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Parlan le pietre

Il 25 gennaio 2024 in via Gesù a Milano sono state impresse due pietre d’inciampo in memoria di Mario De Benedetti e Theresia Herz che lasciarono per sempre questa casa il 23 novembre del ’43.

di Silvia Zambrini - sabato 27 gennaio 2024 - 802 letture

Il 25 gennaio 2024 in via Gesù a Milano sono state impresse due pietre d’inciampo in memoria di Mario De Benedetti e Theresia Herz che lasciarono per sempre questa casa il 23 novembre del ’43. Da Tirano quella stessa notte tentarono di espatriare assieme al figlio Lino di otto anni che si trovava sfollato con la scuola a Triuggio (tra Lecco e Milano) ma vennero arrestati al confine. Il piccolo Lino fu risparmiato assieme alla zia e alla nonna paterne (anch’esse in fuga). Anche la madre si sarebbe potuta salvare ma non volle abbandonare il marito. Lino raggiunse la Svizzera giorni dopo, accompagnato da un giovane passatore che si rifarà vivo con lui nel 2010. Da quella sera in cui, felice di riabbracciare i genitori era salito sul loro stesso treno alla stazione di Lecco, non li rivide mai più. Seguiranno per lui mesi di disorientamento e solitudine nel continuo spostamento tra campi profughi e famiglie affidatarie. Le pietre testimoniano anche quegli aspetti di inconsapevolezza dettati dall’emergenza: non c’è tempo di spiegare ai bambini fatti troppo grandi e complessi. Di incertezza degli adulti: ebrei, prigionieri politici, perseguitati di altra natura, pur consapevoli della situazione, non potevano conoscerne il livello di avanzamento: scappare stava diventando sempre più difficile. Mario De Bendetti, da medico scrupoloso, ritarda di qualche giorno la partenza per predisporre le cure necessarie ai suoi assistiti più problematici. Theresia Herz, al momento del fermo in dogana, sceglie di seguire il marito forse sottovalutando quelle che sarebbero state le conseguenze più tragiche. Che avrebbero lasciato il figlio senza entrambi i genitori.

Le pietre raccontano il passato ma vivere nel terrore, dover fuggire dal proprio Paese, succede tuttora in tanti punti del mondo. Parlano di vite spezzate ma anche di comportamenti sociali che hanno fatto da sfondo: Mario De Benedetti durante le leggi razziali viene escluso dagli ospedali pubblici dove esercitava la professione. Da un giorno all’altro si ritrova nell’indifferenza di amici e colleghi che, quando lo incontrano, fingono di non conoscerlo. Le pietre racchiudono anche gli aspetti oscuri di quelle persone che specularono sulla disperazione di altri. Di comuni cittadini che denunciarono gli amici ebrei alle SS dopo aver trascorso la serata con loro. Di spie che vendettero chi si era affidato a loro. Cos’è successo esattamente quella notte in cui i De Benedetti tentarono la fuga da Tirano? Fu l’urto avvenuto accidentalmente mentre strisciavano sotto il filo elettrificato che fece risonare i sensori, o fu opera dei due passatori? Sarebbe solo uno dei tanti casi!

Non potersi fidare di nessuno in un’Italia dove in tanti continuavano a vivere serenamente: anche di questo parlano le pietre e anche su questo sarebbe bene riflettere nel descrivere il fascismo come un fenomeno estinto. Sicuramente i costumi sono cambiati ma impoverimento sociale, indifferenza, opportunismo, intolleranza, sottomissione (che questo Paese ha già dimostrato di possedere) caratterizzano anche i tempi moderni. Dopo l’arresto, Mario e Theresia De Benedetti trascorsero alcuni mesi in carcere a Tirano per poi essere trasferiti in quello milanese di San Vittore ormai in mano alla Gestapo, e successivamente al centro di raccolta di Fossoli. Da qui, il 5 aprile del ’44, vennero deportati ad Auschwitz senza più fare ritorno. Ora due pietre davanti a quella casa, in cui vissero alcuni anni felici assieme al figlio, testimoniano che da lì non se ne andarono ma dovettero scappare, interrompendo una vita onesta, nel rispetto degli altri e delle istituzioni. Che è poi la storia di chi rappresentano tutti questi nomi scolpiti nell’ottone.

​Fermiamoci ogni volta che il piede si avvicina a questi quadrati. Facciamoli notare agli altri. Non accettiamo che qualcuno li danneggi ...come purtroppo già è successo! Un giorno parleranno al posto dei testimoni.

PS. Le testimonianze sono tratte da una raccolta di lettere scambiate tra le famiglie De Benedetti, Herz e relativi conoscenti, negli anni quaranta.


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