Pio La Torre e Vittorio Foa: lezioni da dirigenti

Due grandi figure, Pio La Torre e Vittorio Foa, grandi politici e grandi dirigenti. Un esempio per la politica di oggi?

di Luigi Boggio - martedì 25 luglio 2023 - 1506 letture

Maggio 1969. Era terminata la festa dei Tre Santi Martiri quando mi giunse una telefonata, attraverso i Vigili Urbani, che mi annunciava la venuta del segretario confederale della Cgil Vittorio Foa per partecipare all’assemblea già programmata, entra la fine del mese, sulla gestione del collocamento. La notizia mi ha sorpreso sapendo chi era Vittorio Foa per l’apporto di conoscenza e di esperienza che dava al sindacato.

Non vi nascondo che ero felice per la sua venuta nella città delle lotte bracciantili di incontrare i lavoratori e le lavoratrici del comparto agrumicolo e non solo. Il pomeriggio del suo arrivo una visita alla Camera del Lavoro e un passaggio da Navarria per una spremuta d’arancia, arance cercate e trovate altrove. Alla fine sono spuntate ed è stato un sollievo per il signor Gaetano perché ci si stava avviando verso una clamorosa brutta figura. Usciti dal bar ci siamo avviati verso la riunione che si teneva nella sala del consiglio comunale. Il salone era stracolmo anche di giovani. Dopo i soliti saluti, prendo la parola motivando i motivi della presenza del compagno Foa sulla nota questione della gestione del collocamento. Un tema non facile anche per la diversità di vedute nella Confederazione e tra i sindacati .

Gli interventi sono stati diversi anche per l’esperienza fatta nella gestione del collocamento comunale con la richiesta numerica e la formazione della graduatoria dopo il ritiro dei tesserini. Un sistema apprezzato anche per l’esercizio del controllo della graduatoria. Terminati gli interventi prende la parola il compagno Foa, esordisce: sono venuto per ascoltare voi e per riferire ai compagni della segreteria confederale. Dovete anche sapere che su questo tema non tutti la pensiamo allo stesso modo. Ma non tutto è ancora deciso, ci saranno altri incontri e tante altre discussioni. Alle parole seguì un caloroso applauso per averci detto con molta semplicità come stavano le cose. Le differenze, continua, non si nascondono mai perchè aiutano i processi decisionali. Una lezione di un grande dirigente con una spiccata sensibilità politica e umana.

Luglio 1969. Erano trascorsi alcuni giorni dall’occupazione dell’azienda Cassis, in territorio di Buccheri, quando del tutto inaspettato viene a farci visita, per capire quello che era avvenuto la mattina del trascorso 11 luglio, il compagno Pio La Torre insieme al segretario della federazione del Pci Nino Tusa.

" Sono venuto per capire l’andamento della vostra iniziativa e gli obiettivi che vi ponete." Dell’occupazione non solo l’Unità ne ha parlato anche il giornale della Confagricoltura con un titolo allarmistico " vogliono espropriare l’azienda per cattiva coltivazione". Che l’azienda non era coltivata bastava girare tra i filari dell’agrumeto, cosa che abbiamo fatto, prima della manifestazione, con il sindaco Marilli per la redazione di una dettagliata relazione sullo stato dell’abbandono.

L’azienda di fronte al crescendo del movimento di lotta e alla dettagliata relazione non ha potuto fare altro che riconoscere le nostre ragioni con l’assunzione di oltre 70 braccianti di Buccheri. Un successo in un caldo luglio anche per la nomina di Giuseppe Caleffi, nel corso di un’assemblea, sotto un maestoso albero di ulivo nella parte alta dell’azienda, come delegato sindacale. Uno dei primi delegati sindacali in base alla legge 300 " Statuto dei diritti dei lavoratori" Anche di questo avvenimento i giornali hanno dato notizia. Ma prima dell’avvio della discussione l’incontro tra Pio e Graziella è stato qualcosa di indescrivibile per la parlata di entrambi in stretto dialetto bagherese-palermitano e gli occhi lucidi per la commozione. Si conoscevano bene e si rispettavano.

Finito l’incontro dopo due ore di discussione è andato via, ma prima è passato dall’azienda dell’assessore all’agricoltura Formica alla Dalaga. Una visita inaspettata, in un caldo luglio , di un dirigente comunista come pochi, che il 30 aprile di ogni anno, ricordo, insieme a Rosario Di Salvo, per quello che ha fatto per questa nostra irredimibile terra.


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