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Poesia è politica (11): La cosa più cara che mi resta

Echi di umori e pensieri / di Andrea Mariani. - Udine : Campanotto, 2023. - 128 p. - ISBN 978-88-4561-802-4.

di Alessandra Calanchi - domenica 12 maggio 2024 - 539 letture

Ho conosciuto il prof. Mariani quando studiavo all’Università – poi siamo stati colleghi, siamo stati anche a convegni insieme. La stima e l’ammirazione che ho sempre avuto per lui, per le sue ricerche, per la sua competenza, per la sua simpatia, riguardano l’uomo e il docente. Il Mariani poeta è stata una piacevole novità. Nello stesso anno uscivano anche le sue Riscritture dell’Eden: il giardino nell’immaginazione letteraria angloamericana (2023).

Ma qui voglio parlare, appunto delle sue poesie. Straordinarie come il loro autore, si tratta di componimenti di diversa lunghezza e metrica, intensità e registro. Si sente – come un’eco, appunto – la voce dei grandi poeti dell’800 americano, prima fra tutti Emily Dickinson a cui forse si ispira (almeno nell’incipit) la poesia “Come quando”:

Come quando un giorno, tardi di sera,
Giunge inaspettata una visita gradita
E, ancora non invitata, la persona amica
Ti si siede accanto e prende a parlare.
[…] (p. 9)

Che risuona consapevolmente con almeno due composizioni di Dickinson:

Come quando l’Estate scivola nell’Autunno
Eppure preferiamo di più dire
“L’Estate” che “l’Autunno”, per paura
Di mandar via il Sole
[…]

Oppure:

Come se chiedessi una comune elemosina,
e nella mia mano stupita
uno sconosciuto comprimesse un regno,
ed io, sconcertata, restassi –
come se chiedessi all’Oriente
se avesse un mattino per me –
e lui sollevasse le sue dighe purpuree,
e mi ubriacasse di Aurora!

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Copertina di Echi di umori e pensieri, di Andrea Mariani

Lo spirito americano emerge qua e là, intrecciandosi alla sensibilità dell’autore. Anche “gli infiniti pascoli del cielo / ove lo spirito del guerriero migra” (p. 19) non può non riallacciarsi alla frontiera e ai nativi americani, e di qui ai grandi territori dell’Ovest. Non solo: il commovente finale, in cui la voce poetica esita alle porte dell’Aldilà temendo che il suo cane non possa entrarvi, “e non sarebbe giusto abbandonarlo adesso” (p. 19) sembra dialogare con quella lunga tradizione animalista che va da Delmore Schwartz a Mary Oliver.

Forse la poesia più bella è in forma di racconto: L’uomo che divenne un cespuglio (il titolo, stavolta, sembra richiamare Edgar Allan Poe o Ambrose Bierce) narra di un uomo che decide di separarsi da tutti i suoi beni materiali, i suoi averi, i suoi ricordi, per concentrarsi sui rapporti interpersonali, e poi infine a separarsi anche dagli altri umani:

[…] infine,
Rotolò via come quei cespugli
Grandi del deserto trascinati dal vento
E dalla sabbia lungo l’orizzonte
[…] (p. 108)

Ma ai fini di questa rubrica, citerò “Ancora poesia perché”:

Ancora poesia perché
È la cosa più cara che mi resta,
E mi tiene discreta compagnia
Dopo la conclusione della festa.
[…]
Insieme musica, idee, odore,
Danzano un po’ con me nell’ora
Che il sonno infine mi conquista.
[…]

Mi piace questa danza di musica, idee, profumi, che si fa compagna affidabile e quotidiana della voce poetica. La poesia ci fa compagnia quando la festa è finita, quando arriva l’ora di dormire: ma anche se, alla fine, cediamo al sonno, lei rimane al nostro fianco, in modo discreto, senza invadenza, senza prepotenza. Non dimentichiamocelo mai.


Andrea Mariani, figlio di Valerio, pittore e docente universitario, e di Maria Gigliola Rosso, poetessa e narratrice per l’infanzia, si è laureato in Lettere presso la Sapienza di Roma. Ha intrapreso la carriera accademica, dedicandosi alla Lingua e Letteratura Angloamericana, presso il Magistero di Roma (1975-88). Dal 1988 è passato al Dipartimento di Scienze Linguistiche e Letterarie dell’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti/Pescara. La sua produzione scientifica, di tipo comparatistico, si è rivolta alla grande poesia dell’Ottocento (Shelley, Keats, Leopardi, Poe, Whitman, Dickinson) e ad alcune delle più significative voci del Novecento (Frost, Pound, Eliot, Sandburg, Wilbur, Bishop, Merrill, Merwin, Plath). Parallelamente alla sua attività di docente e studioso, Andrea Mariani si è dedicato alla scrittura poetica, pur senza mai pubblicare i suoi versi fino al 2021, quando ha stampato privatamente una raccolta di Ventiquattro poesie, e al 2023, quando ha pubblicato la raccolta in questione.



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