45° Assemblea Regionale Avis Sicilia 2015

Un fine settimana all’insegna dell’associazionismo e della soliderietà, sorretta dal volontariato, ha richiamato la presenza dei presidenti e dei delegati provenienti dalle nove province siciliane e nel dettaglio, dalle sedi periferiche comunali e provinciali.

Mai come quest’anno, si è sentito il bisogno di ritrovarsi in assemblea a discutere e a programmare le strategie organizzative per affrontare le novità che un altro governo "al risparmio", purtroppo anche quando si tratta di materia sociale, ha apportato al sostegno verso il Volontariato nazionale che, nel caso dell’Avis, non può precludere dal contemplare il Servizio Sanitario Nazionale.

Siracusa è stata la città scelta per ospitare l’evento e la partecipazione massiccia degli addetti ai lavori, ha dimostrato la sensibilità verso le tematiche d’interesse sociale, dove la donazione di sangue e dei suoi derivati, costituisce un settore importante e imprenscidibile della cura e dell’assistenza del malato.

Dalla tre giorni, sviluppatasi tra le giornate del 24, 25 e 26 aprile, è emersa la necessità di ribadire la volontà di coalizione e collaborazione, ferma e determinata, tra le varie sedi Avis locali sotto la vigile e attenta coordinazione della presidenza regionale. Una necessità che ha indotto i partecipanti all’assemblea a sottoscrivere un documento comune, rivolto al governo regionale affinché si prenda carico di sostenere le ragioni dell’associazione in sede di discussione con quello nazionale, sul ruolo rivestito dall’Avis in ambito sanitario in una regione, come quella siciliana, più volte sotto la lente di ingrandimento, a causa dei disservizi, nella migliore delle ipotesi, e dei casi di malasanità, nella peggiore.

L’allarme di un ennesimo attacco protratto nei confronti di una delle associazioni di volontariato europeo con il maggior numero di aderenti, lo aveva lanciato qualche giorno fa anche il presidente dell’Avis della regione Veneto, Gino Foffano, che durante la convocazione dell’assemblea regionale, aveva evidenziato come anche in una regione notoriamente "ricca", la riduzione prevista del 4 per cento delle risorse destinate alle associazioni e federazioni di donatori volontari e periodici, rappresentasse un aggravio anche nei confronti dell’intero sistema sanitario.

La capacità di autosufficienza nella raccolta sangue, che è riuscita in quasi novant’anni di storia a coprire oltre l’80 per cento del fabbisogno di sacche destinate alle trasfusioni, rischia di essere messa in discussione dalla riduzione del sostegno economico, generato dalla promulgazione di leggi che, spesso, trattano l’argomento salute alla stregua di una qualsiasi prodotto commerciale, tralasciando l’aspetto umano e sminuendo il sentimento di altruismo di quasi un milione e trecentomila soci donatori, sparsi per l’Italia.

L’assemblea dell’Avis regionale siciliana, preso atto delle difficoltà che si presenteranno già nel corso di questo 2015, ha chiuso i lavori di questa edizione auspicando una maggiore sensibilità da parte delle istituzioni, se non altro per il doveroso rispetto dei circa ottantamila donatori dell’isola.

Le regole emanate e ribadite di recente dalla Unione Europea, se da un lato hanno alzato il livello di sicurezza che la materia plasma impone come elemento imprenscindibile, dall’altro non può rischiare di entrare in contrasto e in competizione con una politica votata alla privatizzazione di tutto e di tutti, commettendo l’errore di prescindere ostinatamente dall’aspetto umano, solidale e altruista di un’associazione dedita al "dono" come elemento del proprio statuto etico.