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I Disobbedienti? Sono solo "compagni che magnano"

I disobbedienti sono violenti criminali o "compagni che sbagliano"? Mah, sospendiamo il giudizio. Diciamo che sono "compagni che magnano".

di Lorenzo Misuraca - mercoledì 1 dicembre 2004 - 15115 letture

I disobbedienti sono violenti criminali o "compagni che sbagliano"? Mah, sospendiamo il giudizio. Diciamo che sono "compagni che magnano".

Il proletariato non ha confini/ dateci pure i salamini!L’ennesima trovata di Casarini e compagni è la spesa proletaria, figlia (il)legittima dell’esproprio proletario di trent’anni fa (per carità chiamiamola spesa che siamo nel 2004 e esproprio fa troppo vetero-comunista). Il loro assalto ad un supermercato e a una libreria romana a novembre ha destato dure critiche a destra ("castriamoli, sputiamoli, mettiamogli i diti negli occhi, comunisti parassiti") e divisioni a sinistra ("è un gesto contro il movimento, vero Romano?", "però, quanno ce vò ce vò"). Appena digerito e finito di leggere i primi libri espropriati, i disobbedienti sono tornati alla carica: pochi giorni fa si sono concessi un’autoriduzione (concordata col gestore) in una libreria di Bologna e hanno pranzato a gratis nel ristorante di Volpago del Montello (Treviso) che aveva ospitato pochi giorni prima i delegati della Nato ("ma che c’entro io? mi chiedono la polenta e io gliela faccio").

Atti simbolici ad alto contenuto politico o zingarate alla "amici miei" spolverate di ideologia? Provo a spogliarmi dai pregiudizi e tento una riflessione. A me i metodi di Casarini e compari mi hanno sempre puzzato di squadrismo. Negli anni Settanta gli espropri proletari e le autoriduzioni erano azioni di massa e condivise, quelle di oggi sembrano più esempi da dare al vile pacifista senza-palle, in spregio ai ridicoli partiti intrallazzoni (Rifondazione Compresa).

Ho spulciato un po’ tra i post e i forum di indymedia (che non credo possa essere tacciata di riformismo) e ho trovato più di un intervento che parlava di spedizioni punitive da parte di alcuni (sarebbe stupido criminalizzare un intero movimento) disobbedienti nei confronti di "compagni che sgarrano": schiaffi e bastonate a go go. Le critiche da punire, e questo potrebbe sorprendere, arrivano spesso da sinistra. I più bersagliati dalle vendette dei disobbedienti sarebbero gli anarco-insurrezionalisti-comunisti-stalinisti-maoisti-blackblock, che (esili, pallidi e occhialuti a dispetto delle sigle incazzose) ricevono le mazzate educative per delle accuse che in effetti pesano come macigni: Casarini e i suoi svuotano il conflitto tra potere e proletariato portandolo sul piano della rappresentazione mediatica, previo accordo con le forze dell’ordine. Tradotto: "gli sbirri vi lasciano giocare alla rivoluzione purché non facciate danni, voi andate in tv e potete salutare mamma, loro digrignano i denti ma non vi fanno male, e sono tutti contenti. Ma senza esagerare, se no vi fanno ricordare chi comanda, come a Genova".

Ora, diversi interventi di risposta a Luca Casariniquesti post su indymedia basano le loro filippiche su insulti e accuse di essere infiltrati provocatori della Digos [risparmio al lettore tutta la sfilza di improperi vetusti stile "fasciodimmerdaokkioalkraniotornatenellefognefighetto (a proposito, è entusiasmante come certe aree del movimento riescano a creare "neologismi antiquati" come: cognitariato")]. Non c’è dubbio che qualche solerte agente si passi i pomeriggi a scoprire terroristi su indymedia e affini. Ma da qui a sostenere che qualsiasi critica venga dai digossini ce ne passa. Anche perché io stesso ho ascoltato con le mie orecchie racconti di aggressioni del genere da ragazzi del nord-est che posso assicurare non essere né provocatori né infiltrati.

La forma è sostanza dunque. Però… però i dubbi restano. Diamo a Cesare quel che è di Cesare (anche perché se no se lo piglia da solo): senza la spesa proletaria il problema del precariato, che è la vera questione del mondo del lavoro di oggi, sarebbe rimasto confinato nei trafiletti dei giornali e nelle battute finali dei dibattiti. L’80% dei giovani italiani che sta cercando d’inserirsi nel mondo del lavoro, sa bene cosa significano in termini di alienazione, sfruttamento e incertezza sigle come Co.Co.Co e Co.Pro (che idea geniale chiamarlo così: da un lavoro da pollo a un lavoro di merda). Eppure Fausto continuava imperterrito a parlare di operai (che poi votano Silvio), Massimo a rincorrere i bottegai e Walter a scrivere libri sui poveri chic del Brasile.

Senza i fax regalati alle vecchine andate al supermercato per la citronella, e lo striscione "vogliamo il pane…ma anche le rose" lasciato a guardia fuori dalla Feltrinelli saccheggiata, il precariato non sarebbe entrato nell’agenda mediatica del nostro paese. Ed è questo forse il merito dei disobbedienti ex tute bianche, di saper sfruttare il linguaggio becero dei media in maniera così becera da imporre rapidamente un tema poco fascinoso all’attenzione dell’opinione pubblica. Lo fecero anche a cavallo dei due millenni, quando imbottiti di bottigliette di acqua minerale da mezzo litro e slogan da Guerre Stellari (In questo Sofri un po’ di ragione ce l’aveva) sfidavano i celerini, obbligando i tg a spiegare (male, come al solito) la "globalizzazione" alla solita intramontabile casalinga di Voghera.

Poi Casarini e i suoi -vai a capire perché- si perdono puntualmente nella fase successiva. A Genova portarono tantissimi ragazzini e ragazzine al massacro spacciandoglielo per un gioco di ruolo. Sarebbe stato meglio ascoltare chi, come Beppe Grillo, diceva "lasciamoli barricati e soli e andiamo fare le nostre assemblee in spiaggia".

Se continueranno a mangiare, bere e leggere a sbafo con queste modalità, i "compagni che magnano" dilapideranno il successo mediatico della loro spesa proletaria. Anche perché dagli anni Settanta ad oggi la proprietà privata è salita di molto nella scala di valore degli italiani, anche dei progressisti che si scandalizzano sproporzionatamente davanti a un bancomat distrutto e a un salamino arraffato, rimanendo tiepidi di fronte al selvaggio saccheggio del neocapitalismo a danno dei popoli.

distribuzione proletariaIn sintesi, dovremmo chiederci qual è il meccanismo inceppato che ci obbliga ad avere bisogno del populismo cognitario dei disobbedienti per affrontare seriamente il vero morbo del secolo: il precariato.

Nota: con lo scopo di ridurre il numero di eventuali post d’insulto preciso che non sono: digossino, infiltrato, provocatore, stalinista, fascista, diessino, rifondarolo.


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> I Disobbedienti? Sono solo "compagni che magnano"
1 dicembre 2004, di : psyconauti

... un movimento che si avvale dei ragazzini raccontandogli strozate e mandandoli sempre avanti ... non è un movimento è una stronzata ... vedo casarini e lo vedo in cima ad un gruppo che non ha idee per farsi leggere se non sfondando vetrine e dire "cazzo" hai megafoni per le strade, come i materassai... l’inventiva dei centri sociali dov’è..? questi giovani che vogliono spazi per costruire..? che fanno..? .. a volte spero mio figlio non sia tra loro ... berluschini nascosto al mondo tra guardie del corpo(che vita di merda anche la sua), addita i noglobal e usa la sua forza: il potere dell’ignoranza, ma i noglobal devono smettere di accendere fuochi sotto ai fuochi ... diciamo pace e facciamo guerra ...

a volte rattristo, allora prendo marijane e mi rilasso di brutto ... speriamo arrivi la neve, porti via il male e con la primavera ci torni la voglia di amarci un pochetto ...

un sorriso sempre. to be psyconauti .

> I Disobbedienti? Sono solo "compagni che magnano"
4 dicembre 2004, di : Vaerio Marletta

....A Genova portarono ragazzini e ragazzine al massacro spacciandoglielo per un gioco di ruolo.....Mi sembra di aver letto bene questo passaggio dell’articolo di Lorenzo Misuraca.Un movimento si accetta nella sua globalità, nelle diverse forme di lotte che mette in campo( spesso dettate dalle diverse esperienze).L’articolo di Misuraca si scaglia in maniera "becera" e offensiva contro una parte del movimento che dalla marcia del subcomandante Marcos e fino all’esproprio proletario di Roma ha svolto un ruolo importantissimo nella lotta contro la globalizzazione neoliberista.Il "compagno" Misuraca fa passare I disobbedienti come coloro che plagiano i "ragazzini" per andare in televisione, come prime donnne pronte a partecipare ai salotti del "nazionale" Bruno Vespa.Tu accusi i compagni di picchiare Stalinisti-maoisti-black ecc....per sentito dire....di svuotare il conflitto sociale....di concordare le azioni con la polizia.....di puzzare di squadrismo.....tu accusi.....bravo sai solo accusare(non capisco onestamente da quale punto di vista....forse cronista?non penso il tuo articolo si allontana anni luce da concetto di cronaca).Tu ti scagli contro il pluralismo del movimento, contro forme di lotte(legittime o illegittime) proprie di una cultura che mi(ci) appartiene.Sicuramente tu non eri tra quei "ragazzini" che si facevano massacrare a Napoli, Genova, Praga dai difensori dell’ordine pubblico.Io ero tra quelli che definisci ragazzini( e ci sarò sempre) e nessuno dei compagni disobbedienti mi ha picchiato e nessuno mi ha mandato con l’inganno o la forza a farmi mssacrare dai celerini!|Tu menti(spero in maniera inconsapevole),travisi i fatti e sarei disposto cento(mille) volte a dimostrarti il contrario.Anzi farò di più ti invito a venire con me all’interno di uno spezzone disobbediente,potrai da buon cronista vedere e raccontare......e finirla di offendere senza sapere(non basta indymedia o il racconto di poche persobne).Io sono un rifondarolo e come tale ho fatto della disobbedienza civile la mia pratica di lotta giornaliera, e penso che i processi che i compagni ingiustamente stanno subendo a Cosenza in questi giorni siano la prova lampante di quanto la pratica della disobbedienza(che puoi anche non condividere) porti alla repressione dello stato(mentre altri "compagni" stanno sedurti tranquillamente davanti al televisore).Penso che il tuo articolo non aiuti completamente il processo di crescita del movimento dei moviomenti,e altresì penso che non serva neanche minimamente a portare l’attenzione sul problema gravissimo sollevato(solo di striscio dal tuo articolo) del Precariato!Inizia a sollevare i veri problemi nei tuoi articoli, lascia stare le pratiche "diverse" dei compagni(ci hai definiti intrallazzoni).Posso accetare che non le condividi,ma non puoi permetterti di sminuirle(becere) con l’aggravante di dire il falso! Ti auguro buon lavoro Lorenzo(non ho avuto il piacere di conoscerti),e spero come ho sempre fatto di continuare a leggere i tuoi articoli su giro di vite.
    > I Disobbedienti? Sono solo "compagni che magnano"
    6 dicembre 2004, di : Lorenzo Misuraca

    solo un’altra precisazione (dopo aver riletto con maggiore attenzione il commento di Valerio): nel mio articolo non ho definito "intrallazzone" rifondazione. Ho riportato le accuse mosse più volte dagli stessi disobbedienti (un caso per tutti, la trombatura alle elezioni europee di Nunzio D’Erme a cui è stato scippato il seggio) a Bertinotti. Io penso di avere un pò più di rispetto per il tuo partito. E poi, anche se fosse, non t’incazzare per qualche critica a Rc, quando anche giornali come il Manifesto discutono giornalmente sulle intenzioni di Bertinotti riguardo a riformismo e movimento.
    > I Disobbedienti? Sono solo "compagni che magnano"
    15 dicembre 2004, di : santiago du bernabeu

    Valerio Guevara ma va sukila!!!!!!
    > ma quali disobbedienti?????
    22 aprile 2005, di : semplicemente io

    Mi chiarite solo questo punto? il san precario di bologna dei disobbedienti come fa a parlare di lavoro, ansia da contratto, libertà di scelta se a 31 anni è ancora all’università con i soldi di un padre fascista che continua a passargli 900 euro al mese? Come si fa a fidarsi di chi urla e sbraita slogan annaquati se poi nella vita di ogni giorno non ha mai neanche provato a fare il cameriere?e’ facile parlare di ansie che appartengono agli altri.. Si spaccano bancomat, ma siete il primo ad averlo in tasca, spaccate i mac donalds e siete i primi nelle post manifestazioni a ingurgitare nauseabondi panini. Siete contro le multinazionali che sfruttano i bambini e le donne e siete i primi al tpo ad avere su la maglia adidas... Ma pervafore...... va......
> I Disobbedienti? Sono solo "compagni che magnano"
5 dicembre 2004, di : gippone

Bhe... se andassi io al supermercato a "prelevare" qualcosa magari un salamino... mi chiamerebbero ladro... ci vanno i no global e si instaura una diatriba fra chi è contro e chi non lo è. C’è poco da dire... che gli "altri" facciano anche di peggio per giustificare le proprie malefatte non và bene. Chi sbaglia deve pagare e rubare è un furto da codice penale, punto e basta. Il fine non giustifica affatto il mezzo. Non concordo con chi ha steso quest’articolo che tenta di giustificare la violenza perchè questa è quasi buona e viene da sinistra per combattere altra violenza che arriva da destra e questa si che è cativa. Suvvia smettiamola e cerchiamo di farci valere magari protestando "pacificamente" per le cose vere, ma con gli strumenti seri di una democrazia matura.
    > I Disobbedienti? Sono solo "compagni che magnano"
    6 dicembre 2004, di : Lorenzo Misuraca

    Per Valerio,

    Non mi dispiacciono le tue critiche, ma il fatto che probabilmente tu abbia letto il mio articolo in maniera distratta e superficiale. Ricapitoliamo: 1. Io c’ero tra i ragazzini che si facevano massacrare a Genova, anche se non stavo con i disobbedienti. Il carisma di un capo-popolo (chiamalo plagio o altro, per me è indifferente)nei confronti degli adolescenti che partecipano ad una manifestazione per la prima volta. Ero pure a Ventimiglia (nel 2000 in tempi non sospetti), nel famoso treno di 1500 persone dirette a Nizza per protestatare contro la carta costituzionale europea che fu sequestrato alla frontiera in barba al trattato di Shenghen. Dopo aver occupato la dogana tentammo di arrivare al consolato francese per manifestare. Io ero a fare il cordone per sfondare lo schieramento di polizia insieme a quelle che allora erano le tute bianche. E’ stata la prima carica che ho vissuto, e saprai meglio di me il panico che ti prende quando scappi senza poter respirare e intorno a te vedi solo fumo di lacrimongeni e gente per terra. Allora mi sembrò divertente. Ma il livello dello scontro non era quello di Genova e Napoli, e il massimo che capitò fu qualche manganellata in testa. A Genova era tutto diverso e ripeto che le parti del movimento (di cui rispetto la forma di lotta purché in qualche modo sia utile)che andarono dritte verso lo scontro ebbero grande responsabilità, soprattutto la ebbero i loro rappresentanti che partecipando a riunioni organizzative e confronti con le istituzioni da mesi potevano-dovevano farsi un’idea del fatto che qualcosa era cambiato (e avevano l’esempio di Napoli).

    2. gli accordi tra polizia e disobbedienti per le azioni dimostrative di scontro (io le chiamo simulazioni di conflitto) sono cose note a tutti quelli che bazzicano nel movimento e io, che non sono un duro e puro, non ci trovo nulla di vergognoso solo che non le condivido. La parte che critica questi comportamenti da sinistra presente nel mio articolo non rappresenta la mia posizione, IO SONO NON VIOLENTO, ma quella delle parti del movimento che vanno in conflitto con i diosbbedienti (infatti sono frasi virgolettate).

    3. Per quanto riguarda le violenze dei disobbedienti: Ho messo una bella parentesi in cui specificavo "alcuni" perchè non volevo criminalizzare una parte così grande del movimento; poi, ho sentito così tante volte da ragazzi di Padova, Mestre e Venezia, con le mie orecchie, delle violenze di "alcuni" capetti dei disobbedienti in "quelle" zone (e si tratta di ragazzi che non hanno nessuno ruolo all’interno del movimento per avere qualche interesse personale a deleggittimare Casarini o altri)nei confronti di altri "compagni", che mi viene difficile credere che siano sempre e solo invenzioni.

    3. nell’ultima parte del pezzo (che per me è importante quanto le altre) riconosco tranquillamente che senza i disobbedienti molti passi avanti il movimento non li avrebbe fatti o li avrebbe fatto molto più lentamente.

    quindi, nel movimento io ci sono da anni e non sono uno che si sveglia la mattina e dice che i disobbedienti sono dei fascisti. Ma le cose vanno dette e secondo me è importante confrontarsi per capire dove ci si può migliorare invece di darsi la zappa sui piedi.

    Per Gippone:

    se hai avuto la pazienza di leggere la risposta a Valerio hai visto che ho chiarito che sono un non violento. E non condivido la spesa proletaria (pur ponendomi il problema di come far parlare di precariato con mezzi alternativi), non per motivi di codice penale (che non lo ha scritto Dio ma la classe borghese)ma per questioni politiche.

> I Disobbedienti? Sono solo "compagni che magnano"
31 gennaio 2005, di : silvia

Beh....insomma quest’intervento è pressocchè fuori luogo. Come tutti sappiamo l’esproprio proletario è un evento conosciuto. Il problema che si pone ora non è l’atto,bensì le motivazioni. Definirli ironicamente "compagni che magnano"è a mio avviso sbagliato. Io penso semplicemente due cose. La società italiana è diventata una brutta e malriuscita copia di quella americana,pur sempre sapendo che noi con l’America socialmente non c’entriamo nulla. Di conseguenza si vengono a creare questo tipo di situazioni che io reputo comprensibili.Insomma noi italiani grazie alle influenze americane o occidentali che siano siamo diventati estremamente consumisticie dunque l’atto di esproprio io non lo condannerei così tanto.Non dobbiamo fare i perbenisti sempre sarebbe meglio ogni tabto fermarci a riflettere sul marciume di società in cui viviamo. Molti,moltissimi vivono di compromessi economici e si vendono è tutto fondato sul dio denaro. La moda è predominante oramai in ogni campo,aleggiano loghi Mc donald dappertuttoe ci facciano comperare comen oggetti da queste multinazionali sparse per l’occidente. l’influenza americana ci ha ridotti tali. Silvia
    > I Disobbedienti? Sono solo "compagni che magnano"
    1 febbraio 2005, di : Lorenzo Misuraca

    Nel pezzo e nei miei commenti successivi, viene fuori -credo abbastanza chiaramente- che non voglio criminalizzare affatto la spesa proletaria. Mai detto che i disobbedienti sono delinquenti perchè fanno questi atti dimostrativi. La critica era politica: è proprio la natura "dimostrativa" e non collettiva e estesa che non mi convince. Se le spese proletarie coinvolgono e trovano d’accordo solo una piccola minoranza di persone, nonostante il precariato affliga la stragrande maggioranza del paese, qualcosa nella strategia dei disobbedienti non funzionerà, o no? La battaglia è giusta, ma bisogna riflettere sul perché certe forme di lotta attirino più i media che i diretti interessati.
    > I Disobbedienti? Sono solo "compagni che magnano"
    14 aprile 2006, di : CASARINI GAY

    tutti coloro che pensano che l’espropriazione proletaria sia giusta,vorrei vedervi al posto dei direttori dei supermercati saccheggiati.Voglio vedere se non vi incazzereste anche voi a farvi saccheggiare il supermercato da "ladri in borghese"a cui la polizia non puo’fare nulla!!finitela voi con questo falso perbenismo,ormai si sa che la societa’ di oggi e’ fondata sul profitto,e chi piu’ profitto ha meglio sta!!perche’non vanno a espropriare le case di Prodi,quelle appena donate ai figli.Oppure perche’non vanno a espropriare lo Yacht di D’Alema!!!chiunque giustifichi un furto in piena regola,non puo’ che essere un "coglione"!!!
I Disobbedienti? Sono solo "compagni che magnano"
9 giugno 2007

Che gloria inneggiare alla pace coi sanpietrini in mano adorando un dittatore che governa ancora con la mimetica.... Bella gente davvero!!
    I Disobbedienti? Sono solo "compagni che magnano"
    8 febbraio 2009, di : francesco

    mamma mia, sei di un qualunquismo scioccante! dove hai tratto il materiale per questo articolato affresco sociologico dei disobbedienti, da Panorama? anche la scelta del nickname (casarini gay)non è niente male...mi domando come mai sei potuto finire in un sito come questo