La poesia della settimana: Vladimir Vladimirovič Majakovskij

Il poeta della Rivoluzione Socialista d’Ottobre è il protagonista della nostra rubrica questa settimana. Poesia segnalata dall’associazione Scintilla Onlus.

di Piero Buscemi - martedì 1 maggio 2012 - 4561 letture

Il mio Maggio

A tutti,
 a quanti, spossati dalle macchine,
 si sono riversati per le strade,
 a tutti,
 alle schiene sfinite dalla terra
 e che invocano una festa,

il primo maggio!
 Al primo fra tutti i maggi
 andiamo incontro,compagni,

con la voce affratellata nel canto.
 E’ mio il mondo con le sue primavere.
 Sciogliti in sole, neve!
 Io sono operaio,
 è mio questo maggio!
 Io sono contadino,
 questo maggio è mio!

A tutti
 A quelli che, scatenata l’ira delle trincee,
 si sono appostati in agguati omicidi,
 a tutti,
 a quelli che dalle corazzate
 sui fratelli
 hanno puntato le torri coi cannoni,
 il primo maggio!
 Al primo fra tutti i maggi
 andiamo incontro,
 allacciando le mani disgiunte dalla guerra.
 Taci, ululato del fucile!
 Chètati, abbaiare della mitragliatrice!
 Sono marinaio,
 è mio questo maggio!
 Sono soldato,
 questo maggio è mio!

A tutte

le case,
 le piazze
 le strade,
 strette dall’inverno di ghiaccio,
 a tutte
 le fameliche
 steppe,
 alle foreste,
 alle messi,
 il primo maggio!
 Salutate
 il primo fra tutti i maggi
 con una piena
 di fertilità, di primavere,
 di uomini!
 Verde dei campi, canta!
 Urlo delle sirene, innalzati!
 Sono il ferro,
 è mio questo maggio!
 Sono la terra,
 questo maggio è mio!

Vladimir Vladimirovič Majakovskij. Poeta, autore drammatico e pittore russo (Bagdadi, od. Majakovskij, presso Kutais, 1893 - Mosca 1930). Grande innovatore, esercitò enorme influenza sui movimenti artistici russi d’avanguardia. Militante nel partito bolscevico, fu inizialmente pittore e fece parte del gruppo dei cubofuturisti; nel 1923 organizzò il LEF (Leuyj Front iskusstv "Fronte di sinistra delle arti"). Tra le opere: i poemi Oblako v štanach ("La nuvola in calzoni") e Flejta-pozvonočnik ("ll flauto di vertebre"), entrambi del 1915; la commedia Misterija-Buff ("Mistero buffo", 1917), sulle vicende della Rivoluzione russa; il poema Vladimir Il´ič Lenin (1924).

Ancora adolescente, svolse intensa attività politica nel partito bolscevico e fu arrestato tre volte. Dedicatosi poi allo studio delle arti figurative, fu espulso (1914) dall’Istituto di pittura, scultura e architettura di Mosca per la sua appartenenza al gruppo dei cubofuturisti. Nel 1913 apparve il suo primo libro, Ja! ("Io!"). Nel dic. 1913 interpretò a Pietroburgo, al teatro Luna Park, la propria tragedia Vladimir Majakovskij. Accolse la rivoluzione con entusiasmo e nel 1923 organizzò il LEF (Levyj Front iskusstv "Fronte di sinistra delle arti"), che raggruppò artisti, poeti, scenografi, registi, filologi vicini al futurismo, e pubblicò la rivista omonima. In quegli anni fu il simbolo di tutto ciò che v’era di moderno e di audace nell’arte sovietica. La campagna condotta contro di lui dalla critica di partito, le delusioni politiche e motivi amorosi lo spinsero al suicidio.


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