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A Milena Gabanelli e Paolo Borrometi il premio giornalistico “Arrigo Benedetti Città di Barga” 2016

Venerdì 1° luglio la cerimonia di premiazione.

di Piero Buscemi - martedì 28 giugno 2016 - 4342 letture

E’ la giornalista Milena Gabanelli - di Rai 3 – la vincitrice del premio giornalistico “Arrigo Benedetti Città di Barga” 2016, iniziativa di prestigio e alto valore culturale organizzato dalla Provincia di Lucca e dal Comune di Barga, in collaborazione con il Centro Europeo di Studi "Arrigo Benedetti", la famiglia Benedetti, e il sostegno di Toscana Energia. Con Milena Gabanelli a Barga l’1 luglio alle ore 11 a palazzo Pancrazi, sarà premiato anche il giornalista Paolo Borrometi de Il Tempo (già collaboratore del Giornale di Sicilia), che dall’agosto del 2014 vive sotto scorta per le minacce ricevute dalla mafia.

Milena Gabanelli, giornalista e conduttrice televisiva italiana, collabora con la Rai dal 1982, iniziando con la realizzazione di programmi di attualità per la terza rete regionale. Nei primi anni novanta partecipa all’introduzione in Italia dei nuovi canoni del videogiornalismo, lavorando da sola con una videocamera portatile, che crea uno stile più diretto nelle interviste e in generale nel modo di fare programmi televisivi. Nel 1989 inizia la collaborazione per la trasmissione di Giovanni Minoli Speciale Mixer. Il suo primo lavoro è la Cina delle zone economiche speciali (1989), poi c’è il Vietnam, la Cambogia. Nel 1990 realizza un reportage sull’isola Pitcairn, dove vivono tuttora i discendenti degli ammutinati del Bounty, dove risiede per un mese. Poi c’è l’India dei venditori di reni, i deformi di Semipalatinsk (in Kazakhstan, dove per 40 anni si sono fatti i test atomici), la yakuza giapponese. Come inviato di guerra Milena Gabanelli si è recata in varie regioni del mondo dove vi erano conflitti armati per documentare le atrocità commesse e la vita difficile dei sopravvissuti. Tra queste: ex Jugoslavia, Cambogia, Vietnam, Birmania, Sudafrica, Nagorno Karabakh, Mozambico, Somalia, Cecenia. Sua è la biografia del generale Võ Nguyên Giáp, raccontata da lui medesimo nel 1998. Nel 1994 Giovanni Minoli le offre di occuparsi di un programma sperimentale su Rai 2 Professione Reporter, che fino al 1996 manda in onda i servizi realizzati dai neo-videogiornalisti. Nel 1997 nasce Report, in onda su Rai 3, di cui è autrice e conduttrice. Negli anni il programma è diventato il più noto format di giornalismo investigativo in Italia. Affronta soprattutto temi di carattere economico, ma anche argomenti legati alla salute, alla giustizia, inefficienze dei servizi pubblici, e di questioni legate al crimine organizzato: ecomafia, servizi segreti. Autrice di numerosi libri ha ricevuto importanti premi. Tra questi: Il Premio Ilaria Alpi, il Premio Flaiano, il Premio Rocco Chinnici, il Premio Saint Vincent, assegnatole dall’ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, il Premio Luigi Barzini, il Premio Reporteros del Mundo (ricevuto a Madrid), il Premio Pio Manzù, presieduto da Mickhail Gorbaciov.

Paolo Borrometi ha iniziato l’attività giornalistica nel 2010 collaborando con il Giornale di Sicilia. Dal primo luglio del 2013 collabora con l’AGI (Agenzia Giornalistica Italia) per la Provincia di Ragusa. Nel settembre del 2013 fonda la testata giornalistica di inchieste online LaSpia.it. L’attività del sito costa a Borrometi, sin da subito, svariate minacce dalla criminalità organizzata ragusana. Una sua inchiesta giornalistica, pubblicata sulla testata online, porta allo scioglimento del comune di Scicli, meglio conosciuto come il palcoscenico a cielo aperto della fiction televisiva “Il commissario Montalbano” per infiltrazioni mafiose. Il 16 aprile del 2014 viene aggredito da incappucciati e l’aggressione gli provoca una grave menomazione alla mobilità di una spalla. Da agosto 2014, dopo l’incendio della porta di casa, vive sotto scorta dei Carabinieri. Per questa motivazione l’AGI lo trasferisce da Ragusa a Roma, dove però continua a ricevere pesanti minacce di morte anche sui social network. Solidarietà gli è stata espressa dalle più alte cariche dello Stato, dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che lo ha ricevuto al Quirinale e dal Presidente del Senato della Repubblica, Pietro Grasso che ha più volte manifestato la sua vicinanza al giornalista lo ha ricevuto a Palazzo Madama. Altre sue inchieste hanno riguardato il commissariamento per mafia di Italgas (la prima azienda quotata in borsa ad essere oggetto di questo provvedimento da parte del Tribunale di Palermo), il Mercato ortofrutticolo di Vittoria (il più grande del sud Italia), i trasporti su gomma gestiti dai Casalesi dai Mercati Ortofrutticoli. E poi ancora, la presenza mafiosa nel sudest siciliano di Cosa Nostra, fino ad un’inchiesta giornalistica sulle “vie della droga dal Porto di Gioia Tauro fino alla provincia di Ragusa” (che anticiperà di qualche settimana la morte di un presunto boss della ‘Ndrangheta, Michele Brandimarte, il 14 dicembre del 2014 proprio nella città di Vittoria). È editorialista del giornale Il Tempo, di Articolo 21 e di Libera Informazione. Fa parte del gruppo stampa della Fondazione Caponnetto. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con un motu proprio gli ha conferito, il 21 dicembre del 2015, l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Ha ricevuto il Premio Borsellino, il Premio nazionale di Giornalismo d’Inchiesta “Domenico Calabrò”, il Premio “Scomodo” della Fondazione Caponnetto.

Sono dunque due grandi giornalisti in prima linea a ricevere il Premio giornalistico dedicato al giornalista lucchese fondatore di importanti giornali come L’Europeo e L’Espresso. Nello spirito di ricerca e impegno giornalistico che ci ha lasciato Arrigo Benedetti, prosegue dunque il lavoro della giuria che anche quest’anno ha deciso di premiare giornalisti che ogni giorno raccontando attraverso inchieste scomode, la verità dei fatti, rischiano la propria vita. Il premio, istituito nel 2011, a cadenza annuale, intende valorizzare i migliori articoli o le migliori inchieste, che abbiano saputo raccontare l’Italia contemporanea in modo libero, indipendente e veritiero, com’era nello stile del fondatore dell’Europeo e dell’Espresso. Il premio è stato assegnato nelle precedenti edizioni a: Toni Capuozzo (Canale 5), Fabrizio Gatti (L’Espresso), Nello Ajello (Repubblica), Bruno Manfellotto (L’espresso), Paolo Ermini (Corriere Fiorentino), Remo Santini (La Nazione), Marco Pratellesi, Marco Gasperetti (Corriere della Sera), e infine a Michele Albanese e Francesca Sironi.


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