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Lettera aperta a un amico

"Perché costoro (elettori non più votanti) sono cittadini assolutamente scafati della politica, dei loro uomini e dei loro sodali intellettuali, che hanno perso la propria autostima politica, recuperabile con un processo psicologico amicale. In definitiva, la loro mobilitazione potrà avvenire solo per processi individuali o da mini gruppo, effettuabili ovunque ci sia un’amicale tavola imbandita o un ristretto salotto, una discussione politica e un ”Catalizzatore ”(1°) con PC. Il resto lo fa la rete di comunicazione digitale che consente che i piccoli gruppi (o cellule) possano parlarsi a distanza."

di Gaetano Sgalambro - venerdì 4 aprile 2025 - 725 letture

Caro Franco, puoi attivare il link in tuo possesso relativo alla mia rubrica “Quale legge Elettorale” sul sito Girodivite -Segnali dalle città invisibili- e leggere la release riveduta della “Cronica crisi del sistema paese: mettiamoci la faccia e andiamo avanti insieme”. Spero che mi arrivino altri suggerimenti da amici, visto che io sono un single cultural-politico. Ho ripreso in mano questo discorso dopo quasi tre anni di lontananza dalla politica, durante i quali ho perso quasi tutti i contatti qualificati ad hoc, che ero riuscito a selezionare. Ma con ostinazione ricomincio, nonostante l’età più avanzata, appena ultimato questo periodo di preriscaldamento.

Ciò posto ti sintetizzo i punti fermi della mia analisi politica, dai quali scaturiscono proposta e strategia di come realizzare la proposta di legge d’iniziativa popolare di modifica della legge elettorale. *Noi abbiamo un’indiscutibile crisi del paese e del suo sistema politico-istituzionale, il cui carattere preoccupante è la cronicità, considerata ormai ineluttabile, che ci sprofonda sempre più. Purtroppo nessuno ne parla. Incredibile! *Essa ha origini molto complesse, storiche, culturali e politiche, difficili da analizzare. *Laddove la sua cronicità/ineluttabilità ha una ragione certa: l’incapacità culturale di due generazioni di politici di saperla e volerla affrontare in maniera sistematica e dalle origini: i suoi lontani risultati sarebbero da cogliere alla successiva generazione. *Tutta la classe dirigente politica e istituzionale, invece, è interessata a rispondere alle necessità contingenti o straordinarie del paese, senza alcun serio programma previsionale. *In Italia c’è una democrazia “limitata” dalla partitocrazia e dalla conseguente autoreferenzialità, mentre tutti i punti nodali istituzionali e civili sono pervasi dagli uomini dei partiti. Nulla può avvenire contro la loro volontà e nulla è avvenuto! *Alle elezioni nazionali del ’22, però, viene fuori che il 41% e più di cittadini non vota: percentuale quasi pari alle preferenze del 44 % della maggioranza Meloni.

Questo, sommariamente ma indiscutibilmente, è l’unico segnale trasversale di rottura finale di cittadini con questa politica imperante, determinato dalla cronicità della crisi. Potrebbe essere considerato l’unico partito univoco (sebbene trasversale).

Per chi ha in mente di affrontarla deve considerare la quota dei non votanti come target primario (escluso il 15% che non ha mai votato) e quello dei sani politici impegnati nella politica quotidiana come secondario, dove potere mobilitare i cittadini alla causa contro la cronicità della crisi, ma con strategia opportune. Perché costoro sono cittadini assolutamente scafati della politica, dei loro uomini e dei loro sodali intellettuali, che hanno perso la propria autostima politica, recuperabile con un processo psicologico amicale. In definitiva, la loro mobilitazione potrà avvenire solo per processi individuali o da mini gruppo, effettuabili ovunque ci sia un’amicale tavola imbandita o un ristretto salotto, una discussione politica e un ”Catalizzatore ”(1°) con PC. Il resto lo fa la rete di comunicazione digitale che consente che i piccoli gruppi (o cellule) possano parlarsi a distanza.

(1°)- Catalizzatore è l’amico o persona stimata che riesce a convincere i compagni a ritornare alla politica per un progetto serio, anche se di lunga durata.


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