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Il sogno italiano

The Italian Dream : L’Italia nello specchio della paraletteratura contemporanea / Giacomo Agnoletti. - Quodlibet 2023. - 272 p : br. - (Materiali IT). - ISBN 978-88-2292-044-7

di Alessandra Calanchi - sabato 10 giugno 2023 - 754 letture

Da oggi le mie recensioni avranno come titolo una parola chiave: in questo caso partiremo da “sogno italiano”. Sì, perché non esiste solo il “sogno americano”, quello che ha portato in America milioni di migranti nel corso di vari secoli, ma accanto a esso ho scoperto che esiste un “sogno italiano” grazie al giovane ricercatore Agnoletti.

Sapevo che c’è chi ama il Bel Paese per i suoi luoghi turistici e le sue attrazioni architettoniche e artistiche; so che c’è chi ama e studia i grandi poeti del passato, i suoi musicisti, il suo teatro, il cinema, per non parlare della moda e della gastronomia – pizza, spaghetti, piadina, panzanelle, vino e olio d’oliva, prosecco e mille altre prelibatezze.

Non voglio parlarvi nemmeno del made in Italy, un’espressione che negli ultimi tempi è diventata per me odiosa, soprattutto dal momento in cui è nato il Liceo Made in Italy i cui programmi si sostituiranno a parte delle materie che contraddistinguevano il Liceo delle Scienze Sociali.

Ma non è di questo che voglio parlarvi.

Voglio parlarvi invece di un libro che parla di cose serie: l’insegnamento dell’italiano negli USA, il successo dei prodotti culturali italiani all’estero, il sogno di una “Italianicity” che nemmeno sappiamo di avere. Sì, perché noi italiani o siamo esterofili o, al contrario, cadiamo nell’atteggiamento “autoetnografico” che si è distinto di recente nei media.

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Copertina di The italian dream, di Giacomo Agnoletti

Agnoletti spiega bene il richiamo dell’Italian way of life sugli “stranieri”, ma va chiarito che questi stranieri sono per lo più gli americani: quindi il loro sogno è un riflesso del nostro, e l’arte e il cinema ne sono potenziatori. I migranti, i richiedenti asilo, i profughi sono assenti da questo volume – anche loro probabilmente hanno un sogno ma non è di questo che si parla in questa sede. Quindi quando l’autore dice che l’Italia è divenuta il paese della “dolce vita” per il mondo intero (p. 41), ho qualche dubbio sull’aggettivo “intero” e sarei un po’ più prudente sulle coordinate geografiche dell’Italian Dream. L’Italia sognata è quella sognata dagli americani, e lo dimostra appunto la loro “paraletteratura”, la loro narrativa popolare, che sottolinea una nostra diversità dal resto dell’Europa, in parte dovuta alla Grande Tradizione Cattolica (sic), in parte al suo essere una nazione-museo.

Agnoletti presenta alcuni casi tra cui scelgo di citarne uno che mi ha affascinata particolarmente: un libro che non conoscevo, Galileo’s Daughter di Dava Sobel (1999). Non sapevo nulla della vita privata di questo nostro supereroe nazionale (che, a differenza di Giordano Bruno, abiurò per aver salva la vita) il quale disseminò figli per tutta l’Italia – e di una di loro, Virginia, chiusa dal padre in convento di clausura, sono rimaste le lettere che gli scriveva, testimoni mute e straordinarie del tempo in cui entrambi hanno vissuto.

L’Italia come alterità, come sogno, come esotico possibile, come il sud dell’occidente (passim) emerge da queste opere che Agnoletti meritoriamente menziona sottraendole al disinteresse dei più, forse convinti di una loro presunta bassa qualità letteraria (che si bilancerebbe, in ogni caso, con l’enorme interesse culturale che rivestono). Ma chi sono gli Italians presenti oggi nelle librerie americane? Come si manifesta il Sogno sugli scaffali? Agnoletti cita Camilleri, Ferrante ed Eco. Fra gli americani che parlano di Italia, invece, troviamo Donna Leon, Michael Dibdin, Magdalen Nabb, Elizabeth George e in generale i mysteries che dipingono l’Italia come una terra pericolosa. L’Italia, da parte sua, sa di essere in ritardo ma anche di essere stata grande (p. 218). Per questo la sua identità è complessa e ambigua: siamo una nazione che non è riuscita a unirsi se non dopo secoli, e comunque in maniera debole (p. 219), un popolo che sta realizzando la profezia di Pasolini dalla deriva consumistica al disastro ambientale (p. 251).

Mi sento di fare solo una piccola precisazione: è vero che le storie di Montalbano sono raccontate sempre con leggerezza, […] come un divertissement (p. 234). Ma è vero altresì che, non troppo celate dietro le righe, ci sono le pesanti accuse di Camilleri al sistema, a una società che ha dimenticato la sua umanità, alla mancata accoglienza di richiedenti asilo che giungono come cadaveri alle spiagge del Bel Paese. Lo abbiamo letto, lo abbiamo visto nella serie tv, lo abbiamo ascoltato dalle sue stesse parole di introduzione agli episodi. Non dimentichiamo mai che anche questo entra nella paraletteratura contemporanea, una narrativa che molto spesso non è affatto d’evasione ma è impegnata in temi sociali e politici, in approfondimenti psicologici, in questioni di genere. E non dimentichiamo che per troppe persone, donne e bambini compresi, il Sogno Italiano non è un brand, ma si infrange tra le onde, sulle spiagge, ancor prima di arrivare a riva.


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