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Beginners

Beginners è un film che parla anche di perdita, del lutto, ma lo fa con una leggerezza, è quasi una carezza allo spettatore, lontano anni luce dalla speculazione del dolore con cui viviamo quotidianamente.

di Fabrizio Cirnigliaro - martedì 19 luglio 2022 - 3156 letture

Beginners è un film del 2010 scritto e diretto da Mike Mills. Non è una pellicola molto nota, attualmente non è disponibile in nessuna delle principali piattaforme di film/serietv, nonostante abbia vinto un premio Oscar, sia scritto bene e recitato in modo impeccabile. Del resto il regista era indubbiamente molto ispirato infatti in parte è un’opera autobiografica. Il protagonista di Beginners è Oliver (Ewan McGregor), che è appena diventato orfano dopo la morte del padre Hal (Christopher Plummer), il quale si è dichiarato gay subito dopo la dipartita della moglie con sui è stato sposato per più di 40 anni.

In piena fase di elaborazione del lutto incontra Anna (Melanie Laurent) e inizia con lei una relazione molto difficoltosa ma entrambi si innamorano come forse non avevano mai fatto in passato. Il film parla di tristezza, ma non c’è spazio per l’autocommiserazione. Il beginners del titolo fa riferimento all’inizio della storia d’amore, o l’ inizio della propria vita da orfano e con un cane in casa, o al nuovo inizio del padre del protagonista, che fa coming out a 78 anni e manifesta l’intenzione di iniziare a vivere la propria sessualità in modo sereno, senza rammarico per quello che non ha potuto fare in passato né l’angoscia per la malattia che lo priverà di godersi più a lungo questa sua improvvisa "libertà". Le difficoltà di ad impegnarsi totalmente nelle relazioni sono un palese richiamo alla paura dell’abbandono, e ai sabotaggi masochisti che inconsciamente o meno si mettono in atto per il timore di perdere la persona amata.

BeginnersBeginners parla anche di perdita, del lutto, ma lo fa con una leggerezza, è quasi una carezza allo spettatore, lontano anni luce dalla speculazione del dolore con cui viviamo quotidianamente. Ma è nel confronto con la vita vissuta dei nostri genitori che il regista riesce a chiudere l’arco narrativo, per quella mancanza di tristezza infinita che pesa invece sulla nostra generazione come una spada di Damocle, che però delle volte, inaspettatamente, ci consente di provare un amore che forse molti nostri genitori non hanno mai provato, "costretti" a rimanere in dei matrimoni in cui non erano del tutto felici.

“Noi non siamo andati in guerra. Noi non dovevamo nascondere di star facendo sesso. La nostra buona fortuna ci ha permesso di provare una tristezza che i nostri genitori non hanno avuto il tempo di provare e una felicità che non ho mai visto in loro” Oliver


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