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Addio a Luis Sepúlveda

È morto a 70 anni lo scrittore cileno Luis Sepúlveda.

di Redazione - giovedì 16 aprile 2020 - 3360 letture

È morto a 70 anni lo scrittore cileno Luis Sepúlveda. A riferirlo sono diversi giornali spagnoli, che citano fonti vicine alla famiglia dello scrittore. L’agenzia di stampa spagnola EFE scrive che Sepúlveda sarebbe morto in ospedale a Oviedo, in Spagna, dove era ricoverato dallo scorso febbraio dopo aver contratto il coronavirus.

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Nella sua carriera, Sepúlveda aveva scritto oltre 25 libri, in gran parte romanzi, a partire da Il vecchio che leggeva romanzi d’amore del 1989. Della sua produzione si ricordano anche alcune favole, tra cui Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare (pubblicato nel 1996 da Salani) che ha ispirato il film d’animazione La gabbianella e il gatto, uscito nel 1998 e diretto da Enzo D’Alò, Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico (2012), e Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza (2013). Il suo ultimo libro è stato Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa, del 2018.

Sepulveda, che da giovane entrò a far parte del Partito Socialista cileno in seguito al colpo di stato militare di Augusto Pinochet, venne arrestato e torturato per sette mesi. Lasciò il Cile nel 1977 e visse per diversi mesi in Brasile, Paraguay e Nicaragua. Nel 1978 si era trasferito in Europa, andando a vivere ad Amburgo, in Germania, mentre dal 1996 viveva a Gijón, nelle Asturie, in Spagna.

Negli anni è diventato un punto di riferimento per i movimenti ecologisti – salì a bordo su molte navi di Greenpeace negli anni Ottanta – terzomondisti, pacifisti, idealisti, rivoluzionari e in difesa degli ultimi. Come aveva spiegato una volta al País «la buona notizia è che la Storia vera è stata la storia dei perdenti perché i vincenti si sono fatti riscrivere la storia a modo loro. È a noi scrittori che tocca dare voce ai dimenticati».

Dedicò per esempio un libro, Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà (2015), ai Mapuche, un popolo indigeno del Cile centrale a cui apparteneva un suo nonno; in Il mondo alla fine del mondo (1989) sulla caccia illegale alle balene, ripresa anche nel suo ultimo racconto Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa (2019), il suo ultimo racconto, è il grosso cetaceo a raccontare in prima persona la crudeltà e la devastazione dei balenieri. Se in questi giorni di isolamento avete nostalgia dei viaggi, potete leggere il suo Patagonia Express (1995), una raccolta di appunti di viaggio autobiografici e leggendari.

Sepulveda è noto per una scrittura semplice e di buoni sentimenti, con racconti simili a parabole e una spinta sul coinvolgimento emotivo. Lui stesso aveva raccontato che nello scrivere un libro «mi immergo pienamente nella storia che sto raccontando e mi piace essere vicino ai miei personaggi, innamorarmene, perché so che il lettore, leggendone, sentirà un’emozione molto simile a quella che provo io nel descriverli. È questa la cosa più bella della letteratura: poter condividere emozioni e poter condividere sensazioni».

fonte: Il Post.


È morto lo scrittore cileno Luis Sepulveda. Aveva 70 anni ed era ricoverato da fine febbraio in ospedale a Oviedo in Spagna dopo aver contratto il coronavirus. Luis Sepúlveda e la moglie, la poetessa Carmen Yáñez, erano risultati positivi al test. Avevano accusato i primi sintomi due giorni dopo il rientro da un festival letterario a Póvoa de Varzim, in Portogallo dove erano stati dal 18 al 23 febbraio. La Yáñez da due settimane era negativa ai test.

Poesie e impegno

Luis Sepúlveda Calfucura nasce a Ovalle, in Cile, il 4 ottobre 1949. Cresciuto in un quartiere proletario di Santiago del Cile a 13 anni sogna di diventare un calciatore ma l’incontro con Gloria, ’’la ragazza più bella del mondo’’ lo porta verso un’altra direzione: la poesia che era la cosa che lei amava di più. Legge Garcia Lorca, Antonio Machado e Gabriela Mistral, prima donna latinoamericana a vincere il Nobel per la letteratura nel 1945.

A 17 anni inizia a lavorare come giornalista per il quotidiano Clarin. Nel 1969 pubblica il suo primo libro e vince una borsa di studio per l’Università Lomonosov di Mosca. Dopo pochi mesi viene espulso dall’Unione Sovietica per "atteggiamenti contrari alla morale proletaria".

Durante la presidenza di Salvador Allende si iscrive al Partito Socialista ed entra a far parte della guardia personale del Presidente cileno. Dopo il colpo di stato di Pinochet viene arrestato, torturato e segregato in una cella minuscola. Condannato all’ergastolo, la pena viene commutata in 8 anni di esilio su pressione di Amnesty International.

Dopo aver combattuto in Nicaragua con le Brigate Internazionali Simon Bolivar si trasferisce in Europa. Prima in Germania, poi in Francia dove ottiene anche la cittadinanza. Nel 1982 inizia a collaborare con Greenpeace partecipando a diverse spedizioni. L’esperienza lo porta a scrivere il romanzo “Il mondo alla fine del mondo”.

Riavrà la cittadinanza cilena molti anni più tardi. "Sono un apolide. Ero ad Amburgo nel 1986 quando mi hanno rubato la cittadinanza" dice nel 2017.

Le opere

"Sono uno scrittore - diceva Sepúlveda - perché non so fare altro che raccontare storie. Ma sono anche un essere sociale, un individuo che rispetta sé stesso e intende occupare un piccolo posto nel labirinto della storia. Da questo punto di vista, sono il cronista di tutti coloro che giorno dopo giorno vengono ignorati, privati della storia ufficiale, che è sempre quella dei vincitori". Attivista instancabile ed eccellente narratore, Sepúlveda ha raggiunto la fama internazionale con il suo primo romanzo: "Il vecchio che leggeva romanzi d’amore". Poi, con ’Storia di una gabbianella e di un gatto che le insegnò a volare’, diventata un film d’animazione per la regia Enzo D’Alo’, è stato consacrato come scrittore non solo per un pubblico adulto ma per tutte le età.

A marzo era atteso in Italia per parlare di ’Coraggio’ al festival dei piccoli e medi editori ’Più libri più liberi’, cancellato per la pandemia. Era innamorato del nostro paese dove le sue opere hanno superato complessivamente gli otto milioni di copie e dove lettori e fan lo hanno sempre ricambiato con incontri affollatissimi da un pubblico di ogni età. Aveva vinto il Premio Hemingway per la Letteratura, il Premio Chiara alla carriera ed era stato insignito di una Laurea Honoris Causa in Lettere dall’Università di Urbino.

Tra le sue opere: ’Il mondo alla fine del mondo’, ’La frontiera scomparsa’, ’Diario di un killer sentimentale’, ’Patagonia Express’, ’Le rose di Atacama’. Ma anche di ’Storie ribelli’ in cui ha ripercorso oltre 40 anni di vicende personali e corali e della preziosa raccolta di articoli ’Ingredienti per una vita di formidabili passioni’ in cui troviamo il Sepulveda privato e politico. In cui insieme al difficile passato cileno, all’esilio, ai viaggi, fra cui quello nel deserto di Atacama,troviamo i ricordi del primo bacio e degli amici e maestri come Tonino Guerra ’’formidabile, eterno ragazzo’’, il gigante Gabo-Gabriel Garzia Marquez e Pablo Neruda che cominciò a morire quando ’’l’orrore del fascismo si impadroniva del Cile’’. Con Bruno Arpaia ha scritto ’Raccontare, resistere’ e con Carlo Petrini di ’Un’idea di felicità. Il suo ultimo romanzo pubblicato in Italia è ’La fine della storia’ e l’ultima favola ’Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa’.

La produzione favolistica era iniziata nel 1997 con ’Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare’, pubblicata da Salani e poi da Guanda cui sono seguite fra l’altro ’Storia di un topo e del gatto che diventò suo amico’ e ’Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà’. "Delle mie favole sono sempre protagonisti animali e questo, come accadeva in quelle antiche, ti permette di vedere da lontano il comportamento umano per comprenderlo meglio", diceva. -

Fonte: RaiNews.


Muere el escritor chileno Luis Sepúlveda con coronavirus

El escritor Luis Sepúlveda (Ovalle, Chile, 1949) ha fallecido este jueves en el Hospital Universitario Central de Asturias (Oviedo) donde permanecía ingresado desde finales de febrero tras haber contraído el coronavirus, según han confirmado RNE.

Luis Sepúlveda, escritor, guionista y director de cine chileno, afincado en Gijón (Asturias) desde 1997, fue diagnosticado de coronavirus e ingresado tras regresar del festival literario Correntes dÉscritas, celebrado en Póvoa de Varzim, en Portugal.

Autor de más de una veintena de novelas, libros de viaje, guiones y ensayos, obtuvo en 1989 el Premio Tigre Juan por Un viejo que leía novelas de amor y el Primavera de Novela en 2009 por La sombra de lo que fuimos.

Luis Sepúlveda nació en Ovalle (Chile) en 1949. En 1993 Tusquets Editores empezó la publicación de su obra con su novela Un viejo que leía novelas de amor, traducida a numerosos idiomas y llevada al cine con guion del propio Sepúlveda, dirección de Rolf de Heer y con Richard Dreyfuss como protagonista.

Le siguieron Mundo del fin del mundo, una obra entre la investigación y la denuncia; Nombre de torero, su particular novela negra; Patagonia Express, un libro de viajes; los volúmenes de relatos: Desencuentros,’Diario de un killer sentimental, seguido de Yacaré y La lámpara de Aladino.

Su novela más reciente, El fin de la historia, significó el retorno de Sepúlveda al protagonista de Nombre de torero, Juan Belmonte, con una investigación a la manera de Chandler. Esta, su última novela, se trata de un libro que se inspira en un hecho real para volver la mirada a las terribles consecuencias de la dictadura de Pinochet en Chile.

El escritor explicaba en una entrevista con Europa Press el año de la publicación de este libro que no aspiraba a "cambiar el mundo" con esta novela porque "ningún libro lo hace". "A la literatura hay que despojarla de mitos, porque se habla de muchas gilipolleces como el papel del escritor, y el único papel que tiene es el de contar buenas historias. Solo los ciudadanos cambian el mundo", añadía.

Fue escolta de Salvador Allende

Hijo de una enfermera mapuche y de un militante comunista, en sus años de juventud, Sepúlveda militó en el Partido Comunista de Chile y, tras ser expulsado, se afilió a la fracción del Partido Socialista llamada Ejército de Liberación Nacional.

Trabajó en el departamento cultural en el gobierno de Salvador Allende, donde se encargaba de difundir clásicos en ediciones populares, y llegó a ser uno de sus escoltas personales. Tras el golpe militar de Pinochet en 1973, Sepúlveda fue víctima de las torturas de la dictadura y estuvo encarcelado durante dos años y luego en arresto domiciliario tras una intervención de Aministía Internacional.

En 1977, salió del país y pasó por varios países lationamericanos, como Argentina, Uruguay, Brasil, Paraguay, Bolivia y Ecuador. En 1979, participó en la Revolución Sandinista que puso fin a la dictadura de los Somoza en Nicaragua. Más tarde, viajó a Alemania y trabajó como periodista y fue coordinador en Greenpeace. Residía desde 1997 en Gijón (Asturias), donde fundó el Salón del Libro Iberoamericano de Gijón, que se celebra todos los años durante la segunda semana de mayo.

Fonte: RTVE



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