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Cecchinato batte Djokovic 6-3 7-6 1-6 7-6

Il palermitano compie un’altra impresa, dopo aver eliminato Goffin agli ottavi, conquista l’accesso alle semifinali del Roland Garros.

di Piero Buscemi - martedì 5 giugno 2018 - 5545 letture

Se qualcuno osa affermare di aver previsto che, alla vigilia del più importante torneo mondiale sulla terra rossa, il tennista palermitano potesse raggiungere il penultimo atto, battendo l’ex numero uno del mondo, Novak Djokovic, sa di mentire, sapendo di farlo.

Non era sicuramente una mancanza di fiducia sulle potenzialità sportive di Marco Cecchinato, ma un eccessivo ottimismo era sicuramente limitato dagli iscritti al torneo che, come capita con gli appuntamenti annuali dei quattro slam previsti dall’Atp Tour, contempla i migliori tennisti del circuito, pronti a far incidere il proprio nome sulla base della Coppa dei Moschettieri.

Cecchinato si era aggiudicato il suo primo torneo Atp lo scorso 29 aprile, quando sollevò il trofeo dell’Atp 250 di Budapest, battendo in finale l’australiano John Millman. Uno slam è qualcosa di diverso. Le partite su cinque set obbligano gli atleti ad uno sforzo fuori dal comune, in modo particolare mentale, dovendo sopportare la fatica e sostenere la concentrazione durante incontri che possono superare le quattro ore di gioco.

Al recente torneo di Roma, Cecchinato era uscito al secondo turno sotto i colpi di Goffin, difendendosi fino al terzo set. A Parigi l’esplosione attesa da tempo. Un’escalation di vittorie convincenti che hanno dato al tennista palermitano quella sicurezza dei propri mezzi e, soprattutto, quel tocco sempre positivo che l’incoscienza di chi non ha nulla da perdere, spesso, contro avversari più quotati, consente di esternare le prestazioni più incredibili.

Un percorso che era iniziato con la vittoria al primo turno sul rumeno Marius Copil, proseguendo con la vittoria sull’argentino Marco Trungelliti, eliminando al terzo turno lo spagnolo Paolo Carreno Busta. Ma è dagli ottavi che matura il sogno dall’epilogo diventato ormai difficilmente pronosticabile. Ritrovarsi davanti al belga Goffin, a distanza di poche settimane dagli Internazionali d’Italia, aveva fatto pensare gli esperti che, nonostante la disputa di un torneo ad altissimi livelli, l’avventura parigina dovesse considerarsi conclusa.

Marco Cecchinato ha ribaltato qualsiasi pronostico e ingannato la stessa classifica Atp, che lo vedeva all’inizio del torneo parigino intorno alla settantesima posizione rispetto al decimo posto occupato da Goffin. Con un perentorio 3 set a 1, di cui un 6-0 difficilmente dimenticabile nel futuro dal belga, spalanca le porte dei quarti di finale.

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L’incontro con Djokovic è storia di oggi. Il serbo, ex numero 1 del mondo e particolarmente abituato a momenti così culminanti che si possono vivere giocando a tennis, vincitore a Parigi nel 2016 e in forte ripresa, dopo essere scivolato in classifica oltre la ventesima posizione a causa di uno stop prolungato, dovuto a problemi articolari con il braccio destro, sembrava dovere interpretare il ruolo della ricaduta sulla terra del palermitano, dopo aver veleggiato su alte quote ed essere riuscito a conquistare almeno una ventina di posizioni in classifica.

Ancora una volta, nonostante anche gli scommettitori avessero dato Cecchinato come sfavorito, confidando nella netta supremazia di Djokovic, sia tecnica che d’esperienza, hanno dovuto ricredersi e inchinarsi davanti alla prestazione del palermitano. Una partita combattutissima in tutta la sua durata, nonostante il primo set sia finito 6-3 a favore del palermitano e il terzo 6-1 a favore del serbo.

Due set finiti al tie-break. L’ultimo epico, come la storia di questo sport ci ha abituati a vivere. 13-11 con 3 match-point annullati dal serbo prima della vittoria di Cecchinato. Un alternarsi di emozioni che non vivevamo da tempo. La sicurezza al servizio del palermitano, che in varie fasi del gioco lo ha tolto da pericolosi recuperi del serbo. E quel rovescio a una mano, immenso quando incrociato a tutto braccio, ha lasciato sul posto Djokovic senza lasciargli il tempo di tentare una risposta. Le palle corte, poi, di una precisione millimetrica hanno spezzato il ritmo del serbo, amante degli scambi lunghi ed estenuanti che, nel corso di questi anni, hanno rappresentato il punto di forza del suo gioco.

Adesso, dopo 40 anni da quella epica tra Barazzutti e Borg, sempre a Parigi, persa dall’italiano 0-6/6-1/0-6, un altro italiano sarà protagonista di una semifinale dello slam francese. Davanti un altro rovescio a una mano, quello dell’austriaco Dominic Thiem, astro emergente del tennis mondiale, da qualche anno stabilmente tra i primi dieci del mondo e che, con qualche sorpresa, ha strapazzato il gioiellino del tennis tedesco, Sasha Zverev, recente finalista e sconfitto a Roma contro Nadal.

La tentazione di sognare a occhi aperti è più che lecita. Se il palermitano dovesse superare l’austriaco Thiem, oltre a raggiungere la finale al Roland Garros, farebbe un balzo fino al diciottesimo posto della classifica mondiale. Un’eventuale vittoria del torneo, lo spingerebbe addirittura all’undicesimo e inciderebbe il nome di un italiano sul trofeo parigino, dopo quarantadue anni dalla vittoria di Adriano Panatta.

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La strada verso la realizzazione di questo sogno è piena di ostacoli. Il talento di Thiem, sarà emozionante vedere confrontarsi due rovesci a una mano di una tecnica sopraffina. Il favorito di sempre del torneo, Rafael Nadal, affamato dei punti necessari e da confermare, essendo il campione uscente. Gli avversari del maiorchino, a cominciare dall’argentino Schwartzman che sfiderà Nadal ai quarti. E poi il rinato Del Potro, altro argentino di carattere, lanciato a recuperare quel tempo perduto della sua interrotta carriera che, dal quarto posto al mondo, lo aveva fatto quasi sparire dal circuito, a causa dei suoi problemi al polso. E non dimentichiamo il croato Maric Cilic, che ha eliminato il nostro Fognini dal torneo e avversario scomodo per chiunque.

Tanti "se", come qualsiasi competizione sportiva richiede. Tanti tasselli, fisici, emotivi, la fortuna che non deve mai mancare e quella sana follia che rende questo sport ancora imprevedibile. Del resto, il nostro Cecchinato ci ha abituati in questo slam parigino a cambiare il ruolo di "spacciato" con quello di "eroe" della giornata. Sognare non costa ancora nulla...


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