo pontefice. Nel luglio del 1846, in una manifestazione di popolo, ringraziò pubblicamente il Papa per aver concesso la libertà ai prigionieri politici, donando alla popolazione alcune botticelle di vino ed accendendo un grande fuoco vicino Porta del Popolo. Nella primavera e durante l’estate del 1847, Brunetti fu il diretto organizzatore di manifestazioni popolari al fine di incitare il Papa a continuare nel suo piano di riforme politiche all’interno dello Stato Pontificio. Nell’autunno del 1847 fece un giro trionfale in Umbria e in Sabina accolto con onori e banchetti; a Rieti fu onorato anche dal poeta Angelo Maria Ricci. Al Museo della Patria si conserva ancora la sua giacchetta rossa con ricamata più volte la scritta "Viva Pio IX", che allora riscuoteva grandi consensi per la sua politica "liberale". Abbracciata la causa mazziniana dopo il voltafaccia del pontefice avvenuto con l’allocuzione del 29 aprile 1848, aderì alla Rivoluzione del 1849. Partecipò attivamente ai combattimenti contro l’assediante francese e dopo la caduta della Repubblica Romana, nel luglio dello stesso anno, lasciò Roma con l’intento di raggiungere Venezia, che ancora resisteva agli Austriaci, insieme a Garibaldi e ad alcuni fedelissimi. Attraversati gli Appennini, raggiunse Cesenatico dove, requisiti alcuni bragozzi, si imbarcò. In prossimità del delta del Po fu intercettato da una vedetta austriaca e costretto con gli altri all’approdo. Ciceruacchio e i suoi compagni chiesero l’aiuto di alcuni abitanti del posto per raggiungere Venezia ma questi li denunciarono alle autorità. Brunetti fu così arrestato dagli Austriaci e fucilato a mezzanotte del 10 agosto 1849, insieme al figlio Lorenzo di tredici anni, al prete Stefano Ramorino, Lorenzo Parodi di Genova, Luigi Bossi di Terni che era in realtà il figlio maggiore di Angelo Brunetti (quindi Luigi Brunetti) che cambiò nome dopo essere stato accusato di essere stato l’esecutore materiale dell’assassinio di Pellegrino Rossi, capo del governo pre-rivoluzionario, Francesco Laudadio di Narni, Paolo Baccigalupi e Gaetano Fraternali (entrambi di Roma).

“Ciceuracchio” è un libro che andrebbe adottato nelle scuole per meglio insegnare ai ragazzi la nostra storia patria. I libri di storia attualmente disponibili sono fin troppo asettici ed essenziali. Al contrario, libri come quello pubblicato da Claudio Modena ritornano con particolare efficacia l’atmosfera, gli umori, i fatti e le personalità di quel periodo aulico della recente storia nazionale. E quando un libro di storia riesce a cogliere queste sensibilità ciò significa che ha mantenuto le promesse per cui è stato scritto.


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