Roccavaldina, farmacia di turno

Prima domenica del mese di maggio nel paesino di Roccavaldina, nel messinese tirrenico.

di Piero Buscemi - mercoledì 8 maggio 2024 - 510 letture

Decidere in poco tempo cosa andare a visitare in Sicilia, proprio nel momento in cui ci si ricorda che il calendario segna la prima domenica del mese, non è tra le cose più semplici da elaborare. Si sa che, ormai da un decennio, la prima domenica del mese concede ai girovaghi italiani di poter visitare gratuitamente musei e parchi archeologici. La Sicilia, grazie alle sue "invasioni" culturali subite nel corso dei millenni, offre ai visitatori un ricco patrimonio artistico architettonico sul quale perdersi nella scelta.

Ci sono poi delle località, sicuramente meno pubblicizzate di altre, ma che meritano in ogni caso, seppur anche una domenica al mese, di essere visitate e apprezzate per la loro storia secolare o millenaria, i cui resti si possono ancora esplorare ed ammirare.

Queste località, spesso, sono anche molto vicine ai nostri luoghi di residenza e con tempi contenuti di viaggio, è possibile visitarli con la dovuta calma e riuscire a rientrare nella stessa giornata.

La prima domenica di maggio è coincisa con la storica data del 5 maggio. A parte reminiscenze scolastiche, legate a Napoleone e alla poesia manzoniana che tutti abbiamo avuto l’onore e l’onere di studiare a memoria, in Sicilia ha offerto una giornata calda e serena che invogliava a raggiungere le località di mare e quelle montane che ospitano diversi siti archeologici e parchi naturali.

La nostra scelta è ricaduta sulla zona della Valle di Niceto, esattamente su Roccavaldina. Poco meno di un migliaio di abitanti stanziali, situata su una collina a 320 metri sul livello del mare. Per raggiungerla, occorre percorrere la Statale 113, comunemente conosciuta come "la Nazionale" sulla direttiva Messina-Palermo. Se si arriva da Messina, all’altezza di Venetico Marina dei cartelli turistici posti a un bivio, conducono sulla SP 56 che, in poco più di 7 km conduce al centro di Roccavaldina. Se si arriva dal lato opposto, si può scegliere di arrampicarsi sulla SP 59 all’altezza di Monforte Marina o, in alternativa, posto poco più avanti in direzione Messina, il bivio per la SP 58.

Il paese, come del resto tutti i paesi siciliani, ospita molte chiese di interesse storico e diverse testimonianze architettoniche civili e militari, mettendo in stretta relazione il potere temporale con quello spirituale, in questo millenario connubio che ha caratterizzato e gestito il destino dei popoli ospitati su questa terra siciliana, adombrata ed enfatizzata da una cronica precarietà.

Il giro turistico non richiede più di un’ora e mezza. Si comincia dal Duomo di San Nicolò, conosciuto anche come Chiesa Madre di San Nicola di Bari, la cui edificazione risale al 1505. Particolarità di questo luogo di culto è il campanile in forma tipicamente a torre quadrata di epoca rinascimentale.

Tornando indietro, lasciandosi alle spalle il duomo, una stradina sulla destra conduce a Piazza del Popolo che ospita le due maggiori attrazioni del paese. Ci ritroviamo di fronte il maestoso Castello, conosciuto anche come Palazzetto baronale di Rocca. Di proprietà privata, è messo a disposizione dal barone proprietario in occasione di congressi, mostre o eventi privati. Portone, come prevedibile, serrato e invalicabile, abbiamo appreso da un cartello che, telefonando con largo anticipo, si può organizzare una visita dell’interno.

Poco prima, sulla destra della piazza, è presente l’attrazione principale di Roccavaldina. Ci riferiamo all’Antica Farmacia, risalente al XVI secolo e che ospita una collezione straordinaria di contenitori in maiolica che contenevano, com’era d’uso nell’antichità, le medicine e le spezie usate per le malattie conosciute. La nostra è stata una visita brevissima, poiché nonostante fosse la prima domenica del mese, la visita è soggetta comunque a prenotazione per un numero di visitatori contenuto, dovuto anche al fatto che l’ambiente non è troppo ampio e merita attenzione per le ceramiche esposte.

Un’altra tappa obbligata è la visita all’Antico Lavatoio, realizzato alla fine del 1800, "figlio" dell’acquedotto Lea, voluto e fatto costruire dal Principe Giovanni Valdina Vignolo e ricordato dalla Fontana Lea realizzata nel 1673, il lavatoio è stato il punto di incontro delle donne di Roccavaldina fino agli anni Settanta del secolo scorso.

Suggestiva anche la visita della Chiesa dedicata alla Madonna della Catena. Un piccolo luogo di culto che nasconde sotto il pavimento le catacombe che conservano ancora i resti ossei di alcuni frati, ma non ci è stato possibile visitarle non essendoci alcun addetto o custode presente all’interno della chiesa.

Ricordiamo anche, presso l’ingresso del paese, proprio all’inizio della salita denominata via Roma che porta al centro storico, l’Antico Palmento che, abbiamo appreso ma non visitato poiché trovato chiuso, conserva un’antica macina a pietra.

Il paese in generale, come purtroppo tante realtà italiane, non ha conservato per intero il fascino dell’architettura a pietra che caratterizzava questi paesini medioevali, presente in alcune case abbandonate e a rischio di crollo o, sparsa lungo le vie, sulle facciate di alcune abitazioni restaurate in forma nostalgica. Ci saremmo aspettati, aspettativa rafforzata proprio dalla già citata "prima domenica del mese", una maggiore fruizione delle varie attrattive che il paese riesce ancora ad offrire al visitatore. Siamo stati consolati da una invidiabile giornata limpida e tersa che ci ha consentito di poter ammirare, da più punti panoramici, i riflessi argentei del mare con sullo sfondo gran parte delle Isole Eolie.

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Panorama sulle Isole Eolie
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Duomo
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Antica Farmacia
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Castello
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Fontana Lea
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Vicolo
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Panorama sulle Eolie


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