Guerra: 10 inviati contro pensiero dominante

Nuovo Espresso con Costanzo – Spogliarello per articolo? – Nuovo allegato per Repubblica – La Russia protesta – Problemi all’agenzia Dire – Mazzata finale per giornali di Belpietro – Mondiale calcio e Gazzetta dello sport

di Adriano Todaro - mercoledì 18 gennaio 2023 - 2185 letture

IN EDICOLA IL NUOVO ESPRESSO ‒ Il formato è più alto e stretto, la carta più ruvida. Questo il nuovo numero del settimanale l’Espresso uscito domenica 15 gennaio in allegato a Repubblica. Il settimanale è di proprietà, come abbiamo scritto, di Domenico Jervolino, proprietario della società calcistica Salernitana. Giorni fa aveva licenziato il direttore da lui stesso nominato, Lirio Abbate. In copertina una foto di Oliviero Toscano con una mano che fa il segno della vittoria. La mano è bianca, le due dita alzate sono verde e rossa. Il polso è nero perché appartiene a una ragazza angolana di 30 anni. Il nuovo direttore è Alessandro Mauro Rossi mentre Lirio Abbate risulta essere il caporedattore. Ci sono rubriche di Carlo Cottarelli e Francesca Barra ma quello che fa specie è la rubrica fissa dell’inossidabile Maurizio Costanzo titolata “Per buona memoria”. Noi la buona memoria, per fortuna, ce l’abbiamo e non possiamo dimenticare che Costanzo risultò iscritto nelle liste della loggia P2 di Licio Gelli. E L’Espresso di allora non era certo dalla parte dei piduisti.

SPOGLIARELLO = ARTICOLO? ‒ Lo aveva denunciato un servizio de Le Iene, il 10 gennaio scorso. Nella pratica sembra che un giornalista abbia proposto a una imprenditrice di fare uno spogliarello in videocall in cambio di un articolo. Ed era stata, così sembra, la stessa imprenditrice a denunciare il tutto. Ora l’Ordine dei giornalisti della Lombardia vuole vederci chiaro e ha chiesto alla Procura di Milano di acquisire il video e di «agire nel caso in cui venissero ravvisate ipotesi di reato».

LA PORTA DI REPUBBLICA ‒ Il 13 aprile uscirà, allegata a Repubblica, la nuova testata di «case, design, cultura del bello, luoghi densi di fascino, e personaggi di valore». Il nome per la testata è stata trovata e si chiamerà Door e uscirà 8 volte l’anno. Il momento dell’uscita coincide con la Design Week di Milano e il Salone del Mobile.

LA RUSSIA PROTESTA ‒ Il primo ministro russo Mikhail Mishustin ha dichiarato che la Russia «è bersaglio di attacchi aggressivi» da parte dei media occidentali. Ci troviamo di fronte a mostruose falsificazioni nei media occidentali», ha affermato Mishustin, citato dall’agenzia Tass, intervenendo a una cerimonia per la consegna dei premi per il giornalismo da parte del governo.

AGENZIA DIRE IN AGITAZIONE ‒ Proteste all’agenzia di stampa Dire per i mancati stipendi ed esuberi. In una nota dei giornalisti si definisce «inaccettabile il mancato pagamento degli stipendi di novembre e dicembre». L’11 gennaio scorso c’era stata una prima giornata di sciopero. Oltre al ritardo dei pagamenti l’azienda ha individuato 20 esuberi. Nel marzo del 2022 era diventato editore Stefano Valore presidente di Silicon Dev, (alta tecnologia e servizi informatici). L’agenzia Dire ha 130 dipendenti di cui 76 giornalisti.

BELPIETRO E MAZZATA FINALE ‒ Come avevamo già raccontato tempo addietro, dopo due anni d’incertezze ora la mazzata finale è arrivata. I giornalisti di Stile Italia Edizioni (SIE), società che fa capo a Maurizio Belpietro e che edita Tustyle, Confidenze, Cucina Moderna, Sale&Pepe e Starbene hanno appreso che la società è in liquidazione, la sospensione di alcune testate e la prosecuzione provvisoria di altre. Secondo alcune voci saranno sospese TuStyle e Cucina Moderna. Stile Italia Edizioni, costituita a fine 2019 con la cessione delle testate da Mondadori a Belpietro che aveva all’epoca 45 giornalisti. Oggi ne restano 28 dopo un licenziamento collettivo avvenuto a giugno. All’inizio del 2021, sempre da Mondadori, sono state acquisite Donna Moderna e Casa Facile, mentre nell’aprile scorso è stato lanciato il nuovo quotidiano economico Verità&Affari, passato a novembre nella sola edizione online.

MONDIALI CALCIO E GAZZETTA ‒ Anche se l’Italia non c’era, i mondiali di calcio hanno fatto registrare alla Gazzetta dello Sport un aumento della diffusione su ottobre del 10,42% fra cartaceo e digitale.

GUERRA: 10 INVIATI CONTRO PENSIERO DOMINANTE ‒ Dieci ex corrispondenti di guerra italiani, ritengono che sulla guerra Russia-Ucraìna «Viene accreditato soltanto un pensiero dominante e chi non la pensa in quel modo viene bollato come amico di Putin». I dieci giornalisti hanno lavorato come inviati per il Corriere della Sera, il Tg5, Rai, Ansa, Repubblica, Panorama, Sole 24 Ore e sono Massimo Alberizzi, Toni Capuozzo, Remigio Benni, Renzo Cianfanelli, Cristiano Laruffa, Alberto Negri, Giovanni Porzio, Claudia Svampa, Vanna Vannuccini e Angela Virdò. «Noi ‒ dichiarano i dieci giornalisti ‒ la guerra l’abbiamo vista davvero e dal di dentro: siamo stati sotto le bombe, alcuni dei nostri colleghi e amici sono caduti… Siamo inondati di notizie, ma nella rappresentazione mediatica i belligeranti vengono divisi acriticamente in buoni e cattivi. Anzi buonissimi e cattivissimi. Viene accreditato soltanto un pensiero dominante e chi non la pensa in quel modo viene bollato come amico di Putin e quindi, in qualche modo, di essere corresponsabile dei massacri in Ucraina. Ma non è così. Dobbiamo renderci conto che la guerra muove interessi inconfessabili che si evita di rivelare al grande pubblico. La propaganda ha una sola vittima: il giornalismo». Nel contempo notano che manca «nella maggior parte dei media (soprattutto nei più grandi e diffusi) un’analisi profonda su quello che sta succedendo e, soprattutto, sul perché è successo».


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