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Giù le mani dal "Quintiliano"

Il Dirigente Scolastico e il Consiglio D’istituto hanno tenuto una Conferenza stampa il 18 settembre per spiegare cosa sta accadendo a Siracusa.

di Donatella Guarino - sabato 22 settembre 2007 - 4509 letture

La scuola, i ragazzi che la frequentano, i docenti che vi lavorano… E poi programmi da svolgere, progetti da realizzare, obiettivi da raggiungere. Le famiglie. Spesso presenti, collaborative, altrettanto spesso inesistenti, inadeguate, col dente avvelenato.

Questo mondo della scuola, bello e dannato, deriso e snaturato, bersaglio facile di chi vuole solo far polemiche e ama parlare senza sapere di cosa stia parlando, croce e delizia degli addetti ai lavori, fanalino di coda della politica italiana, non gode certo di buona salute…Finalmente il ministro Fioroni si è ricordato – ma certo chi lo ha preceduto non godeva di memoria migliore – che la grammatica e le tabelline sono saperi fondamentali, non seconde a inglese e informatica, semmai importanti allo stesso modo.

Certo la scuola è cambiata perché velocemente cambiano i tempi. E forse non tiene il passo, questo sì… Ma sarebbe un peccato rovinare tutto quando le cose funzionano.

C’è una scuola come tante, un liceo polivalente, il “Quintiliano” di Siracusa, che grazie ad un’ottima politica manageriale del Dirigente Scolastico, Carmelo Cappuccio, ad un team di docenti che hanno lavorato – da dieci a questa parte – per rinnovare i curricula e far rinascere una scuola (l’ex Magistrale che davvero sembrava destinava a morire) oggi gode di buona salute. Tanti iscritti, tanta vita, tante idee. Un vero laboratorio, com’è giusto che sia. E dove i ragazzi vanno volentieri…

Il 18 settembre il Dirigente Scolastico e il Consiglio D’istituto, presieduto da Margherita Gennaro, hanno ritenuto opportuno indire una Conferenza-stampa per spiegare cosa sta accadendo e per ribadire il loro no al piano di dimensionamento della Provincia che vuole tagliare a metà la scuola, sdoppiarla e mandare 26 classi da un’altra parte, facendone un altro istituto.

Roberto Zampino, alunno della classe VAP dell’indirizzo scientifico-tecnologico nonché rappresentante d’Istituto con amarezza dice: “Invito chi vuole snaturare il “Quintiliano” a farsi quattro passi qui a scuola, a venire a vedere cosa facciamo noi che siamo qui anche di pomeriggio. Noi ci siamo sempre perché ci stiamo bene. Questa scuola è un punto di riferimento per tutta la zona, per tanti ragazzi. Da dieci anni ormai è aperta fino alle otto di sera per i tanti progetti che si fanno – da quello di lingua araba ai corsi di inglese, francese e spagnolo – solo per citarne alcuni che soddisfano pienamente le richieste di noi alunni…”. E ancora Alessandro Torrisi, l’altro rappresentante: “Trovo illogico smembrare una scuola che negli anni si è affermata e che ci accoglie …Rivendichiamo il nostro diritto allo studio e per questo ci batteremo”.

Cosa succede? La quaestio è la seguente. C’è una scollatura forte tra la realtà e quello che si vuole far credere.

Nella realtà c’è una scuola che si è rinnovata nell’organizzazione e nella didattica, ricca di esperienza e di professionalità, aperta al territorio e capace di aggregare gli alunni, moderna e in sintonia con le linee guida del Ministero e con la riforma della scuola secondaria che prepara gli allievi a vivere nella società complessa in cui si trovano. Una scuola che stava per morire 10 anni fa e che oggi, invece, vanta un numero sempre crescente di iscritti.

Ma sulla carta una scuola con 1400 alunni non può funzionare. Le aule non bastano. E anziché cercare una soluzione – nel rispetto degli alunni e delle famiglie che hanno scelto il POF (piano dell’offerta formativa) di questa scuola, nel rispetto dei 120 insegnanti che hanno (con regolare domanda di trasferimento) deciso di andare a lavorare al Quintiliano – si decide di smembrare la scuola di via Tisia per…farla morire. Nuovamente.

Sì, di questo si tratta.

Il punto di forza del “Quintiliano” è diventato il problema. E allora si è pensato – sempre a tavolino – che si dimensiona la scuola. Se ne fa un doppione. Con un altro Dirigente, altri locali, altro nome.

In conferenza-stampa il Dirigente Scolastico e i membri del Consiglio d’Istituto (genitori, docenti e alunni) fanno sentire le loro ragioni.

“Così a Siracusa ci saranno tre Licei Classici, quattro Scientifici…Manco fossimo a Milano” dice il Prof. Piero Cavallaro.

Il problema non sono i locali di piazzetta del Carmine a Ortigia o la Presidenza dell’Itas da salvaguardare. Non è smembrando realtà riuscite che si restituisce efficienza!

Allora l’Assessore Provinciale alla Pubblica Istruzione ed Edilizia Scolastica, Gaetano Sgarlata, il Dirigente della Provincia Regionale di Siracusa, Clelia Corsico, l’Ufficio Scolastico provinciale e quello regionale devono, forse, rivedere qualcosa. Ci sono in provincia scuole piccole, senza futuro. Perché intanto non partire da quelle per accorpare e renderle di dimensioni ottimali?

Se il numero altissimo di alunni non è un problema per chi ci lavora perché deve diventarlo per forza? L’unico problema reale del “Quintiliano” sono le aule. Allora che vengano assegnati locali adeguati, che ci sono sparsi per la città, ben chiusi o dichiarati inagibili.

Quelli del “Quintiliano” sono disposti a tutto. A scendere in piazza, corpo compatto, docenti insieme a studenti e famiglie.


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Giù le mani dal "Quintiliano"
3 novembre 2007, di : laura

sono d’accordo con la conferenza stampa che si e’ tenuta il 18 settembre non trovo affatto giusto che della gente ignorante possa sparlare di una scuola che neanche conosce sono solo chiacchiere io non sono d’accordo odio queste persone quindi giu’ le mani dal quintiliano