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Un’altra storia è possibile

Sicilia. Rita Borsellino ha presentato il suo programma ’’partecipato’’. Giovani, istruzione, precarietà, infrastrutture, sanità sono solo alcuni dei punti affrontati. Un articolo di Otello Piccoli (Aprileonline)

di Redazione - sabato 13 maggio 2006 - 4006 letture

“Una cosa non si dice abbastanza: che accanto ad una Sicilia immobile, o che sembra tale, un’altra, più o meno sommersa, si va clamorosamente muovendo e si allontana ogni giorno di più dai modelli culturali dei padri”. Si apre con questa citazione di Gesualdo Bufalino il programma “partecipato” di Rita Borsellino. Dopo oltre due mesi di lavori, che hanno visto la partecipazione di migliaia di cittadini in più di 200 comuni siciliani, i “cantieri” hanno finalmente partorito il programma della candidata de L’Unione alla presidenza della Regione.

Un programma che, proprio per come nasce e si sviluppa, mette in luce la principale differenza col candidato della Cdl. Quella della Borsellino è infatti una candidatura che nasce nella società, che va oltre il ceto politico e che coinvolge i cittadini in un lavoro collettivo di rinnovamento dell’isola di cui ognuno deve sentirsi protagonista e responsabile.

Così, il primo programma che nasce dal basso è stato presentato venerdì mattina in un appartamento sito all’interno del mercato del Capo, uno dei rioni popolari di Palermo. E già nei prossimi giorni sarà distribuito, nel classico formato, ma anche in braille ed in musicassetta per i non vedenti.

Fin dalle premesse il programma di Rita Borsellino prende le distanze da un modello di governo della regione che da sempre tiene i cittadini nel bisogno, spreca le risorse, difende gli interessi di settori privilegiati e della criminalità organizzata. “La distanza tra me e Cuffaro - ha detto ieri la sorella del magistrato ucciso dalla mafia - non sta nei dettagli programmatici, ma nel modo stesso di concepire la politica: per lui si basa sulle clientele, per me sui diritti. Questo ci impedisce di poter dividere qualcosa”.

Nelle 56 pagine che compongono il programma si parla, tra l’altro, di giovani, di istruzione, di lavoro, di precarietà, di sanità, di turismo, di infrastrutture, di immigrazione. Il tutto sviluppando quel binomio “legalità e sviluppo” che è la base per un cambiamento reale delle cose. Per ognuno dei punti vengono indicati lo stato attuale, le potenzialità, le criticità, gli obiettivi e gli impegni programmatici.

Si propone una maggiore attenzione ai giovani, allo sviluppo dell’imprenditoria, agli incentivi, ai finanziamenti, al diritto allo studio. Alla fruizione gratuita, per gli studenti, di teatri, musei, biblioteche. Si parla di fine del precariato, e di porre un freno alla fuga verso il nord o verso gli altri paesi europei. Si guarda alle isole minori, dove ancora mancano le risorse idriche ed energetiche, e si fa riferimento alle fonti di energia alternativa, pulita e rinnovabile. Si affronta il tema della sanità, che assorbe la maggior parte dei fondi della regione, che però finiscono sempre in mano ai privati. Si dà ampio spazio al turismo, che potrebbe essere la risorsa principale dell’isola, se avessimo strutture ed infrastrutture adeguate alle bellezze artistiche e naturali che attirano gente da tutto il mondo. Si discute di trasporti e di viabilità. In Sicilia c’è ancora il binario unico, autostrade al limite del ridicolo, ma soprattutto collegamenti interni con strade sterrate e mulattiere impraticabili. Per andare col treno da Trapani a Messina ci vogliono circa 6 ore!

Non mancano le politiche sociali di sostegno alle famiglie delle periferie siciliane, che non sembrano neanche Europa, e ci si impegna a chiudere i Cpt, e ad avviare politiche di accoglienza ed integrazione verso i migranti. E si mette in grande evidenza il ruolo che la Sicilia potrebbe ricoprire, qualora arrivasse preparata all’evento, nell’area di libero scambio del mediterraneo che si aprirà a partire dal 2010. Per posizione geografica, l’isola potrebbe riacquistare l’importanza che ha avuto nei secoli passati, ma ha bisogno di infrastrutture moderne, di porti internazionali capaci di rispondere alle esigenze, di saper investire i miliardi di euro che arrivano da Bruxelles e che ogni volta tornano indietro perché non spesi, di una seria politica di rilancio in termini di immagine ed affidabilità. Per ottenere tutto questo ci vuole una nuova gestione politica, ed una persona capace di rappresentare la trasformazione che la nostra terra deve affrontare prima di uscire dalla cosiddetta “Fascia obiettivo 1”, ovvero quell’insieme di regioni considerate dalla UE come sottosviluppate.

Rita Borsellino può essere tutto questo. E per la Sicilia, il 28 maggio può davvero iniziare “Un’Altra Storia”.


Questo articolo di Otello Piccoli è stato pubblicato su www.aprileonline.info 161 del 13/05/2006.


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