Se due anni vi sembran poco

La notizia che speravamo non è arrivata e non sapremo quando arriverà. Sono trascorsi due anni di guerra inutile, sanguinosa e distruttiva. Una follia...

di Luigi Boggio - venerdì 23 febbraio 2024 - 1660 letture

La notizia che speravamo non è arrivata e non sapremo quando arriverà. Sono trascorsi due anni di guerra inutile, sanguinosa e distruttiva. Una follia come tutte le guerre con i bambini le prime vittime in abbandoni, morte, ferite gravi senza un l’oggi e un domani. Si contano da entrambi i contendenti 300 mila morti e 290 mila feriti di cui 120 mila morti e 170 mila feriti tra i russi, 70 mila morti e 120 mila feriti tra gli ucraini. Mentre si contano 10 mila vittime civili e 18.550 feriti, nel conteggio non ci sono le 7.000 vittime civili dei russofoni del Donbass del 2014.

Non sono numeri ma vite umane che ci provocano tanta tristezza, commozione, rabbia. Come gli oltre 8 milioni di rifugiati ucraini sparsi in Europa su una popolazione di circa 43 milioni. Le migrazioni riguardano anche gli abitanti delle due province del Donbass e di Lugansk che ammontano a circa un milione. Un dramma nel dramma con il crollo dell’economia e gli aiuti dei paesi occidentali che ammontano a circa 252 miliardi di dollari in aiuti finanziari e in armi da parte dell’ Europa e degli Stati Uniti.

L’impatto sull’economia Europea è stato pesante per l’inflazione schizzata in alto a causa dei costi energetici e la riduzione delle esportazione verso la Russia a causa le sanzioni. I quali guardando i dati economici della Russia non hanno inciso come avrebbero dovuto per la resistenza più del previsto, smentendo le previsioni di alcuni economisti occidentali del crollo dell’economia, la fame e le rivolte. Un’economia che resiste agli scambi con Cina, India, Iran e l’ascesa delle triangolazioni con merce che parte anche dai paesi che hanno approvato le sanzioni. Senza considerare più in generale il mercato delle armi e quello che si prevede per le tendenze in atto di un riamo generalizzato con la cancellazione della parola disarmo.

Non se ne parla più, ma si parla di armi sempre più sofistiche e distruttive come se fossimo alla vigilia della grande guerra. Sminare la guerra in Ucraina si darebbe un segnale di pace anche per altre aree in conflitto come la Palestina privata di una terra, di una Patria. Allo stato nulla di tutto questo. In ucraina la situazione sul terreno è in stallo. Ogni giorno che passa l’aggressività della Russia si fa sempre più pericolosa in attesa di scatenare l’inferno, constatato le difficoltà dell’esercito di Kiev con poche armi in attesa di quelle americane e il malessere dei soldati in prima fila per il mancato ricambio, con le moglie che protestano in quanto non vedono i loro mariti e i figli i loro padri da due anni. Una difficoltà che si riscontra anche in molti giovani che fuggono al reclutamento. Lo ritroviamo anche nei giovani russi con la fuga e la diserzione.

Un sentimento contro la guerra che si sta diffondendo tra le nuove generazioni in ogni parte del pianeta per scuotere le coscienze dei signori della guerra. Per un dialogo di pace, anche se ad oggi non sappiamo quando arriverà.


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