Il mio nome è civile

Lungo il tragitto che portava all’ospedale, durante la corale manifestazione di popolo, mi hanno chiesto un nome per l’ospedale.

di Luigi Boggio - mercoledì 1 marzo 2023 - 1680 letture

Lungo il tragitto che portava all’ospedale, durante la corale manifestazione di popolo, mi hanno chiesto un nome per l’ospedale. Gli ho risposto: proprio oggi che stiamo lottando per tenerlo in vita? Per i tempi, se lo volete sapere, "quel civile" mi dà un’infinita gioia. Se poi ci tenete ho due soluzioni che si integrano e che rispondono alla realtà degli umani che quella struttura hanno voluto e che nel corso degli anni hanno lottato per realizzarla e oggi per non farla chiudere.

La prima soluzione sarebbe quella di dedicare una targa ricordo ai componenti del comitato di gestione riproducendo il frontespizio della delibera del 1986. Cioè l’atto con tutti i nomi dei partecipanti e i motivi della scelta del luogo per la realizzazione di una struttura più sicura dal rischio sismico e più rispondente alle norme sanitarie. Che sono i fondamentali elementi ben illustrati dal dott. Stuto responsabile sanitario "non risponde agli attuali requisiti sanitari" e dall’ingegnere Biagione dell’area tecnica "insicuro con gravi rischi in caso di crisi sismica". La delibera porta la firma del presidente on. Guido Grande e del vice Salvatore Amore, e dal dott. Navarria in qualità di direttore del distretto sanitario, che comprendeva l’ospedale e i servizi sanitari e amministrativi dell’ex Inam di piazza Aldo Moro.

La seconda targa ricordo, accanto alla prima, la dedicherei a tutte le cittadine e cittadini che nel corso degli anni hanno lottato per la realizzazione e il completamento dell’ospedale, durato 26 anni, e che il loro impegno continua con nuovi apporti generazionali e una nuova determinazione come la manifestazione del 24 febbraio 2023.

L’intelligenza di un popolo al servizio di una comunità per il diritto alla salute e contro tutti quelli che stanno cercando di affossare la sanità pubblica del nostro territorio. Non solo l’ospedale, anche il distretto territoriale con il taglio delle ore delle specialistiche di 80 ore su 400 complessive producendo una riduzione delle prestazioni, negli ultimi due anni, da 47 mila a 27 mila.

Il gioco si sta scoprendo con il passare dei giorni e le iniziative devianti di facciata. Ma non è finita: il governo Schifani dovrà darci delle risposte come il manager provinciale dell’Asp avv. Ficarra, il dott. Madonia per l’ospedale e il dott. Mateddu per il distretto territoriale di piazza Aldo Moro. Fine del primo tempo.


Si legga anche: Il suo nome è Civile.



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