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Nucleo famigliare minacciato da crollo imminente

Storia di ‘Nico & the Vascellaris’ geniale performance sulla crisi della famiglia tradizionale

di Ivan Carozzi - giovedì 20 ottobre 2005 - 6140 letture

Il cardinal Ruini sparge incenso sui PACS. Un gruppo di studenti senesi, in modo neppure troppo virulento, decide di contestarlo. Prodi sente l’inderogabile urgenza di appoggiarsi allo scrittoio, prendere penna e calamaio, e scrivere a Ruini. Negli stessi giorni, su Blob, le frasi di Pera sulla famiglia sono montate di seguito ad uno struggente primo piano di don Vito Corleone. L’indistruttibile nucleo atomico della convivenza civile, è tornato a far parlare di sé.

Capita così che dalle parti di Trento, in occasione del I Premio Internazionale della Performance (in giuria Renato Barilli e Marina Abramovic), ad aggiudicarsi i cinquemila euro in palio sia stato proprio un lavoro, straordinario e commovente, dedicato alle mammifere dinamiche della famiglia tradizionale.

L’ideatore della performance è Nico Vascellari, ex borsista di Fabrica, componente dwl gruppo punk ’With love’, e artista in cinetica ascesa. Nico ha chiesto al babbo, la mamma e la sorella, di mettersi a suonare, rispettivamente, batteria, chitarra e basso, e di dar così vita ad una band: i Nico & the Vascellaris. Ne è nato un pezzo sguaiato dal titolo ‘Hotel’, forse in omaggio all’adagio materno ‘Questa casa non è un albergo’.

I tre, che non avevano mai visto uno strumento musicale in vita loro, hanno suonato separatamente gli uni dagli altri. Le tracce sono poi state assemblate in fase di post-produzione, mentre il testo, come si legge nel comunicato stampa, ’è composto da riferimenti descrittivi della casa in cui la band vive e dalle frasi della sua famiglia che Nico ricorda (liti, insegnamenti etc)’. A Trento, nella centrale idroelettrica di Dro dove si è celebrato il festival, i Vascellari sono saliti su di un palco, senza strumenti, mentre ‘Hotel’ veniva diffusa da un paio di amplificatori. Aurelio e Giovanna, il babbo e la madre di Nico, sorreggono una tavola di compensato che non si sa bene se il figlio, con artistico sadismo, abbia pensato che dovesse risultargli decisamente, particolarmente pesante.

Sotto la tavola, semi accucciata, c’è la sorella Paola, abbracciata ad una lastra trasparente, altrettanto insopportabilmente pesante, sulla quale campeggia la scritta al neon Nico & the Vascellaris. Accanto a lei, sotto all’improvvisato tetto sorretto a fatica dalle misericordiose cariatidi, c’è Nico, vestito un po’ da damerino, che urla le parole della canzone. ‘Hotel’ non dura molto, ma intorno alla metà del brano accade che gli spettatori comincino a tifare per la madre di Nico, un’elegante signora, minuta, pelle e ossa, che sta facendo di tutto perché quel minaccioso tavolone di compensato non crolli sulla testa del figlio cantante. Ad un certo punto si teme il peggio, il pubblico ha un sussulto, le braccia di Giovanna cominciano ad oscillare, paurosamente, poi la figlia le viene in soccorso, dividendosi eroicamente fra il tavolone e la lastra trasparente con il nome della band, fino a quando non invertono le posizioni.

Qualcuno ha addirittura affermato di aver finalmente visto prendere forma quella nota leggenda metropolitana secondo cui una madre vede il figlio incastrato sotto la ruota di un tir e allora, non si sa bene come, trova la forza di sollevare l’autoarticolato e liberare la creatura.

La performance poi è finita, fra applausi, boati, lanci di t-shirt della band. La famiglia si è salvata dalle implosioni, dalle esplosioni. Era l’ultimo dei lavori nel calendario del concorso ed ha vinto. Il video della performance verrà trasmesso per una sola volta, a novembre, sugli schermi di MTV.


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